Calciomercato Milan, il papà del Fair Play Finanziario Lago: «Nessuna bocciatura» - Calcio News 24
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Milan, il “papà” del Fair Play Finanziario: «Nessuna bocciatura»

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Umberto Lago, il “papà” del Fair Play Finanziario, assolve (per ora) il Milan: «Non hanno restrizioni di calciomercato». Così l’economista invece prova a spiegare le mosse del PSG…

Lui è Umberto Lago, fine economista e professore presso l’Università di Bologna, ma il suo nome ai più non dirà molto. Per otto anni Lago è stato il revisore dei conti UEFA di tutti i top club europei e sì, è stato lui uno dei padri, se non il principale inventore, del Fair Play Finanziario, la stessa materia su cui oggi si dibatte ad oltranza. Dopo le folli spese sul calciomercato del Paris Saint-Germain, ma più in generale di mezza Europa pallonara che conta, sono in tanti quelli che si interrogano sulla funzionalità effettiva del FPF. Il dubbio è legittimo, ma Lago prova a spiegare in maniera semplice cosa sta succedendo.

«Il caso Neymar? L’UEFA valuta l’impatto economico. Supponiamo un’uscita di 230 milioni e l’entrata di un asset da 230 milioni, che grava sul bilancio per 110 milioni a stagione tra clausola e stipendio – le parole dell’economica ai microfoni de La Repubblica . Non è di per sé un male, se il club genera 110 milioni di nuovi ricavi. Il PSG arriva da due bilanci in utile: la procedura d’infrazione scatterà solo se, conteggiati gli utili precedenti, il deficit supererà i 30 milioni». Ben diverso sarebbe il discorso qualora a pagare la clausola fosse stato il giocatore, coi soldi del PSG, aggirando così il FPF. Ma questo è ancora tutto da dimostrare.

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Calciomercato Milan e Fair Play Finanziario, Lago: «Zero restrizioni»

In Italia, invece, si parla tanto, forse troppo, delle spese del Milan. La nuova proprietà cinese finora ha sfiorato i 200 milioni di spesa per rimettere a nuovo la squadra, ma appena qualche mese fa aveva sottoscritto con la UEFA un voluntary agreement per aggiustare i conti (leggi anche: La UEFA avvisa il Milan: «Chi sbaglia, paga»). I rossoneri sono stati rimandati ora ad ottobre per l’analisi del piano finanziario: rischiano grosso? «Nessuna bocciatura. Per il ritardo nel closing con la nuova proprietà i tempi di analisi dell’UEFA erano stretti – chiarisce Lago – . Il dossier verrà ripresentato dopo la pausa estiva e il mercato, in un periodo più adeguato per l’istruttoria. Il Milan dovrà dimostrare la continuità del business plan per quattro stagioni. La prima è libera e la campagna acquisti senza restrizioni».

Tutto sotto controllo, dunque? «Per evitare sanzioni finanziarie o sportive, il Milan deve portare il bilancio in equilibrio in quattro anni, incrementando i ricavi. Nel piano potrebbero essere inseriti obiettivi: se incrementi gli stipendi più di un tot, scatta la sanzione. Ma le spese per la Champions League rientrano nella logica di chi investe». Pochi dubbi anche sulla nuova proprietà rossonera: «La UEFA ha facoltà di richiedere chi sia l’ultimate owner (il proprietario reale, in questo caso Yonghong Lì, ndr), il beneficiario finale. Credo che sia già stato chiarito dalla FIGC».