CN24, top 10 dei procuratori: gennaio 2015 - Calcio News 24
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2015

CN24, top 10 dei procuratori: gennaio 2015

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Inizia la corsa ai Calcionews24 awards: questa la categoria agenti

Il calciomercato è andato, la festa è finita e gli amici se ne vanno. La sessione invernale del 2015 ha regalato qualche colpo interessante alle squadre italiane, molti interrogativi e, onestamente, anche un po’ di amaro in bocca: la sensazione di massima, più che altro, è quella di aver assistito ad un mercato fatto da idee poche ma confuse. Sarà che, come cantava qualcuno, la crisi un po’ ci ha cambiati, ma è anche vero che a scarseggiare nel calcio italiano non sono solo i soldi, ma pure le intenzioni. Nel calciomercato due punto zero, quello cioè della crisi, a parlare sono in tanti (anche nel nostro settore, se dobbiamo dirla proprio tutta), a fare davvero sono però in pochi. Stiamo imparando a conoscere meglio gli agenti che popolano il calcio italiano tramite la nostra rubrica settimanale, “Quello che l’agente non dice”, ci pare però anche onesto dare una collocazione agli attori principali del mercato.

LA TOP TEN – Lo faremo con delle classifiche, diciamo pure dei ranking mensili, per tenervi costantemente aggiornati sulle evoluzioni (o involuzioni) di agenti e dirigenti italiani, perché se è vero che di mercato si parla troppo (e spesso a sproposito), è anche giusto sottolineare quel poco che di buono c’è. Quando c’è. A fine anno tireremo le somme e, con il vostro aiuto, proveremo a premiare i più meritevoli: non stileremo nessun pagellone, non segneremo alla lavagna i nomi dei “cattivi”, ma evidenzieremo i meriti (ed i demeriti) di chi ne ha. Qui di seguito troverete la prima graduatoria annuale degli agenti, forse una delle più importanti perché, come scritto poco sopra, segue alla chiusura del mercato di riparazione. Il suo funzionamento è abbastanza semplice: saranno riportati i primi dieci agenti che operano nel calcio italiano, a noi piace definirli i “top influencers” della Serie A, ovvero i più influenti: si tratta di procuratori che operano nella gran parte dei casi anche da intermediari per le società o per altri colleghi. Sono tutti italiani e seguono essenzialmente il calcio italiano (motivo per il quale non troverete Mino Raiola o Jorge Mendes, per esempio). Ad ognuno di loro verrà affidato mensilmente un giudizio: i voti non ci piacciono, come detto lasciamo ad altri le pagelle, e d’altronde molti dei personaggi di cui parleremo non sono più in età scolare da un bel po’ di anni. Useremo quindi delle stellette, come già fatto per “Quello che l’agente non dice”, per segnalare indicativamente il rendimento di ognuno di loro. A lato di ogni nome troverete dei simboli che indicano l’andamento dell’agente rispetto al mese precedente, se cioè ha guadagnato posizioni, le ha perse o è rimasto sostanzialmente lì dove era. In ogni caso, al di là del rendimento complessivo, il fatto di poter essere in top ten dimostra già di per sè il grado di influenza di un procuratore: un po’ come per i calciatori, già il fatto di fatto di poter essere convocati in Nazionale tra centinaia di giocatori papabili, rende l’idea della bontà del loro lavoro. Ovviamente la classifica non sarà chiusa e ci sarà eventualmente spazio per delle new entry: sono tanti gli agenti giovani che meritano visibilità e non vogliamo focalizzare le nostre attenzioni solo sui più noti, ma anche sui più interessanti in vista del futuro. Questi sono i Calcionews24 awards

