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CN24, top 10 dei procuratori: febbraio 2015

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Calcionews24.com Awards, seconda tappa: chi sale, chi scende, chi va

Da gennaio a febbraio, non cambia il clima e nemmeno troppo lo scenario del calciomercato italiano che, ufficialmente, ha chiuso i battenti il 2 del mese appena trascorso, ma che è rimasto aperto comunque su un paio di fronti: quello dei giocatori svincolatisi prima dello scadere della finestra di riparazione invernale e quello dei giocatori in scadenza alla fine di questa stagione e di conseguenza liberi, almeno da regolamento, di trovarsi un’altra squadra a partire da luglio. Lo scenario, dicevamo, è lo stesso di qualche settimana fa, anzi se possibile è pure peggiorato: in Italia non c’è un euro, le idee sono poche e gli imbroglioni tanti. Manca una regolamentazione decente sugli svincolati e sugli svincolabili (una sorta di “free agent” in stile NBA, tanto per capirci, con la costruzione magari di un draft accessibile a tutte le società, soprattutto alle più povere e alle più scarse, cioè la quasi totalità di questi tempi) ed in tanti, tra agenti e dirigenti, non sembrano avere le idee chiarissime sul futuro. Non staremo ovviamente qui a menarvela con le solite litanie riguardanti gli investimenti e la progettualità, ma la verità in effetti è che in molti navigano a vista perché non hanno le risorse e l’intelligenza necessaria per fare altro.

LA HIT PARADE – Venendo a noi, QUI troverete la classifica dei “Calcionews24.com Awards” (categoria agenti) relativa a gennaio. L’abbiamo definita una sorta di top ten dei più influenti, almeno secondo la nostra modestissima ed opinabile idea, del mercato. Cogliamo l’occasione per svelarvi che, nei mesi prossimi, verrete a conoscenza delle altre categorie del premio dedicate agli addetti ai lavori e che comunque, in ogni caso, potrete seguire settimanalmente ogni venerdì la nostra rubrica, “Quello che l’agente non dice”, dedicata alle monografie dei procuratori più o meno conosciuti, per provare a farvi meglio un’idea dei personaggi di cui spesso trattiamo. Prendetene visione, che poi vi interroghiamo. Qui di seguito la classifica di febbraio 2015.

CLAUDIO VIGORELLI – Ancora al primo posto Claudio Vigorelli, l’agente di Samuel Eto’o e Mattia Destro, tanto per citare due dei giocatori che a gennaio hanno mosso più e meglio il mercato italiano (allegro ormai quasi come una camera ardente). Nel mortorio generale insomma, Vigorelli lavora e questo è positivo, perché il problema della disoccupazione in Italia, almeno lui, pare averlo risolto alla grande. Nelle ultime ore della sessione invernale di mercato ha mosso un’altra pedina importantissima: Davide Santon in prestito dal Newcastle all’Inter. L’ex nerazzurro (tornato nerazzurro) è già vicino all’attivazione della clausola che gli permetterà il riscatto automatico, alla fine insomma il ritorno a casa per lui è stata una mossa vincente. Ancora da capire la situazione Destro: l’ex romanista in rossonero ha mostrato qualcosina di sè, ma la sensazione è che una serata in un centro anziani qualsiasi a giocare a tombola sia più movimentata del gioco che Filippo Inzaghi ha costruito per lui. In ogni caso, se il Milan non lo riscatterà, la colpa sarà solo di chi ha avuto l’idea di prenderlo, non certo del ragazzo (che in giallorosso faceva più panchina di un vecchio al parco) o del suo agente, che almeno c’hanno provato. Capitolo Eto’o: qualcuno dovrebbe un attimino dare una regolata a Sinisa Mihajlovic, perché l’attaccante camerunense non è più un giocatore di primo pelo, ma può tornare comunque utile se lo si facesse giocare ed allenare un pelino meglio di come sta facendo a Genova (le prestazioni lo dimostrano). Che poi, in tutta onestà, questi discorsi hanno un po’ il tempo che trovano, perché Eto’o la sua bella carriera ormai se l’è fatta e a fine mese non avrà certamente il problema di cosa mettere sotto i denti. Cosa ci aspettiamo da Vigorelli per i prossimi mesi, dunque? Prima di tutto che trovi finalmente una sistemazione ad Emiliano Viviano: il portiere della Sampdoria è in prestito dal Palermo, però come sapete Massimo Ferrero e Maurizio Zamparini si sono messi in testa di competere per il Guinness World Record, categoria “chi infama più volte l’altro nella stessa giornata”, dunque servirà un mediatore o, in alternativa, anche un assistente sociale, se Vigorelli vorrà prendersi questa patata bollente… Fausto Rossi, infine: al momento è al Cordoba in prestito dalla Juventus (e le cose non stanno andando alla grande). L’idea infelice di portarlo in Spagna un paio di stagioni fa fu del suo vecchio agente. Ma che si fa ora? Lo riportiamo in Italia?

