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Atalanta, ecco perché il cammino in Champions League è già finito

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Una compagine che è riuscita a sorprendere un po’ tutti nel corso degli ultimi anni, anche se probabilmente in pochissimi si sarebbero mai aspettati di vedere l’Atalanta in Champions League con questa continuità. La squadra orobica, guidata dalla sapiente mano di Gianpiero Gasperini, ha dato filo da torcere ad avversarie ben più quotate ed esperte nella massima competizione europea, diventando una sorta di modello sportivo e imprenditoriale, come rappresentato anche dall’aumento di sponsor che decidono di sostenere economicamente il progetto dei bergamaschi, come Plus500, ancora una volta tra i main sponsor di maglia anche nella massima competizione europea.

Cosa è successo con il Villarreal

L’avventura della “Dea” in questa stagione in Champions League è terminata quando tutti meno se l’aspettavano, ovvero con la sconfitta patita tra le mura di casa per mano del Villarreal. Provando ad analizzare un po’ tutto quello che è successo in un mese piuttosto strano come dicembre, è facile notare come la compagine nerazzurra abbia dovuto dire addio ai sogni degli ottavi di Champions League per un motivo ben preciso. Stiamo parlando di una solidità difensiva che, perlomeno in campo europeo, quest’anno non è mai arrivata.

La difesa ha troppe lacune e, in effetti, subire 13 gol in 6 gare è qualcosa che proprio non ci si può permettere in un torneo come la Champions League. Soprattutto per una di quelle squadre che più di tutte le altre in Italia adotta un calcio all’europea. Eppure, la verità è che l’Atalanta è stata estromessa dagli ottavi nonostante avesse dovuto affrontare un girone eliminatorio tutto sommato ampiamente alla sua portata.

Nello specifico, nella gara contro il Villarreal, la squadra del tecnico ex Juventus, ha dovuto pagare in modo particolare la serataccia di Merih Demiral, altro ex bianconero. In effetti, in questa stagione, il difensore turco prosegue ad alternare delle ottime prestazioni ad altre effettivamente da bollino rosso.

La formazione titolare

Probabilmente, una delle cose che ha meno funzionato in tutta la serata è stata l’undici di partenza che è stato scelto da parte di Gasperini. In effetti, il tecnico dei bergamaschi ha optato per un assetto particolare, rinunciando nel primo tempo sia a Muriel che a Malinvskyi. Nei primi 60’, l’Atalanta ha patito tantissimo l’assenza dei suoi due uomini più di fantasia e imprevedibili.

Il trequartista di origini ucraine, è entrato il primo quarto d’ora della ripresa, prendendo il posto di uno spento Pessina, e ha subito fatto la differenza, sfiorando la traversa con un tiro dei suoi e poi siglando il gol del momentaneo 1-3. Stesso discorso per Muriel, la cui conclusione a quattro minuti dal termine del match ha colpito il palo, segnando in maniera evidentemente ancora più amara la serata atalantina.

Il problema dell’Atalanta si può estendere probabilmente anche al Milan, che ha giocato un ottimo calcio nel corso degli ultimi 20 mesi, ma che in Champions League ha faticato a garantire prestazioni di un simile livello. Se il problema, in effetti, non è rappresentato né dalla qualità e nemmeno dal gioco, allora ecco che bisogna approfondire alla voce identità ed equilibrio. Si tratta di fattori che non si possono comprare, ma solo sviluppare e far crescere con il passare del tempo e con l’esperienza, abituandosi a un certo di partite in ambito continentale.

L’Atalanta, in ogni caso, non ha abbandonato l’Europa. Posto che darà tutto per raggiungere la qualificazione in Champions League, la cui corsa in campionato è stata completamente riaperta, ci sarà anche l’impegno in Europa League da onorare al meglio: vista la presenza di big come Barcellona, Borussia Dortmund e Lipsia, probabilmente i bergamaschi saranno anche più stimolati ad arrivare fino in fondo.