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Buon compleanno a… Alejandro Berenguer

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Oggi Alejandro Berenguer compie 28 anni. La sua ultima stagione non è stata propriamente esaltante. L’Athletic Bilbao ha chiuso al primo posto delle squadre escluse dalle competizioni europee

Oggi Alejandro Berenguer compie 28 anni. La sua ultima stagione non è stata propriamente esaltante. L’Athletic Bilbao ha chiuso al primo posto delle squadre escluse dalle competizioni europee del prossimo anno in virtù di un finale abbastanza sciagurato, con solo 1 punto nelle ultime 3 gare a fronte dei 6 conquistati in contemporanea dall’Osasuna che l’ha scavalcato. E il suo rendimento si è via via sfilacciato, perdendo l’abbrivio dell’inizio, quando nelle prime 5 giornate era riuscito a scrivere il proprio nome nel tabellino dei marcatori in ben 3 circostanze, colpendo Valencia, Cadice ed Elche. Era sembrato di rivivere i fasti della sua prima avventura in terra basca, quando aveva partecipato – non da protagonista, a onor del vero – alla conquista dell’unico trofeo della carriera, la Supercoppa di Spagna, andando in gol in maniera frequente nel percorso in Liga. Vi era riuscito spesso, più che ai tempi del Torino, dove peraltro non tutte le colpe erano sue. Al di là di disquisizioni tattiche e della considerazione che non è il suo mestiere principale vedere la porta con successo, Berenguer era diventato suo malgrado la personificazione della vittima di un uso distorto della tecnologia. Non succede a tanti, infatti, di riuscire in campionati diversi di vedersi annullare dal Var due exploit, con una totalmente errata interpretazione di quanto visto dai tanti schermi televisivi. Non ebbe torto il ds torinista dell’epoca, Gianluca Petrachi, a sostenere che sceglieva di riderne, altrimenti avrebbe pianto.

Fortunatamente l’anno scorso non ci sono stati problemi – e francamente non ce ne sarebbero potuti essere neanche vivisezionando le immagini alla ricerca di una qualche colpa – quando Alejandro ha firmato un gol pesantissimo in Copa del Rey. Il Real Madrid che si è vinto la Liga, che ha alzato la Champions League 2021-22 sconfiggendo il Liverpool -, si è visto fermare dall’Athletic nella coppa nazionale grazia a una magia del festeggiato di oggi. Ricevuto un suggerimento in profondità, ha fintato di destro e ha incrociato la conclusione con l’altro piede. Un colpo di grande raffinatezza, tra i migliori della sua carriera, tale da giustificare il perché a Bilbao lo abbiano cercato e voluto con una certa insistenza dopo i 3 anni trascorsi in Italia.

Un trasferimento che ha soddisfatto per certi versi entrambe le parti, la società che lo cedeva e il giocatore che tornava in patria. Il Toro, infatti, perché è riuscito a fare quella che si potrebbe definire come una doppia plusvalenza. Acquistato per 7 milioni dall’Osasuna lo ha ceduto a 12, al termine di un percorso dove ha resistito anche ad offerte da parte del Betis già superiori al prezzo di acquisizione ma non ancora del livello di quello dell’effettiva cessione. Quanto a lui, capita spesso che per fare un complimento alla nuova destinazione si finisca per parlare non benissimo della precedente esperienza e la sua intervista al El Pais non è sfuggita a questa regola: «In granata sono riuscito a migliorare le mie qualità come calciatore, mi sono completato. Ma quando è arrivata la proposta dell’Athletic non ci ho pensato un secondo. Mi avevano parlato benissimo dello spogliatoio ed è proprio così, nulla a che vedere rispetto a ciò che ho vissuto in Italia». Vero è che qualche segnale di malumore Alejandro lo aveva già manifestato in diretta, come successe quando Moreno Longo lo sostituì e lui arrivato nei pressi della panchina prese la maglia e la lanciò a terra, senza peraltro ricevere alcuna reazione da parte dell’allenatore.

Si sbaglierebbe, però, a raccontare i 3 anni al Torino come un periodo complicato o polemico. Berenguer ha avuto il modo di esprimere il suo talento, risultando spesso la fonte di maggiore imprevedibilità della squadra attraverso il suo dribbling.

E certamente Alejandro con Walter Mazzarri ha saputo stabilire un’intesa importante, che gli ha fatto bene: Non ti lascia mai tranquillo, ti dice cosa devi fare tutti i giorni. Con lui sono più maturo e più giocatore». Quello è stato il momento più felice, nel quale era contento di avere scelto il Toro e non le altre offerte che c’erano state: Napoli, Spartak Mosca e lo stesso Athletic Bilbao, al quale ha detto sì dopo un lungo corteggiamento.