ULISSE SAVINI – Era già nelle zone alte della nostra classifica, ha fatto un balzo direttamente in seconda posizione: Ulisse Savini brucia la tappe (intese come step della sua carriera, non come donne molto basse) in fretta. Al momento è uno degli agenti più giovani, se non il più giovane, che muove il mercato in Italia: lo fa, tramite la sua agenzia, in maniera costante e precisa. In queste settimane il ragazzo è stato molto impegnato sul fronte Inter per il rinnovo di Mauro Icardi e fateci fare una precisazione: sì, l’agente dell’argentino, sulla carta, è Abian Morano (colui che in pratica lo ha scoperto quando era ancora un ragazzino nella Cantera del Barcellona), ma non ha senso dare risalto mediatico solo allo spagnolo, quando almeno la metà degli interessi del giocatore sono curati anche da Savini. Per carità, tanto rispetto per l’ottimo Morano (che non possiamo mettere in classifica perché non è italiano), ma nei frequenti colloqui con Piero Ausilio siamo sicuri che Savini non sia presente solo per farsi offrire il pur ottimo caffè nerazzurro (così ci dicono indiscrezioni “baristiche” direttamente dalla Pinetina). Il botto di mercato Ulisse lo ha fatto portando alla Fiorentina, in prestito dal Chelsea, il devastante Mohamed Salah, uno di quelli che rischia di spezzare in due il campionato: Serie A a. S. (avanti Salah) e d. S. (dopo Salah). Sfugge all’umana comprensione il motivo per cui Walter Sabatini si sia tirato indietro e non abbia preso il giocatore alla Roma, preferendogli Seydou Doumbia (pensate voi a cosa ci siam ridotti): si era detto che l’egiziano non fosse ben accetto dall’ambiente, non fosse simpatico, qualcuno lo aveva tacciato di antisemitismo… insomma, una marea di fregnacce, messe a giro forse per giustificare una scelta di mercato che, per il momento, si è rivelata per quella che è, ovvero una boiata grande quanto il Colosseo. Che poi, permetteteci pure un altro appunto: Salah è andato a segnare in Europa League contro il Tottenham (una delle squadre più sioniste del mondo, per chi non lo sapesse) e non ci pare abbia provato a farsi esplodere allo stadio o cose del genere. Forse i media ed alcuni personaggi inutili talune volte è meglio che imparino a tacere. Cosa ci attendiamo da Ulisse? Che dia una svegliata a Keita Baldè: il ragazzo è la copia sbiadita del giocatore che l’anno scorso fece innamorare la Lazio. E’ giovane, come Icardi, ma andrebbe messo in riga, visto che il talento ce l’ha.

ALESSANDRO LUCCI – Resta stabile al terzo posto Alessandro Lucci, l’uomo che ha portato Juan Cuadrado al Chelsea (operazione connessa a quella di cui abbiamo appena parlato poco sopra). C’è un’altra mossa che Lucci ha portato a termine con buoni risultati (almeno per ora, visto che, come tutte le cose che sfuggono allo scibile umano, il futuro non possiamo ancora prevederlo), ovvero il passaggio di Luis Muriel dall’Udinese alla Sampdoria. Si era detto che il colombiano fosse fuori forma e grasso: sarà quel che sarà, ma per il momento la sua porca figura (va bene, magari non avremmo dovuto usare il termine “porca”, ecco) l’ha fatta alla grande. Lucci ha preso la procura di Muriel pochissimi mesi fa, prima di allora il giocatore veniva coccolato dall’entourage dell’Udinese. Chi fa informazione a certi livelli dovrebbe sapere che affermare che il colombiano ricorda un po’ nelle movenze Ronaldo, non significa che sia il nuovo Ronaldo (anche se, come stazza, a quello attuale un po’ ci assomiglia), sterile quindi e totalmente inutile la polemica riguardante questo paragone, oltretutto portata avanti da personaggi che fino all’altro giorno avevano il poster di Muriel in ufficio al posto di quello della Canalis (de gustibus). Di Lucci è diventato anche Leonardo Bonucci, che ha portato praticamente a termine il rinnovo con la Juventus: niente di difficile, perché il giocatore voleva rimanere in bianconero e ci rimarrà. Cosa ci aspettiamo da lui? Un paio di cose: che inizi a sbiascicare due parole una volta ogni tanto, visto che parlare in Italia è l’unica cosa che ancora è gratis (per taluni soggetti non dovrebbe esserlo, Lucci però non rientra sicuramente tra questi) e che dica a Bonucci di stare a sentire meno guru e motivatori vari e un po’ più l’allenatore, se è possibile.