CLAUDIO COMANDA – In un mercato povero come quello italiano, da un punto di vista mediatico sono un paio i colpi che hanno attirato di più l’attenzione: quello che ha portato Samuel Eto’o alla Sampdoria e quello che ha portato Mattia Destro al Milan. Situazioni differenti, con un burattinaio in comune: Claudio Vigorelli, agente di entrambi. Muovere il camerunense dall’Everton in blucerchiato non era facile: in estate Samuel aveva firmato un ricco contratto con la squadra di Liverpool, ma Vigorelli era stato abbastanza previdente, tanto da ottenere già all’epoca da parte dei dirigenti inglesi la garanzia di una eventuale “liberazione” del giocatore in caso di offerta dall’Italia. Così è stato: Eto’o si è liberato a costo zero dall’Everton, rinunciando sì a un ingaggio importante, ma andando a firmare un contratto comunque di tutto rispetto a Genova (e soprattutto tornando in Italia, dalla sua famiglia). Se lo scopo di un procuratore è rendere felici i propri assistiti, allora Claudio lo ha fatto bene anche nel caso di Destro: il giocatore voleva il Milan, la Roma tentennava (giustamente) un pochino. Alla fine Destro è finito in rossonero e ci ha guadagnato dal punto di vista economico, il Milan di oggi è dieci passi indietro alla Roma, è vero, ma il ragazzo in giallorosso scaldava la panchina, a Milano è al centro di progetto tattico importante e, vada come vada, adesso toccherà a lui giocarsela alla grande da qui a giugno, anche perché il suo agente non potrà di certo scendere in campo con lui. Vigorelli era anche l’intermediario per l’Italia di Rolando: ha provato all’ultimo a piazzarlo all’Inter, ma non c’erano più margini di trattativa, ci fosse riuscito avrebbe raggiunto la lode. Carattere schivo e riservato, Vigorelli è uno di quelli che parlano poco con la stampa e non ama molto le telecamere o le luci della ribalta, ma se ha una cosa da dire, la dice. A gennaio non ha mai venduto fumo alla stampa o ai tifosi. Poi è pure simpatico.

MONEYMAKER – Diciamocela tutta: quanti di voi un mese fa avrebbero predetto per Giovinco un futuro da top player super-pagato? In pochissimi… Eppure l’ex attaccante della Juventus è andato a Toronto firmando un contratto da mille e una notte: non dubitiamo che, a 28 anni, scegliere un campionato come la MLS sia una scelta forte, ma diciamo anche le cose così come devono essere dette, lasciare oggi come oggi questa Serie A, non è poi una tragedia. Oltretutto Giovinco alla Juventus, come Destro alla Roma, era un panchinaro, adesso verrà pagato quasi a peso d’oro. Merito del suo agente, Andrea D’Amico, colui che ha acconsentito anche alla scelta di mollare la Juventus a gennaio, quando l’accordo iniziale era per la prossima stagione: i bianconeri volevano Matri subito, D’Amico non ha opposto resistenza e, senza rancore, ha anticipato con i canadesi. Se piazzare Giovinco a Toronto è stata una mossa scaltra, piazzare Bocchetti al Milan è stata una mossa da scacchista provetto: il giocatore in Russia in tre anni ha giocato meno di un campionato, si era anche infortunato gravemente e pareva fuori da ogni giro che conta. D’Amico lo ha fatto rientrare in Italia quasi dalla porta principale: se ai milanisti la cosa può pure non piacere, per un agente, che chiaramente guarda al tornaconto personale e del proprio assistito, “resuscitare” un giocatore che era sparito dai radar, è il massimo. Tra l’altro con lo stesso Milan si potranno gettare le basi per affari nuovi in estate e buttiamo pure lì un nome: Mimmo Criscito. D’Amico, a differenza di Vigorelli, è uno degli agenti di ultima (o penultima) generazione che appare di più, lo si può vedere molto spesso in tv o sui giornali. A gennaio ha curato bene i rapporti con i media, ma non sempre in passato si è fatto trovare così simpaticamente pronto, non con tutti almeno. Se curare i rapporti con certi canali di informazione piuttosto che con altri è una scelta legittima, permetteteci almeno di dire che anche da parte nostra è legittimo fargli un appunto: esistono interlocutori privilegiati e meno privilegiati, ma non ci sono lettori di serie a e di serie b. Rispondere è cortesia, sempre. 

