Flachi: «Scommesse? I calciatori non vanno lasciati soli. Fiorentina da Champions, la Sampdoria…» - ESCLUSIVA
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Flachi: «Scommesse? I calciatori non vanno lasciati soli. Fiorentina da Champions, la Sampdoria…» – ESCLUSIVA

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Francesco Flachi, ex attaccante di Fiorentina e Sampdoria, in esclusiva a Calcionews24: ecco cosa ci ha detto

(Esclusiva a cura di Lorenzo Bosca) – Dalla Fiorentina alla Sampdoria, passando per la Serie A e l’ormai tristemente noto “caso” scommesse. Francesco Flachi, una vita sui campi di gioco all’insegna del gol, è intervenuto in ESCLUSIVA a CalcioNews24 per parlare dei principali temi di attualità nel panorama calcistico nostrano. Questo, con un occhio di riguardo verso le compagini che più l’hanno visto protagonista in carriera: quella blucerchiata e quella toscana, ed un passaggio conclusivo sulla sua nuova esperienza come responsabile del settore giovanile del Golfo Paradiso

Buongiorno Francesco. Iniziamo subito parlando di uno degli esempi più virtuosi del nostro campionato. Sorpreso dalla Fiorentina di Italiano?

«Secondo me la Fiorentina non è più una sorpresa. La Fiorentina sta avendo un percorso molto importante. Da quando è arrivato Italiano le cose sono cambiate, sta crescendo anno dopo anno. Il primo anno ha raggiunto l’Europa, il secondo anno due finali, quest’anno secondo me si può pensare anche al raggiungimento di un obiettivo importante. Per come ha iniziato e per quello che abbiamo visto a Napoli ci può stare tutto. Penso che la Fiorentina abbia ora una mentalità diversa rispetto agli altri anni. Sono più compatti e hanno l’esperienza, visto che sono 3 anni che giocano insieme. C’è un blocco importante a cui sono stati aggiunti giocatori che quest’anno hanno alzato il livello». 

E dove credi che possa arrivare la squadra viola. Champions League è dire troppo?

«No, non si esagera. Poi è vero che Milan ed Inter hanno qualcosa in più. Anche la Roma stessa forse per il suo attacco. La Juve ha certamente buoni giocatori e forse è un po’ avvantaggiata perché non gioca le coppe. Però poi non ne vedo altre, non vedo questo distacco enorme da non poter sognare di poter andare in Champions».

Dall’altro lato c’è una Sampdoria che sta attraversando un momento diametralmente opposto. Cosa credi che non stia funzionando per i blucerchiati?

«Per la storia e per la piazza la Sampdoria meriterebbe di più, però solo per questo gli altri non ti fanno certo regali (ride, ndr). È una piazza importante con una storia importante, i tifosi sono spettacolari. Ma quello non basta, anzi. Quando le squadre vengono qui (al Marassi, ndr) danno battaglia perché è come vivere una domenica di Serie A, quindi danno il tutto per tutto. La Sampdoria era in una situazione sicuramente non bella alla fine dello scorso campionato. Radrizzani e Manfredi sono riusciti a salvarla e a ricostruire una squadra che è andata in Serie B. È una squadra abbastanza giovane e in un campionato di Serie B che è lungo e impegnativo sta avvenendo alcune difficoltà. Ma la squadra nel complesso non è male, non sarà da vincere il campionato certo, ma nemmeno da non andare ai playoff. La squadra fa fatica a fare gol ed è forse un po’ ‘leggerina’, anche nel prenderlo il gol. Io penso che Andrea (Pirlo, ndr) stia cercando il vestito giusto per provare a fare emergere le qualità dei giocatori».

Andrea Pirlo merita quindi ancora la fiducia del club?

«Assolutamente. Non tutto dipende da lui, ma anche dai giocatori e loro devono capire che non è che perché sono alla Sampdoria che allora tutto è dovuto, anzi. Gli avversari quando vedono la Sampdoria danno ancora più battaglia perché tutti vogliono vincere contro la Sampdoria. Per questo loro devono stare attenti e concentrati. Col Catanzaro sono andati in vantaggio e poi dopo 20 secondi hanno preso gol e subito dopo c’è stato il secondo. Quindi devono capire che devono giocare tutti i 90 minuti con la massima concentrazione e non possono permettersi di rilassarsi un attimo perché il campionato di Serie B non è facile. Devono tirare fuori un po’ di orgoglio e carattere per uscire da questa situazione».

Cambiando argomento. Senza naturalmente entrare nello specifico della vicenda, che idea ti sei fatto su questo caso scommesse?

«Non sono un ipocrita e quindi non voglio dare giudizi specifici. Sicuramente mi dispiace. Però delle volte solo quando si va incontro ad un muro forse si capisce quello che si sta facendo. In ogni caso personalmente mi auguro che dopo tutto per i ragazzi sia successo effettivamente meno rispetto a quanto si sta dicendo e si sta sentendo. Anche perché il problema non sarà solo attuale, ma sarà anche dopo a livello personale. Bisogna giudicare bene come comportarsi e se in qualche modo si possono aiutare i ragazzi. Perchè ripeto, il problema non è solo ora ma sarà anche successivamente. Non è facile, quando uno sbaglia deve pagare, ma siccome personalmente ci sono passato so che i ragazzi dopo non si devono abbandonare…perché i problemi vengono dopo». 

E a tal proposito, facendo riferimento anche alla tua esperienza, pensi che ci sia il rischio di scadere in conclusioni affrettate prima ancora di conoscere la realtà dei fatti?

«Di solito quando succedono queste cose qualcosa è effettivamente successo. Altrimenti non uscirebbero certe persone a dire queste cose. Io mi auguro il meglio anche per la situazione del calcio italiano, siccome già si sta vivendo una situazione sicuramente non facile e si sta facendo un po’ di fatica a livello di campionato e di giocatori…se dovesse succedere realmente quello che dicono andrebbe a peggiorare la situazione. Ci aspettiamo, parlo da parte di chi vuole bene al calcio, che forse siano successe cose minori rispetto a quello che si sta dicendo in questi giorni».

Concludiamo con la tua nuova esperienza. Ora ricopri il ruolo di responsabile del settore giovanile del Golfo Paradiso. Che emozioni ti sta regalando?

«Ti devo dire la verità, non era nei miei piani fare il responsabile…ho avuto questa occasione e l’ho accettata. Ho puntato su me stesso, volevo provare. Io guardo i settori giovanili fino ad arrivare alla Juniores. Quindi è abbastanza impegnativo, intendo a livello di comunicazione…con i genitori, i dirigenti e i giocatori ecc ecc, devi sempre vedere cosa manca, cosa c’è, cosa va cosa non va e via dicendo. In più alleno i 2008, quindi devo preparare gli allenamenti, stare dietro ai miei ragazzi, perché naturalmente è un’età non tanto facile. Però con la giusta passione penso che si possano fare delle cose veramente interessanti. E soprattutto anche sul piano personale perché sicuramente mi può dare qualche cosa in più e insegnare qualche cosa in più. È un bagaglio tecnico importante per me e sono contento. Con i ragazzi che sto allenando ad esempio siamo partiti molto bene, vedere i ragazzi che eseguono quello che dico mi rende felicissimo e speriamo da qui alla fine dell’anno di ottenere dei risultati. Questo specialmente per i ragazzi e la loro crescita, dentro e fuori dal campo. E magari portando personalmente a casa dei risultati mi permetterà di farmi conoscere e di essere valutato per questo. Nel calcio non si sa mai cosa può succedere». 

Si ringrazia Francesco Flachi per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista