Corvino: «Vidal? Sono stato un c******e» - Calcio News 24
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2015

Corvino: «Vidal? Sono stato un c******e»

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Il d.s. del Bologna svela un retroscena sul centrocampista cileno

Sono molte le soddisfazioni che ha conquistato in carriera Pantaleo Corvino, che punta alla salvezza del Bologna per accrescerle. E’ fiducioso il direttore sportivo del club felsineo: «La proprietà lo merita per i sacrifici che ha fatto e che fa. Saputo, sempre vicino, è una garanzia, per gli sforzi economici e le idee, anche in fatto di strutture ed esperienze. C’è un gruppo di lavoro unito, con Fenucci, Di Vaio e altri, e una città che meriterebbe subito altri traguardi», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport, a cui ha confidato la speranza di aver sbagliato il meno possibile sul mercato, dove è partito in ritardo per la promozione arrivata a giugno, e la necessità che Delio Rossi lavori serenamente: «Va lasciato in pace, perché sarà un valore aggiunto». Ha provato a mischiare qualità e potenzialità Corvino nella costruzione della rosa del Bologna. Mattia Destro, ad esempio, rappresenta la certezza, mentre Diawara la scommessa.

DEDICA SULLA MAGLIA – Il dirigente rossoblù ha poi parlato della Fiorentina. Qualche rimpianto dopo sette anni di lavoro a Firenze: «Abbiamo ottenuto risultati straordinari. Con i Della Valle, Cognigni e Mencucci c’è stato un lavoro comune, ma non siamo stati capaci di gestire un parco attaccanti con Gilardino, Mutu, Pazzini, Osvaldo e Jovetic. Ne abbiamo ceduti due, Osvaldo e Pazzini, per prendere un paio “più disponibili” come Keirrison e Bonazzoli. Non era da fare, anche se dalle cessioni abbiamo guadagnato 17 milioni, facendo entrare due giocatori in prestito. E non dovevo privarmi di Dainelli, un leader a cui ero e sono affezionato». Avrebbe, invece, dovuto vendere Mutu alla Roma: «19 milioni e 750 mila euro. C’erano già le mail scambiate. Quando la partenza di Adrian venne bloccata me ne andai dal ritiro e tornai a casa mia, a Vernole. Mi chiamò Diego Della Valle per calmarmi e confortarmi, aveva comunque apprezzato il mio lavoro». Ancor più evidente il rammarico per il mancato arrivo di Arturo Vidal: «Quando è andato al Bayern ha rincarato la dose: da Pulgar, con cui condivide il manager, mi ha fatto avere una maglia della nuova squadra con dedica speciale: “A un c******e che si è fatto convincere a non prendermi”».

DERBY SPECIALE – Ci voleva più tempo secondo Corvino, convinto che arrivare per due anni prima di Milan e Roma, che fatturano tre volte di più, sia come vincere uno scudetto e una Champions League. Consapevole di aver raccontato una storia importante della Fiorentina, Corvinho ha rassicurato i tifosi viola, perché la squadra ora è nel pieno del suo ciclo. Non si aspetta nulla ora Corvino dai suoi ex tifosi in vista del suo derby speciale.