GIOVANNI BRANCHINI – Rimane sempre al top della nostra classifica Giovanni Branchini, uno di quelli che a gennaio, come vi avevamo già raccontato, se ne era rimasto tranquillo nella sua posizione di chiaro vantaggio (basta dare un’occhiata al parco giocatori che si ritrova) senza muovere troppi tasselli. Se Branchini comunque non va dal mercato, il mercato va da Branchini, visto che spesso sono proprio le società a cercarlo per risolvere matasse che altri hanno messo in piedi. La sempre meno ingombrante presenza di Carlo Pallavicino (di cui poi parleremo più avanti), il suo “socio” in affari, lo ha un po’ avvantaggiato ultimamente: ci risulta ad esempio che sia lui a muovere i fili della trattativa Goran PandevGenoa (quasi in dirittura d’arrivo) e a curare gli interessi sull’asse Barcellona – Italia di alcuni giocatori, complici anche i buoni rapporti con il nuovo d. s. dei catalani Ariedo Braida (che però dovrà far fronte al blocco di mercato “blaugrana” fino al 2016). Cosa ci aspettiamo da Branchini prossimamente? Che faccia il Branchini, appunto, cioè che metta a segno qualche colpo dei suoi (onestà per onestà, già lasciare Angelo Ogbonna alla Juventus a guadagnare quelle cifre lì, sarebbe una mezza vittoria) e che dia una pacca sulla spalla al povero Alessandro Lucarelli, che nel giro di pochi mesi si è trovato a fare il presidente del Parma, il rappresentante sindacale stile Camusso del movimento calciatori (tanto Damiano Tommasi è ancora in letargo, glielo si legge in faccia da una vita) e pure il presidente della Lega e della FIGC.

ANDREA D’AMICO – Perde qualche posizione il buon Andrea D’Amico, di cui da un po’ di settimane si sono perse le tracce: anzi, se qualcuno di voi lo avesse avvistato in tv, anche all’Isola di Famosi o, che ne sappiamo, da Barbara D’Urso, è invitato a segnalarcelo. Lo diciamo senza alcuna malizia perché, come già spiegato l’altra volta, D’Amico è uno degli agenti più presenzialisti in Italia: la luce della telecamera gli piace e in questo non c’è niente di male. Dopo aver piazzato il gran colpo Sebastian Giovinco a Toronto (restiamo convinti che qualcuno lì in Canada si sia confuso e lo abbia scambiato per Messi) e quello Salvatore Bocchetti al Milan (per onestà intellettuale va detto che, negli ultimi anni, nella difesa rossonera si sono visti giocatori anche peggiori dell’ex Spartak Mosca), D’Amico si è preso una meritata vacanza, che però ci auguriamo non duri troppo, visto che gli altri agenti non staranno a guardare (soprattutto non staranno a guardare troppo la tv). Cosa ci aspettiamo dal suo operato? Prima di tutto, più coerenza verso i media: se fai il procuratore non puoi permetterti di essere troppo lunatico e ondivago nei rapporti con stampa e giornalisti, anche perché molti dei nostri colleghi non vengono pagati di sicuro abbastanza per stare dietro a strani caratterini. In secondo luogo: che faccia qualcosa per cui, come nel caso di Giovinco, valga la pena parlare ancora tanto e bene di lui. Alla fin fine D’Amico, con il cognome che si ritrova, non può esserci certo antipatico (ma io continuo a preferire la Ilaria lo stesso, voi capirete).

