Fenomeno Toro sottovalutato per una classifica che non rende giustizia

Episodi iniziali che hanno ridotto l’impatto di una stagione super: i meriti di un allenatore dinamico

SERIE A TORINO – Si parla, tanto e giustamente, dello strepitoso campionato vissuto dall’Hellas Verona nelle vesti di sorpresa dell’attuale campionato: pochi meriti invece vengono riconosciuti ad un Torino che sta inscenando un livello di calcio tra i più godibili della Serie A e che paga in termini di classifica alcuni episodi in avvio di stagione in tal senso penalizzanti.

LA CLASSIFICA NON RENDE GIUSTIZIA – Seppur ottima, la classifica odierna del Torino – settimo posto solitario con venticinque punti all’attivo – non rispecchia il valore delle prestazioni finora mostrate. Nella prima fetta di stagione, prima che gli uomini di Ventura spiccassero il volo anche sotto il profilo dei risultati, si sprecano le occasioni buttate all’aria: le clamorose e beffarde rimonte subite da Milan, Verona e Sampdoria, i due rispettivi 3-3 contro Inter e Livorno dove – per ragioni diverse – i granata avrebbero potuto raccogliere decisamente qualcosa in più ed altre prestazioni non in linea poi con i risultati raggiunti. Trentuno reti realizzate e ventisette subite per una marcia che somiglia tanto a quella palesata dal Verona (34, 27) con i sette punti di distacco che esaltano la squadra di Mandorlini ed offuscano almeno parzialmente quanto di buono lasciato intravedere dal Toro.

IL LAVORO DI VENTURA – Un tecnico che ha già dichiarato in più di un’occasione di allenare oramai per diletto. Sarà pure così, gli crediamo ma il risultato finale è eccellente in relazione alle dotazioni d’organico: il Torino non ha una rosa da settimo posto ma attraverso la sua intraprendente proposta di gioco si è guadagnato il rispetto di tutti. E poi altro che integralista! Giampiero Ventura ha dimostrato di sapersi adattare con efficacia dall’oramai storico 4-2-4 che lo ha elevato agli onori della cronaca per il suo modello di calcio superoffensivo ad un 3-5-2 tatticamente più ordinato ma che non rinuncia ad un approccio decisamente costruttivo. L’allenatore è stato inoltre in grado di tramutare necessità in virtù, trovando soluzioni alla sequela di infortuni che ha investito la rosa del Torino – vedi essenzialmente nel pacchetto difensivo con i malanni occorsi a Bovo e Rodriguez – nonché al caso D’Ambrosio, con Ventura che si è visto improvvisamente privato di uno tra i laterali più in forma del torneo: l’avanzamento sulla linea dei centrocampisti di Matteo Darmian è stata soltanto l’ultima delle eccellenti trovate del tecnico granata.

CERCI-IMMOBILE DA STAR – Che l’approccio di Ventura esalti gli attaccanti è oramai storia nota ma l’intesa ricercata e poi trovata dai due calciatori italiani è uno degli elementi più interessanti del campionato: Alessio Cerci ha confermato in pieno il trend della recente stagione addirittura crescendo in termini di numeri, con gol ed assist addirittura in quantità maggiore rispetto ad un anno fa. Esplosivo in ripartenza, fase di gioco in cui riesce a macinare metri di campo palla al piede in un lasso di tempo brevissimo e senza perdere la necessaria lucidità per la scelta finale (assist o conclusione diretta), si è perfezionato anche nelle situazioni più statiche dimostrando un enorme talento di base. Ne ha beneficiato anche Ciro Immobile che, dopo una stagione di battesimo in A che può essere definita di transizione, ha trovato l’habitat ideale per affermarsi come un centravanti di ottimo livello. Nove reti a testa – bottino arricchito da sette assist per Cerci e due per Immobile – nonostante qualche atteggiamento che alle volte deve aver fatto letteralmente infuriare uno scenico Ventura: allenatore di personalità anche perché in grado di prendere decisioni impopolari. Intanto il suo Toro promette di stupire anche nel girone di ritorno.