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Juve, la “prepotenza” con Donnarumma non funzionerà

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Rumors di mercato vorrebbero la Juventus concentrata sull’erede di Buffon: Gigio Donnarumma nel mirino bianconero

Gianluigi Buffon, salvo clamorosi sviluppi dell’ultimissima ora, lascerà il calcio – e dunque la Juventus – nel 2018, dopo aver eventualmente disputato il Mondiale in terra russa. Dovesse centrare questo obiettivo, il portiere azzurro sarebbe l’unico nella storia del calcio ad esser stato convocato dalla sua nazionale per sei edizioni della Coppa del Mondo: un record pazzesco da tenersi stretto nel cuore e nella mente.

EREDITA’ INCOLMABILE – La Juventus dopo diciassette stagioni si ritroverebbe così a dover affrontare il capitolo portiere: impensabile avere qualcuno nel cassetto che sia subito accostabile a chi da tanti ritenuto il portiere più forte nella storia di questo sport. Quello che con la sua Juve ha fatto incetta di successi, vincendo anche il Mondiale con la storica Italia di Lippi nel 2006, senza però riuscire a mettere le mani sulla tanto agognata Champions League: ci proverà ancora nei due anni che gli restano. I trofei sono una parte della raffigurazione di Gianluigi Buffon: la leadership riversata sul campo sin dalle primissime battute della sua lunga favola bianconera e la straripante personalità lo hanno reso uno dei pezzi maggiormente pregiati nella gloriosa storia del club bianconero.

A MENO CHE… – A meno che non nasca qualcuno che lo vedi così, a sedici anni, e sei praticamente costretto a lanciarlo in prima squadra: Gianluigi Donnarumma – anche lo stesso nome? – rientra in quella ristrettissima schiera di prodigi per cui una spiegazione risulta oggettivamente troppo complessa. Guardare ed ammirare, si fa prima: perché va bene tutto, ma che da minorenni si giochi con quella consapevolezza e con quella serenità è qualcosa la cui soluzione la lasciamo volentieri a quelli più bravi di noi. Impensabile dunque non metterci gli occhi sopra: lo ha fatto la Juventus come ogni club del mondo, è lecito ragionare già in termini di nazionale italiana. Oramai stabilmente nel gruppo dei grandi, viene da pensare a chi debba giocare tra lui e Buffon (eventualmente) in Russia, quando il buon Gigio avrà la bellezza di 19 anni ed alle spalle tre stagioni da titolare in un club della caratura del Milan (scusate se ci viene da ridere descrivendo questo alieno): non fosse altro perché poi ci lamentiamo di non avere eredi e di non procedere al ricambio generazionale. Difficile farlo se quando li abbiamo non li facciamo giocare.

CARA JUVE NON FUNZIONERA’ – La prepotenza (nel senso non dispregiativo del termine) con cui la Juventus ha condotto le sue ultime operazioni di calciomercato, acquistando con tanto di clausola rescissoria – e dunque eludendo ogni trattativa – Miralem Pjanic dalla Roma e Gonzalo Higuain dal Napoli, ha inevitabilmente gonfiato l’ego di Beppe Marotta e colleghi. Tutto lecito e legittimo, ci mancherebbe altro anzi, ma i segnali emersi da questi due innesti sono stati quasi irriverenti nei confronti del calcio italiano: come a dire, già siamo superiori, ora prendiamo anche i migliori calciatori delle due nostre più credibili concorrenti. Un atto di prepotenza (sempre nel senso non dispregiativo del termine) che sta fondamentalmente già dando i frutti nella stretta attualità, con i bianconeri ancora avanti a tutti a dettare la strada. Ma che non si ripeterà con il Milan e con Donnarumma: il Diavolo storicamente non è un club che ha bisogno di clausole e clausolette per impostare il proprio rapporto con i calciatori. Per trattenerli o meno, controvoglia o meno. Il Milan è il Milan e la Juventus non andrà lì a prendersi il suo miglior calciatore. Non andrà perché non riuscirebbe a farlo. Impensabile sotto la guida Berlusconi, altrettanto con chi presto arriverà al suo posto: il Milan è il Milan e chi lo ha acquistato – chiunque esso sia – farà bene ad apprenderlo subito.