MARIO GIUFFREDI – New entry in classifica Mario Giuffredi: siccome noi siamo “ggiovani”, ci piace sponsorizzare i “ggiovani” come noi. Battute a parte Giuffredi ha nella sua scuderia pezzi interessanti come Mario Rui, Mirko Valdifiori e Luigi Sepe, tutti guarda caso dell’Empoli. Cosa ne evinciamo? In primo luogo che Giuffredi dovrebbe offrire come minino una pizza a Maurizio Sarri per aver valorizzato dei prodotti calcistici che fino ad un anno fa valevano la metà della metà di quanto valgono attualmente, in secondo luogo che il ragazzo ci sa fare ed è stato capace, nel corso degli ultimi anni, di mettere gli occhi su ragazzi interessanti che alla fine hanno mantenuto le promesse. Cosa ci attendiamo da Giuffredi? Possibilmente che piazzi quanto prima Valdifiori al Napoli (pare fatta, pare) o in una squadra affine, non tanto per il salto di qualità, quanto proprio per il riscatto sociale che questa operazione di mercato potrebbe rappresentare: il tanto vituperato e semi-sconosciuto Valdifiori che alla fine elimina la concorrenza di tanti giocatori gonfiati per approdare in una delle squadre più mediatiche d’Italia (il passo successivo per il ragazzo sarebbe fidanzarsi con una Velina). Poi che riporti finalmente Sepe al Napoli (titolare del suo cartellino): negli ultimi anni gli azzurri non hanno avuto portieri italiani di livello, quest’anno poi Rafael ci ha ricordato il motivo per cui avere un estremo difensore decente rappresenti almeno un quarto delle possibilità di poterti giocare lo Scudetto senza rovinarti le coronarie o gli ultimi anni di vita rimasti.

SILVIO PAGLIARI – Altra new entry nella top ten degli agenti più influenti d’Italia. Silvio Pagliari ha tanti giocatori, ma fondamentalmente la sua fortuna è uno su tutti: Manolo Gabbiadini. Piazzare l’attaccante al Napoli è stata la scelta giusta fatta al momento giusto: un’operazione di mercato portata a termine poi con largo anticipo rispetto ai tempi e con una precisione quasi chirurgica. Per questo motivo, non possiamo non rendere onore ad un agente che negli ultimi anni di strada ne ha fatta, dovendosi spesso misurare forse con un ego perfino più grande della sua fin qui ottima carriera. Cosa ci aspettiamo da Pagliari, cioè? Che la smetta di giocare al “piccolo Raiola. Più che altro non capiamo il motivo per cui, se tanti altri agenti possano rispondere tranquillamente al telefono (magari anche mandandoci allegramente ed educatamente a quel paese, fa tutto parte del gioco, siam mica ballerine di danza classica), non possa farlo, con tutto rispetto, lui, che certo al momento non ha ancora raggiunto l’apice del proprio percorso professionale. Che senso ha avere un ufficio stampa che filtra le tue telefonate? Da quando gli agenti si comportano come società di calcio? Oltretutto, diciamolo, un ufficio stampa che spesso Pagliari finisce anche per smentire, tra appuntamenti telefonici presi e poi rimandati, testate giornalistiche scambiate l’una per l’altra (ci chiediamo come la prenderebbe Pagliari se lo scambiassimo per un altro e gli chiedessimo, che ne so, se pensa di portare Okaka al Milan) e tanto altro ancora. Un consiglio, nella nostra estrema modestia, ci permettiamo di darlo, in amicizia: Silvio, rispondere al cellulare non costa niente e come diceva una nota pubblicità, “una telefonata allunga la vita”: clicca sul tasto verde e non ti puoi sbagliare. Attendiamo con ansia il giorno in cui Pagliari riporterà Donati in Italia per poterci complimentare con lui e dargli atto di un altro gran lavoro svolto, come quello per Gabbiadini, ma solo se lo meriterà. Con onestà e senza astio.

DAVIDE TORCHIA – Perde qualcosina in classifica Davide Torchia e non poteva essere altrimenti dopo essersi fatto sfuggire la procura di Leonardo Bonucci. Al momento l’affare Daniele Rugani – Juventus ed un parco giocatori comunque grosso, gli permette di rimanere in top ten, ma per quanto ancora? Al di là delle nostre classifiche, che chiaramente sono solo il contorno, assolutamente superfluo ed ignorabile, fatto ad uso e consumo degli affamati di notizie e di calcio, ci preme sottolineare come per un agente lavorare tanto equivalga a far valere il proprio preso specifico e la propria influenza sul mercato (oltre ovviamente a guadagnare, ça va sans dire): è per questo motivo che un ottimo professionista come Torchia non può e non deve lasciarsi sfuggire l’opportunità di dare ancora molto. I giocatori sono come le donne e i soldi in fin dei conti: vanno e vengono (spesso vanno solo a dirla tutta, come le donne e i soldi appunto, torno a ripetere), ma le capacità no, quelle restano sempre. Cosa ci aspettiamo dal buon Davide? Che ampli il suo parco giocatori con un nome grosso. Se ce l’ha già tra le mani, faccia un fischio, siamo curiosi.

