De Biasi: «Avrei potuto allenare l'Italia al posto di Ventura»
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De Biasi: «Avrei potuto allenare l’Italia al posto di Ventura»

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Italia-Albania è alle porte: venerdì sarà anche una sfida tra De Biasi e Ventura. Il primo poteva diventare il ct della nostra nazionale se non fosse stato sorpassato dall’ex allenatore del Torino

La Nazionale Italiana di Ventura è chiamata a dare una buona prestazione contro i rivali dell’Albania di De Biasi. Non sembra ci siano dubbi dell’ultimo minuto per l’ex allenatore del torino che dovrebbe confermare il tridente con Immobile, Belotti e Insigne in attacco e confermare anche la solida difesa vista nella precedenti partite. La sfida contro l’Albania è una sfida anche tra i due tecnici, De Biasi avrebbe potuto allenare l’Italia se non fosse stato scelto Ventura, come racconta sulle pagine della Gazzetta dello Sport: «Mi dà fastidio chi non scala una piramide cercando alibi, non chi ci riesce. Per questo, anche se la Nazionale sarebbe stato il coronamento di una carriera fatta quasi tutta in provincia con la picozza, non invidio Ventura. Semmai i suoi giocatori. Difesa solida, Belotti, Immobile e Insigne in stato di grazia, le molte alternative che ha: Conte aveva meno carte da giocarsi, rispetto a lui. Sì, oggi potevo essere al suo posto. O perlomeno questo avevo sperato, e molto, dopo aver incontrato un dirigente Figc: pensavo di essere il primo, poi improvvisamente è cambiato qualcosa e Ventura mi ha sorpassato. Cosa è cambiato l’ho saputo a novembre a Como: a cena Tavecchio mi ha raccontato che una persona, una sola, mi ha ostacolato ponendo il suo veto. Dirò chi è appena possibile, anzitutto all’interessato».

TESTA ALL’ALBANIA PER CHIUDERE UN CICLO – «Cinque anni fa non avrei mai detto che sarei rimasto su questa partita per tanto tempo» continua l’allenatore affermando di aver rifiutato il Lecce per allenare la Nazionale albanese «Ho bisogno disfide sempre fresche: quella che mi propose l’Albania nel 2011 era freschissima, lo è pure sognare ancora il Mondiale, nonostante la ragione dica altre cose. Però dopo tre bienni non so se ci si potrà inventare altro, a meno che non mi chiedano di riprogettare una qualificazione europea. Passione Juventina scomparsa? Ero uno juventino sfegatato, affrontandola con il Brescia iniziai a vederla con altri occhi. Allenando poi il Toro cambiai definitivamente visione. Però la Juve è la Juventus: un club che sa guardare nel futuro con la forza di porsi un nuovo obiettivo appena centrato il precedente. Tornerò in Serie A, da cui mi sento snobbato, per una big quasi impossibile o per un progetto serio. Però in Italia le rose sono inchiodate da contratti pluriennali, essere un allenatore libero è difficile, mi è successo solo con Spal, Modena, il primo Torino con Cairo. Forse meglio un’altra esperienza in Spagna, o in Premier. O in Germania, anche se per un italiano dev’essere dura».