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Buon compleanno a… Ashley Cole

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Oggi Ashley Cole compie 43 anni. L’inglese in carriera ha vestito, tra le altre, le maglie di Roma e Chelsea

Oggi Ashley Cole compie 43 anni. L’inglese fa parte di quella schiera di giovani allenatori che prima o poi potrebbero acquisire una responsabilità in prima persona. Del resto, lui è convinto che quelli come lui debbano avere delle possibilità, come disse quando la Juventus decise di affidare la propria panchina ad un debuttante come Andrea Pirlo: «Credo che sia un buona tendenza quella di dare possibilità a tecnici giovani con poca esperienza. D’altronde gli allenatori giovani non possono fare esperienza se non gli viene data la possibilità». Per adesso lui ha fatto solo il vice in diversi contesti. É stato ad esempio all’Everton, a fare da supporto all’ex compagno dei tempi del Chelsea, Frank Lampard.

Lo è visto anche nell’Under 21 dell’Inghilterra, che ha vinto gli Europei di categoria. E il suo carattere si è potuto notare allorché si è scatenata una rissa al momento del gol di Curtis Jones, che è andato a festeggiare davanti alla panchina spagnola. Cole ha rimediato un rosso.
Per dare l’idea di cosa sia stata la carriera, dove la parte del leone l’hanno fatta due squadre londinesi, 8 anni all’Arsenal e altrettanti al Chelsea, un totale di 702 partite con i club e 107 con la nazionale, basterebbe andare a leggere su uefa.com la scheda che lo ha inserito nel gruppo dei giocatori che hanno collezionato almeno 100 presenze in Champions League. É stato un abbonato alle finali, iniziando da quella perduta dai Gunners contro il Barcellona. Con i Blues ne ha giocato altre: quella del 2008 persa ai rigori contro il Manchester United a Mosca e quella vinta quattro anni dopo, sempre ai rigori contro il Bayern a Monaco. In entrambe l’inglese ha trasformato il quarto dei tiri al dischetto.

Anche nella sua breve esperienza alla Roma, poche apparizioni nella stagione 2015-16, a regalare un contributo d’esperienza e poco più, ha offerto il meglio e il peggio nel contesto europeo. Una gara giudiziosa e attenta, con poche sortite offensive e buona sicurezza, nel pareggio dei giallorossi sul campo del Manchester City. Una figura pessima, peraltro in buona e affollata compagnia, nella sera della bambola rifilata dal Bayern in Olimpico inebetito nel vedere la propria squadra affondare per 7-1.

Un altro modo per celebrarne o conoscerne la grandezza è riproporre cosa hanno detto di lui chi lo ha allenato o chi ha avuto modo di affrontarlo. Arsène Wenger, in un’intervista rilasciata a The Guardian anni fa, non esitò a esibire una manifesta nostalgia nei suoi confronti: «La cessione di Ashley Cole è tra i maggiori rimpianti della mia carriera. Lasciò l’Arsenal per delle divergenze tra il club e il suo procuratore. Lui è un grande lottatore e lo ha dimostrato in questi anni, non sarebbe dovuto andare via». Carlo Ancelotti, che lo ha avuto nel Chelsea, quando il terzino era sotto la lente d’ingrandimento dei top club, tra i quali Real Madrid e Psg che lo avrebbero acquistato volentieri, si mise di traverso con pochi e netti concetti espressi pubblicamente: “Ashley Cole non sarà venduto, qualsiasi sia il prezzo. Lui è il miglior terzino sinistro del mondo, e per questo non si muoverà dal Chelsea». Un rapporto forte, quello tra il tecnico e il giocatore, che ha ricambiato più volte la stima, anche quando poi erano ormai distanti, dicendo cose che suonano come una perfetta descrizione di chi sia l’attuale tecnico madridista: «Ho apprezzato il fatto che fosse grande non solo come manager ma come uomo, era come avere un grande amico».

«Forse Ronaldinho e Ronaldo sono stati i migliori che ho affrontato, Dinho non sapevi mai dove andasse. Rideva sempre ma provava a farti un tunnel, non volevo mi prendesse in giro… e poi Cristiano Ronaldo. Il suo movimento con e senza palla, sempre pericoloso e in grado di segnare. Uno dei migliori. Scelgo loro». Questa la sua valutazione sugli avversari più difficili da affrontare. I quali hanno ricambiato. Il brasiliano definendolo «un difensore fantastico. L’ho visto tenere a bada i migliori calciatori del mondo». Il portoghese descrivendolo così: «Negli anni ho fatto grandi battaglie con Ashley Cole. Non ti concede un secondo per respirare. Nei suoi anni migliori è stato un giocatore molto tenace anche nei contrasti. Quando lo affrontavi sapevi già che non sarebbe stata una partita facile».

Dopo la Roma, Cole è andato negli Stati Uniti.

La carriera, però, l’ha chiusa in Inghilterra, nel 2019, con il Derby County. Con la soddisfazione di avere vissuto un’esperienza definita «incredibile»: «Da ragazzino, non mi sarei mai aspettato di giocare una partita o di essere un professionista. Ripensandoci ora posso dire di aver giocato partite della Coppa del Mondo». Ha partecipato esattamente a tre Mondiali, forse l’unico vera occasione mancata, per lui e per tutta una generazione di giocatori inglesi che avrebbero potuto fare di più.