DONATO DI CAMPLI – Ancora una new entry del mese di febbraio: Donato Di Campli è un personaggio per certi versi pittoresco e singolare, genuino come le olive abruzzesi da cui nasce l’olio, quello buono. Lontano dagli stereotipi dell’agente in giacca e cravatta, Di Campli deve le sue fortune ad un ragazzino esile e timido che di strada ne ha fatta, Marco Verratti. Pagheremmo oro colato (se avessimo oro da colare, s’intende) per vedere Di Campli trattare con gli sceicchi allo stesso tavolo. L’avvocato, stereotipi a parte, è uno che sa il fatto suo e che, così ci risulta, ma non vorremmo dire niente fintanto che la notizia non sarà confermata, potrebbe presto ampliare il proprio parco giocatori con un paio di nomi molto interessanti. Che ci aspettiamo da lui? Che dia meno credito ai venditori di notizie e che ampli il proprio raggio mediatico anche verso altri lidi, non per forza il nostro, ci mancherebbe, siamo sopravvissuti a tutto, sopravvivremmo senza problemi anche ai suoi mezzi silenzi. Lo diciamo però giusto perché vederlo parlare sempre e solo con chi sponsorizza il suo lavoro senza esercitare un sacrosanto diritto di critica, non fa ad onore ad un tipo genuino e schietto come lui. Può fare di più e di meglio.

FEDERICO PASTORELLO – E’ tutta un’attesa per Federico Pastorello, che aspetta il ritorno in campo di Giuseppe Rossi (gestito con il supporto del fratello Andrea) e attende che qualcosa si smuove all’orizzonte sul fronte Samir Handanovic (lo vuole la Roma, lo vogliono in Premier, quindi visto l’andazzo del mercato alla fine è probabile che rimanga all’Inter). Per noi resta ingiudicabile al momento, sia in termini positivi che in termini negativi, quindi seguendo la massima per la quale se non si ha nulla da dire, è sempre meglio tacere, tacciamo, limitandoci a metterlo all’ultimo posto della nostra top ten (ed è pur sempre una signora posizione, considerato il fatto che in Italia ormai ci sono più agenti che ex concorrenti del Grande Fratello). Cosa ci si aspetta da lui? Che faccia qualcosa, qualsiasi cosa, non è necessario chissà cosa, ma che sia una cosa. Chiaro, no? In verità nelle prossime settimane le occasioni per muovere le acque non gli mancheranno, per tutto il resto c’è Mastercard.

FUORI DALLA TOP TEN – Ai piedi della classifica prima di tutto chi, questo mese, ha fatto spazio alle new entry. Ci riferiamo a Carlo Pallavicino, agente ormai molto più avvezzo ai campi da golf che a quelli di calcio (continua e continuerà a perdere le procure di diversi giocatori, ma la cosa non pare toccarlo più di tanto, buon per lui): in pochi anni il fiorentino è passato da un ruolo di primissimo piano nel calcio italiano a più o meno importante comparsa del mercato. Out anche Beppe Bozzo, che paga in maniera evidente la scelta di aver assecondato Cassano: il barese poteva diventare l’idolo di Parma, uomo immagine di una situazione che rappresenta pienamente tutte le mancanze del calcio italiano e che lui stesso poteva contribuire a cambiare, ma come sempre ha preferito seguire l’istinto (e i soldi?), lo stesso che in nemmeno troppi anni lo ha portato dal Real Madrid alla lista degli svincolati ignorati dal mercato nostrano, tanto per intenderci. Da menzionare l’affare Felipe – Inter, ma ne parleremo meglio il mese prossimo, nell’attesa che il brasiliano magari giochi. Fuori, infine, Alessandro Moggi: dei suoi movimenti non si ha notizia da un po’, ma del resto lui stesso qualche mese fa aveva precisato che la sua nuova (ma vecchia) agenzia, la GEA World, si sarebbe occupata più di consulenze che di procure vere e proprie. Non ci resta che vedere dove piazzerà Lorenzo Tonelli in estate (se in Bundesliga o altrove).

GIOVANI E FORTI – “Erano giovani e forti, e sono morti”. Non nel senso letterale del termine, ci mancherebbe, ma in maniera più metafisica: i giovani agenti degni di menzione, per il mese di febbraio, in Italia non è che siano poi tanti (o almeno, quelli che potevamo menzionare li abbiam messi già in classifica). Teniamo come sempre d’occhio i nomi di chi, per parco giocatori a disposizione, avrà la possibilità di smuovere il mercato, da Cattoli a Bastianelli. Sempre interessante dare uno sguardo al lavoro di Romualdo Corvino, uno di quelli che può fare bene con poco. Certo, va detto come va detto, l’Italia non si conferma sicuramente un Paese per giovani. Ma questo già lo sapevamo.