LE LUCCI DELLA RIBALTA – Alessandro Lucci è probabilmente, ad oggi, l’agente più influente d’Italia in prospettiva: è giovane, è abile e riesce ad arrivare con molta facilità all’estero. Il suo capolavoro si chiama Juan Cuadrado: preso che era un giocatore emergente e venduto pochi giorni fa al Chelsea per 35 milioni di euro (con tanti “grazie” della Fiorentina). Lucci è stato paziente, ha saputo aspettare insomma il momento più giusto per raccogliere i frutti con il colombiano, rifiutando offerte, anche importanti, quando non era il momento: un rischio calcolato (perché Cuadrado è rimasto in estate a Firenze quando pareva vicino l’addio), che alla fine ha pagato alla grande. Tutto quello che si sa di Lucci è che non ama parlare molto con i giornalisti e con la stampa: scelta assolutamente rispettabile, se coerente. Ogni tanto sarebbe anche opportuno provare a scambiare due chiacchiere, certo, lontano dalla propria torre d’avorio, ma ognuno del resto ha il carattere che ha. Così si dice, giusto?

GIOVANNI NON TRADISCE MAI – Quando si parla di Giovanni Branchini si parla di uno di coloro che han fatto la storia delle procure in Italia, per questo bisogna usare il giusto rispetto. A gennaio Branchini si è mosso a piccoli passi, senza fare rumore, come sempre: anche muovendo il minimo indispensabile (onestamente non ci sono stati grossi movimenti da parte sua in inverno), però Giovanni si è contraddistinto per essere un peso massimo. In molte delle trattative internazionali di cui si parla (ed anche quelle di cui non si parla) spesso c’è il suo zampino: più che come procuratore vero e proprio, Branchini si è mosso da intermediario e lo ha fatto tra Spagna, Italia e Germania (il Milan aveva affidato a lui la trattativa per Siqueira, ma l’Atletico Madrid chiedeva cifre troppo alte per le casse rossonere). Giusto in tempo per la fine del mercato, poi, ha preso la procura di Pavoletti e nel giro di poche ore lo ha portato con nonchalance al Genoa (altri probabilmente avrebbero smosso le montagne trattando prima con mezza Serie A). Branchini ha fama di burbero che non parla con nessuno, ma non è del tutto corretto: è un certo giornalismo fatto più di luci dei riflettori che di notizie, fatto più di “ve l’avevo detto” che di “vi sto informando” a non essere idoneo per lui. Onestamente neanche per noi.

IN ROTTA VERSO ITACA – A conti fatti è l’agente più giovane della nostra top ten: Ulisse Savini è uno dei procuratori di ultima generazione, ma forse uno dei più vecchia scuola. Ha portato prima di tutto Shaqiri all’Inter, piazzando da intermediario uno dei colpi di gennaio principali, poi ha lavorato anche per Salah, che inizialmente pareva vicino alla Roma ed infine è finito alla Fiorentina. E’ uno degli uomini più vicino a Mauro Icardi (che tratta il rinnovo con l’Inter) e l’ultimo giorno di mercato stava per piazzare il colpaccio Diakitè (svincolato) alla Sampdoria: alla fine la trattativa è saltata per volere di Mihajlovic, ma il difensore aveva già svolto le visite mediche con i blucerchiati. Insomma: Savini lavora sodo e fa quello che in molti suoi colleghi, in preda all’immobilismo o alla smania di sentirsi già arrivati, non fanno, ovvero propone i suoi giocatori ai club, non aspetta la telefonata giusta, ma sfrutta i contatti, esattamente come si faceva un tempo. Parla poco con i media ed in tv non si vede mai, per molti è un’entità astratta. Nell’ultimo mese, proprio lo stesso Diakitè, è stato avvicinato a 40 squadre diverse tra Serie A e B, Savini non ha mai smentito direttamente le notizie, scelta giusta, perché non si smentiscono le bugie: noi aspettiamo ancora che il ragazzo firmi col Cesena, come qualche bene informato disse.

