Mihajlovic: «Con l'Inter sarà difficile. Su Icardi...» - Calcio News 24
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Mihajlovic: «Con l’Inter sarà difficile. Su Icardi…»

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Inter – Torino, 10^ giornata di Serie A: ecco le parole di Sinisa Mihajlovic in conferenza stampa alla vigilia della trasferta del Meazza

Reduce dal pareggio contro la Lazio, il Torino è atteso domani dalla trasferta di Milano contro l’Inter di Frank de Boer, valida per la 10^ giornata di Serie A. Intervenuto in conferenza stampa, come riportano i colleghi di Toro.it, il tecnico granata Sinisa Mihajlovic ha presentato la sfida contro i nerazzurri, parlando anche del suo collega olandese e molto altro: «Il Toro di oggi è al 50% delle sue possibilità. Può ancora migliorare tanto, sicuramente Ventura ha fatto un ottimo lavoro in questi anni, ma quando si prende una squadra nuova, e si vuole cambiare molto, bisogna ripartire dalle fondamenta. Ed è quello che abbiamo fatto in questi mesi, seguendo i miei principi. Le fondamenta delle mie squadre” dice Mihajlovic, “sono un approccio positivo alle gare, intensità in allenamento, pressing, recupero immediato, carattere, voglia, rabbia e principi di gioco. Stiamo ancora lavorando su questo, anche se le ultime prestazioni mi fanno pensare che stiamo costruendo lo spirito che dobbiamo avere. E siamo al 50%, ripeto».

IL TORO DEVE CRESCERE ANCORA«Il resto poi dipende dalla gestione delle gare: dagli schemi, all’intensità, alla gestione delle forze. Dobbiamo vedere e rivedere gli errori fatti, cercando di non ripeterli più. Tutto questo ci permette di crescere e diventare una squadra compatta; dentro questa crescita ci sono degli errori che ti fanno pareggiare partite, come contro la Lazio, che ti servono a migliorare delle cose. Per cui, chi pensa che questo sia il Toro si sbaglia: il Toro deve crescere ancora molto di più. E lo dico prima di una gara difficile, dove andremo cercando di vincere, ma conoscendo il valore e il blasone dell’avversario può succedere che si perda. Ma questo non deve frenare il nostro processo di crescita e quanto fatto finora: dobbiamo sempre cercare durante una gara di trovare e raggiungere i miglioramenti. E penso che un altro 30% possa arrivare lavorando insieme e applicandosi, il resto dipende solo da noi: tirare fuori qualcosa che forse ancora non sappiamo di avere. Se non si riesce a fare, allora dovremo prendere qualcuno che ci farà fare quel salto di qualità. Mi ricordo che quando arrivai all’Inter in molti si chiedevano come mai, con tutte quelle spese, non si vincesse nulla. Poi, poco per volta, la squadra è cresciuta. Noi siamo sulla strada giusta, ma dobbiamo ancora lavorare. Noi questo lo sappiamo, vogliamo però che lo sappiano tutti».

DOBBIAMO APPROFITTARNE«Icardi? Se in una mia squadra può fare il capitano? Io non me ne sono mai preoccupato, devono scegliere i giocatori. Io non lo sono mai stato, ma mi sono spesso fatto sentire. Capitano non è portare soltanto una fascia, ma molto altro. È giusto che lo scelgono i compagni: se loro sono contenti, a me va bene. La gara di domani sarà difficile. L’Inter la giocherà come una finale: dentro o fuori. Noi dobbiamo approfittarne, ma anche prima di battere la Juve erano in crisi e l’hanno battuta. Se hanno fatto solo 12 gol è per un caso, hanno molte potenzialità. Noi possiamo colpirli e sappiamo come: non è facile segnare a Handanovic, ma dobbiamo evitare di ripetere gli stessi errori della gara col Milan. Non voglio regalare altri punti. Ci vorrà il miglior Toro. In 90′ la gara può cambiare moltissimo: conosco l’ambiente. So cosa può dare o togliere a una squadra in difficoltà. Quello che ho detto prima è per far capire che il Toro può essere molto di più di quello visto ora. Sappiamo che ci vuole tempo e tutto quanto spiegato in precedenza. Questa parte è importante per il processo di crescita: stiamo ancora lavorando sulle fondamenta, e su certi particolari che ti fanno crescere e che ti fanno fare la differenza».

A MILANO PER VINCERE«Nessuno si aspettava di vedere l’Inter così indietro. Noi andiamo lì per cercare di vincerla, sapendo però che ci sono degli avversari di fronte a noi. È un momento in cui dobbiamo dimostrare coraggio, andare lì e non pensare a chi dobbiamo incontrare, pensando a noi stessi, facendo le cose nostre. Se giochiamo da Toro possiamo battere chiunque, l’abbiamo già dimostrato. Abbiamo tutte le carte in regola per poterli battere. Noi lavoriamo sempre su tutti i fondamentali. È vero che abbiamo subito ben 7 gol su cross, palle alte. Perché? Non marchiamo bene. Su quello stiamo lavorando, è sicuramente uno dei pericoli di domani: l’Inter è una delle squadre che fa più cross in Serie A, Icardi lo conosciamo bene. Dovremo fare molta attenzione. È vero che comunque per questa gara abbiamo avuto poco tempo per lavorare: oggi faremo un po’ di tattica, ma questi aspetti li curiamo e li cureremo molto nelle prossime settimane. Dobbiamo migliorare lì: guardiamo solo la palla, spesso, e non l’uomo».

NON E’ SOLO COLPA DI DE BOER«Per un allenatore, la cosa più bella è quando vede che i ragazzi in campo lo seguono, cercando di mettere in pratica quanto si fa in allenamento. Loro sono tutti grandi professionisti, molto applicati, penso che dipenda dall’allenatore trasmettere le sue idee, incoraggiarli, far loro capire che con un certo atteggiamento ottieni i risultati. Poi i risultati vanno trovati, perché ti incoraggiano: il merito è tutto loro, perché io posso parlare tanto, ma poi giocano loro. E loro sono bravi. Ma ripeto, questo è il 50%, noi dobbiamo lavorare ancora. L’importante è mantenere questo atteggiamento. Non so se sarà un esame: per me è un solito giorno di scuola. Si fa quello che si studia, seguire la lezione, esprimersi e dire quello che si è imparato. Sapendo che se fai bene, prendi un voto alto. De Boer? Il nostro lavoro è fatto così: quando una squadra non fa bene è più facile cambiare allenatore che giocatori. Penso però che tutti debbano prendersi la loro percentuale di errori: un 33% tra allenatore, giocatori e società. Ma questo in generale: non so cosa succeda all’interno dell’Inter, non posso parlarne. Ma da allenatore a allenatore, spiace sempre. A parte quelli che mi stanno sulle scatole, per i quali sono contento (ride, ndr)».