Lucas Leiva, squalifica dopo Milan-Lazio? Insulti a un dirigente disabile
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Milan-Lazio, Leiva insulta un disabile? Lui smentisce – FOTO

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Anche Lucas Leiva a rischio squalifica dopo la partita col Milan: il centrocampista della Lazio avrebbe preso in giro Ugo Allevi, dirigente rossonero costretto su una sedia a rotelle

Milan-Lazio può avere conseguenze molto pesanti per entrambe le formazioni: oggi il giudice sportivo è chiamato a decidere riguardo alle possibili sanzioni su più giocatori in relazione al match di sabato sera. A rischio di prova tv ci sono Franck Kessié e Tiemoué Bakayoko su sponda rossonera per il gesto della maglia di Francesco Acerbi esibita in segno di sfottò nei confronti dei propri tifosi a fine gara, ma pure i laziali Patric e Luiz Felipe, autori di qualcosa che è sfuggito agli occhi dell’arbitro. Non solo però, perché come racconta stamane Il Messaggero nel mirino della giustizia sportiva potrebbe finire anche Lucas Leiva: il centrocampista brasiliano si sarebbe resto protagonista, almeno secondo le indiscrezioni non ancora confermate, di un gesto semplicemente disgustoso a fine partita che avrebbe suscitato la reazione furibonda del dirigente milanista Ugo Allevi.

L’episodio, finito probabilmente a referto arbitrale, avrebbe visto Leiva avvicinarsi a bordo campo ad Allevi, costretto su una sedia a rotelle, alla fine del match in tono polemico. Il centrocampista della Lazio avrebbe urlato all’indirizzo del dirigente rossonero: «Stai seduto e zitto!» in chiaro riferimento alla sua disabilità. Ne sarebbe scaturito uno scambio di insulti che avrebbe poi coinvolto un po’ tutto il resto dei giocatori nella rissa finale per la quale sono passibili di squalifica anche Mateo Musacchio e Andrea Bertolacci. Il giudice sportivo oggi potrebbe andarci giù in maniera davvero dura: si attendono novità entro il pomeriggio.

Il giocatore, in mattinata, ha smentito l’accaduto con un post sui social: «Mi preme chiarire in modo chiaro che le accuse rivolte recentemente alla mia persona su eventuali fatti nel post partita di Milano, sono totalmente false ed infondate. È mia premura evidenziare in modo perentorio tale fatto increscioso e totalmente falso nei miei confronti, in quanto in dieci anni di carriera non mi sono mai permesso di mancare di rispetto a nessuno. Ciò non fa assolutamente parte del mio comportamento professionale e altresì offende non solo terzi ma anche me a livello umano. Sicuramente in una partita di calcio, preso dalla tensione agonistica, posso aver detto molte cose, ma c’è sempre un limite che giammai mi son permesso di superare, in quanto la mia educazione fondata su rispetto e buon senso non mi farebbe mai tollerare tale condotta».

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