DA ANNI AL TOP – Dura abituarsi alla concorrenza quando, per anni, si è monopolizzato il mercato senza troppa fatica. Del resto però Carlo Pallavicino continua a mantenere una grossa influenza in Italia e all’estero. Astuta (se sua) la mossa da parte sua di riportare De Ceglie alla Juventus: il Parma è una squadra ormai sull’orlo del fallimento, che non paga gli stipendi da mesi, ed il ragazzo non meritava di annaspare e svalutarsi come tanti altri colleghi (purtroppo) che non hanno la fortuna di avere il cartellino di proprietà di una big importante. Un po’ caotica la vicenda Pandev: a inizio gennaio il macedone, ora al Galatasaray, era vicino al Genoa, che però non poteva tesserarlo per regolamento (non c’era spazio per un altro extracomunitario in rosa quest’anno). Di base l’accordo c’era e probabilmente ci sarà anche per la prossima stagione, certo è che qualcuno doveva pure avvisare i rossoblu che era inutile trattare l’attaccante con tanta pressa… Per il momento Pallavicino attende, dunque, ma è inutile negare che sono tanti i colleghi ad oggi più agguerriti (e perché no, motivati) sul mercato, ci risulta inoltre molti dei suoi assistiti siano intenzionati a volare verso altri lidi. Dal punto di vista mediatico va riconosciuta a Pallavicino l’attenuante di una situazione di un certo imbarazzo: è l’editore di uno dei principali siti italiani di informazione calcistica, ovvio quindi, anzi fisiologico, che un canale privilegiato già ce l’abbia. Non è nel suo interesse insomma pubblicizzarsi troppo in giro, ma per onestà intellettuale va anche detto senza mezzi termini che in molti al suo posto avrebbero utilizzato il mezzo ed il potere a disposizione in maniera decisamente più spregiudicata.

ESTREMO DIFENSORE – Oggi para le polemiche, come un tempo parava i tiri su un campo da calcio. Ci riferiamo a quella relativa al rinnovo di Bonucci con la Juventus e al presunto cambio di agente (tanto tutti gli agenti, ciclicamente, dovranno fare i conti con lo spettro Raiola, su questo potete scommetterci). Davide Torchia è uno che lavora sodo e lo fa soprattutto in prospettiva: in questa sessione di gennaio non ha fatto movimenti da copertina, ma il riscatto di Rugani da parte della Juve è senza dubbio, in ottica futura, un colpo incredibile. Diamo tempo al tempo e vedremo: i giocatori si perdono e si guadagnano, può succedere (del resto le procure non sono eterne, hanno una scadenza proprio per una logica di cambiamento), ma va detto che Torchia quello che può fare, lo fa. Alla fine Galloppa è rimasto a Parma, in una situazione tremenda, ma le richieste per il giocatore provenivano soprattutto dalla Serie B, probabile dunque che, in questo caso, a contare più che la bravura dell’agente sia stata la volontà del ragazzo. Torchia non ama molto esporsi, è un professionista che però rispetta gli altri professionisti del settore (dato che non possiamo dare purtroppo per scontato con tutti), non ha l’aura mediatica di cui godono altri colleghi, ma in fondo va anche bene così.

L’ALTRO PASTORELLO – Federico Pastorello lavora in società con il fratello Andrea: i due si spartiscono il mercato estero e quello italiano, ma questo è un dettaglio che approfondiremo più avanti nel corso della nostra rubrica, “Quello che l’agente non dice”. Ai più è conosciuto come l’agente di Giuseppe Rossi, ma anche di Handanovic ed Evra, tanto per citarne un paio. A gennaio non si è mosso praticamente per nulla, impossibile quindi dargli un giudizio totalmente positivo, è anche vero però che talune volte è meglio restare fermi che combinare guai. Anzi, la mossa più furba forse è stata proprio quella di bloccare il passaggio di Livaja dal Rubin Kazan al Parma: i ducali non avevano le risorse per poter garantire l’ingaggio del ragazzo, che nel giro di 24 ore è arrivato in Italia, ha girato i tacchi ed è tornato in Russia. Meglio così in ottica personale: Livaja ha un carattere per nulla facile, inserirlo in un contesto come quello attuale dei ducali poteva essere potenzialmente molto dannoso. Ok l’idea di portare Gastaldello a Bologna: se è vero che è stato l’ormai ex capitano della Sampdoria a richiedere l’addio per questioni famigliari, allora nulla da dire. Pastorello è abbastanza interessato alla comunicazione, va detto però che non sempre rintracciarlo è impresa facilissima. Un po’ meno disponibile del fratello, Andrea, ma questa magari è una questione caratteriale.

