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Il caso Donnarumma al contrario: quando Scuffet disse no ai milioni dell’Atletico Madrid

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Nel 2014 l’Udinese aveva venduto Simone Scuffet all’Atletico Madrid, ma la famiglia rifiutò un contratto milionario per far restare il figlio vicino casa. Un caso Donnarumma al contrario…

Prima di Gianluigi Donnarumma, a debuttare a 17 anni in Serie A e a mettersi in luce come giovane portiere italiano più promettente per il dopo Buffon, c’era Simone Scuffet dell’Udinese. E, esattamente come sta accadendo per il portiere del Milan, intorno a lui si scatenò un caso mediatico durante il calciomercato estivo, ma dai significati diametralmente diversi: la famiglia Scuffet, anch’essa al centro della decisione come quella di Donnarumma (com’è giusto quando si parla di ragazzi molto giovani), fu decisiva nel rifiutare un trasferimento all’Atletico Madrid e un ricco contratto da 4.5 milioni in cinque anni che avrebbe cambiato la vita a tutti loro. Questo perché Simone doveva ancora terminare la scuola, e all’estero non l’avrebbe più fatto o l’avrebbe ritardato, cosa che i genitori temevano per il bene della sua formazione, scolastica ma anche calcistica (venne preferito restare a Udine anche per continuare a farlo lavorare con gli stessi preparatori dei portieri). Dal canto suo l’Udinese, nota come virtuosa società che crea plusvalenze scoprendo e lanciando numerosi talenti, al contrario del Milan, voleva approfittare dell’esplosione del suo gioiello del vivaio per monetizzare e aveva subito trovato un accordo con gli spagnoli per un affare totale di circa 10 milioni di euro.

CASI MEDIATICI- Così il club di Pozzo dovette rivedere i suoi piani con non poco rammarico e indire una conferenza stampa per spiegare i retroscena della trattativa rifiutata da Scuffet, il che ci riporta alla mente quella organizzata dal Milan due settimane fa per comunicare il rifiuto del rinnovo da parte di Donnarumma. Era appena terminata la stagione 2013- 14, e per il classe ’96 si erano spalancate clamorosamente le porte della prima squadra e della Nazionale maggiore di Cesare Prandelli dopo una serie di prestazioni superlative per un ragazzo della sua età, ancora da Primavera. Sembra passata un’eternità da quando si parlava di Scuffet come nuovo Buffon e accadeva tutto questo, e invece era appena tre anni fa: poi la carriera di questo portiere ha preso un’altra piega, e la scena di bimbo prodigio del calcio nostrano gli è stata scippata da tale Gigio Donnarumma. Un talento con molti punti in comune oggi che fa discutere e convoca conferenze stampa, anche se per annunciare un altro tipo di scelte. Ma a questo punto non ci interessa se siano quelle buone o quelle cattive, le scelte di questi due giovani portieri. Basta che siano le scelte giuste, perché un talento di oggi possa diventare il campione di domani.