Il Milan ha poco tempo per risolvere la crisi e Pioli lo sa
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Il Milan ha poco tempo per risolvere la crisi e Pioli lo sa

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Stefano Pioli

Milan in crisi, ma il tempo per risistemare le cose è veramente poco. E questo lo sa anche mister Pioli

Il momento del Milan è difficile, definito com’è tra i pochi punti dell’ultimo periodo in campionato, la sconfitta di sabato sera in casa con l’Udinese e i relativi mugugni del pubblico, la necessità domani sera di fare la grande impresa col Psg a San Siro se non si vuole compromettere le possibilità di qualificazione agli ottavi Champions. Oggi Stefano Pioli ne ha parlato chiaramente in conferenza: «Abbiamo un senso di rivincita e rivalsa e dimostrare che non siamo quelli di sabato. Abbiamo deluso i tifosi che ci hanno sempre sostenuto e se ci hanno fischiato vuol dire che abbiamo fatto veramente male: di questo siamo consapevoli. Domani abbiamo l’occasione di tornare a giocare da Milan».
Ben sapendo che il calcio è materia complessa e ogni sintesi rischia di lasciare fuori troppe cose, esiste un problema più grosso degli altri, risolto il quale si possono generare sviluppi positivi anche nelle altre direzioni? Proviamo a scegliere tre analisi.

1) Le colpe del Diavolo. La Gazzetta dello Sport oggi ha titolato così un’approfondita disamina che si poggia sullo stato di difficoltà di 5 giocatori: Maignan, che ha commesso errori a Napoli e col Psg; Theo Hernandez, che accumula cartellini gialli; Chukwueze praticamente inesistente; Leao, la cui mira va corretta perché dei suoi gol c’è bisogno; Okafor, che ancora non ha trovato la sua giusta collocazione in campo.

2) Il senso del collettivo. É il mantra di Arrigo Sacchi, come si sa e come puntualmente ricorda sul quotidiano rosa. Per lui esiste un problema serio, i soli tre giorni che corrono tra Milan-Udinese e Milan-Psg: «Il fatto è che ora c’è poco tempo per entrare nella testa dei giocatori e convincerli che si deve diventare un collettivo”.

3) Il peso del mercato. Non sono pochi coloro che hanno pensato, detto e scritto che proprio in virtù del poderoso mercato estivo il Milan sarebbe cresciuto, com’è sembrato essere nei primi appuntamenti della stagione. Oggi si scopre l’esatto contrario e si individua nei nuovi acquisti il fronte più preoccupante della situazione, come riassume il Corriere della Sera: «Sul mercato il Milan ha investito 120 milioni di euro, ma diversi neoacquisti dopo un buon avvio sono calati: Reijnders è l’esempio. Il recupero di Loftus-Cheek può essere decisivo».