IN FLESSIONE – Beppe Bozzo era fino a qualche tempo fa uno degli agenti più influenti d’Italia e forse, per buona parte del suo lavoro, lo è ancora (è il motivo per cui lo abbiamo inserito in top ten). Impossibile però non sottolineare qualche passo falso in questa sessione di mercato: la risoluzione di Cassano è stata una mossa fatta evidentemente per assecondare la volontà del giocatore, che però ha dimostrato già ampiamente in passato di non brillare particolarmente per pazienza e saggezza. Più che altro: perché risolvere con il Parma (che non paga gli stipendi da mesi ed è in una situazione tragica, torniamo a ripeterlo) se non hai alle spalle una richiesta di mercato precisa? Probabilmente per prendere tempo (gli svincolati hanno un ulteriore mese di tempo per cercarsi una sistemazione), ma l’impressione è che Cassano abbia cambiato idea nel giro di poche ore, quando ha deciso di mollare una squadra di cui appena poche ore prima, davanti alle telecamere di “Striscia la Notizia”, si era detto stra-innamorato. Nulla a che vedere cioè con la lungimiranza. Altra mossa non condivisibile dal nostro punto di vista è stata quella di spettacolarizzare l’addio di Cassano con tanto di foto della rescissione e ospitata televisiva un paio di ore dopo in tv: se la società Parma può anche non meritare rispetto per come ha agito, i tifosi ducali che hanno pagato in questi mesi i soldi del biglietto per vedere Antonio giocare a calcio, lo meritano troppo. La risoluzione è come una separazione: voi come la prendereste se vostra moglie si facesse allegramente un selfie mentre sta firmando le carte per mollarvi? Da comprendere poi un po’ meglio quali siano realmente gli assistiti dall’avvocato, ma in tutta sincerità non è che questa informazione debba essere per forza di dominio pubblico, rispettabile quindi la scelta di non comunicarla. Del resto Bozzo parla poco, anzi quasi per niente, con la stampa e con i media: se i suoi assistiti avessero lo stesso basso profilo che ha lui nella sua vita professionale, sarebbe sicuramente meglio, ma ora sono solo dettagli.

MOGGI JUNIOR – Con la sua Gea World Alessandro Moggi rimane ai vertici del calcio che conta, certo è impossibile negare che, rispetto a qualche anno fa, molto è cambiato. Al netto di tutti i giudizi che si possono dare, va sottolineato come Moggi junior sia uno di quelli che ha scontato la propria squalifica senza battere ciglio: ad oggi quindi va giudicato per ciò che fa, non per ciò che è stato. Alessandro lavora molto con le procure sue o con quelle degli agenti che lavorano con lui: è vicino a giocatori interessantissimi come Immobile e Tonelli e ad allenatori come Allegri. Al di là di questo, però, a gennaio non sono stati tantissimi i movimenti messi insieme. Più di tutto è da sottolineare come Moggi non sia riuscito a muovere una pedina fondamentale del mercato come Francesco Lodi: il centrocampista del Parma (squadra di cui abbiamo già detto abbastanza) era stato cercato da Torino, Milan e Lazio, ma alla fine è rimasto “appeso” nelle ultime convulse ore di mercato (un po’ come nel gioco della sedia, se ricordate, quando era sempre l’ultimo colui che restava in piedi). Non pienamente comprensibile il motivo per il quale, se tutti i suoi colleghi hanno provato a portare i propri assistiti lontano da Parma, Alessandro vi abbia portato uno dei suoi uomini, Nocerino. Incredibile a dirsi poi, ma nemmeno in questa sessione Zaccardo si è mosso dal Milan (ormai i tifosi rossoneri non ci sperano quasi più, ma questo ad un agente deve interessare il giusto). Alessandro Moggi, rispetto al passato, ha decisamente cambiato atteggiamento sul piano mediatico, impossibile non notarlo: appare e parla meno, lascia che spesso a prendersi il merito delle varie operazioni portate a termine siano i suoi collaboratori (sebbene quasi sempre ci sia il suo zampino di mezzo). Atteggiamento non sempre giusto, a nostro parere, quando sarebbero un bel po’ le cose da spiegare, anche nel proprio interesse personale (spesso stampa e tifosi equivocano poiché nessuno spiega loro niente, vale per tutti).

GLI OUTSIDER – Sono tanti gli agenti che possono rientrare in classifica, ma aspettiamo anche le vostre segnalazioni in proposito tramite il nostro account Twitter @calcionews24 o via mail (redazione@calcionews24.com). Facciamo qualche nome: il duo Marronaro – Puccinelli  ha mosso il mercato con le operazioni Diamanti e Gilardino, che tornano nel calcio che conta dopo quasi un anno di “inattività”. Andrea Cattoli resta uno dei giovani più attivi (ha una schiera quasi infinita di assistiti in tutte le serie), a gennaio è rimasto però con il cerino in mano per la questione Okaka, un giocatore che in Italia non ha avuto praticamente mercato (e se le richieste non ci sono, un agente non se le può mica inventare), ma sul quale pende ancora l’equivoco rinnovo (e i tifosi ormai sembrano essersi spazientiti). Mario Giuffredi (da non confondere con Gabriele Giuffrida, altro agente importante) scala posizioni e si dimostra, con i movimenti di gennaio (come il rinnovo di Sepe col Napoli ed il passaggio di Bellomo al Bari), un possibile prospetto per il futuro, certo il salto di qualità da parte sua lo aspettiamo con un grande approccio alla Serie A (potrebbe giocarsi qualche carta con Valdifiori, per esempio). Confermiamo il giudizio positivo anche su Romualdo Corvino, uno di quelli che, come Moggi, si porta dietro un cognome pesante, ma che lavora bene e in silenzio, senza fare troppo clamore e con rispetto reciproco per i media (cosa che ci piace). Aspettiamo i prossimi mesi per capire come e se Patrick Bastianelli potrà entrare in classifica: ha i nomi (uno su tutti, quello di Babacar, atteso dalla vicenda rinnovo) e le carte giuste per poter sfondare, gli manca forse ancora quel pizzico di “cattiveria” professionale necessaria che permette ai procuratori, in genere, di interfacciarsi senza troppe remore alle società più ostiche (sulla questione Fiorentina – rinnovi, potremmo scrivere un libro di 300 pagine almeno). L’esplosione o meno dei suoi ragazzi comunque ci dirà molto. Sempre ai piedi della top ten Giuseppe Riso, forse l’agente più simile a Raiola tra quelli della new generation. In questa sessione di mercato poteva piazzare il gran colpo Baselli al Milan, non l’ha fatto e forse questo non è nemmeno tanto un male. Nei prossimi mesi capiremo di più e meglio sulle sue intenzioni (ricordiamo che tra i suoi assistiti figurano anche Cristante e Vrsaljko). Resta fermo in attesa, almeno per il momento, anche Donato Di Campli, per cui comunque si prospetta un’estate di lavoro con il duo Verratti – Cacciatore. Menzione d’onore e “premio della critica” per il tandem Quadri – Pelosi, una coppia di agenti giovani, giovanissimi, che riescono a sfondare all’estero con il colpo Odegaard al Real Madrid: in prospettiva una vera bomba. In tanti avrebbero voluto concludere un’operazione del genere, lo han fatto loro con passione e pazienza, quella che a molti manca. Li vedremo mai alla prova Serie A?