Milan presuntuoso e spento: a Pescara la peggior faccia del Diavolo - Calcio News 24
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Milan presuntuoso e spento: a Pescara la peggior faccia del Diavolo

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Pescara-Milan non ha mostrato il lato migliore dei ragazzi di Vincenzo Montella, tutt’altro. Un’analisi della pessima prova dei rossoneri nella 30ª giornata di Serie A

Pescara-Milan di oggi ha consegnato ai tifosi rossoneri la peggior partita della gestione Montella. Neppure una delle sconfitte patite finora aveva mai mostrato questo volto del Diavolo: svogliato, supponente, irritante. La squadra è entrata in campo per attendere il triplice fischio e i tre punti, ma è stata beffata da un Pescara a tratti sornione e molto ben messo in campo, la grinta e la voglia hanno fatto la differenza. È stata soprattutto la gara in cui Montella ha davvero qualche colpa, soprattutto nella gestione dei cambi. Ma andiamo per gradi e partiamo con un’inevitabile captatio benevolentiae: il Milan non attraversa il miglior momento della sua storia e ha in rosa giocatori che stanno rendendo più del dovuto (perché sì, se dopo quattro anni di nulla un giocatore tira fuori una stagione buona vuol dire che l’anomalia è proprio la stagione buona), in più si sono messi di mezzo quest’anno alcuni infortuni e/o errori arbitrali che potevano fungere da alibi. Non oggi, non a Pescara e non con l’atteggiamento che i rossoneri hanno mostrato in campo.

Pescara-Milan: analisi di un passo falso

Il Delfino in novanta minuti ha tirato una volta e mezzo nello specchio della porta ma è riuscito a segnare con una topica di Paletta, che quando non è il migliore in campo è decisivo per gli avversari. Se si aggiunge anche il primo errore di Donnarumma in carriera allora sì che il quadro è perfetto. D’altronde visto che è finito su Topolino, sarà stato un omaggio a Paperoga. Battute a parte si sono salvati in pochi oggi, quei due che sono entrati in campo per vincere e non con la tenacia di un anziano in fila alle Poste: Alessio Romagnoli e Gerard Deulofeu. A loro si aggiunge Leonel Vangioni, sempre meno corpo estraneo e sempre più miglior terzino nella rosa del Milan. Romagnoli ha giganteggiato in mezzo al rapido e sparagnino attacco pescarese, si è vestito da playmaker nella ripresa e per poco non ha deciso la partita con un colpo di testa da maestro. Deulofeu invece è il tipo di giocatore che al Milan è mancato negli ultimi anni, uno in grado di far saltare in banco con tecnica e accelerazioni, qualità che nemmeno Suso e Bonaventura hanno in maniera così ampia. Il pari è merito di Deulofeu (ft. Pasalic) e Romagnoli, gli unici ad aver davvero convinto. Poi, il buio.

Pescara-Milan: i singoli

Di Donnarumma e Paletta, poverini, si è già detto. Ocampos continua a essere la versione meno dribblomane di Robinho: un giocatore che pare fine a se stesso e si squaglia nel momento in cui si ricorda che nel calcio ci sono pure gli avversari. Sosa non è il miglior colpo di calciomercato della storia e lo ricordano le sventagliate in braccio ai raccattapalle. Locatelli e Calabria hanno giocato al di sotto delle loro potenzialità, tanto che viene da chiedersi quali siano le loro potenzialità. A quest’età dovrebbero davvero essere la forza motrice del Milan, soprattutto per le qualità che hanno (o dovrebbero avere). Proprio qui sta il problema del Milan, a due settimane da una vittoria in sour-place che aveva restituito il sorriso e tifosi e dirigenti, rincuorati anche dalle news su Rossoneri Lux e fondo Elliott: questa squadra non può distrarsi un attimo, non può sentirsi superiore all’avversario e considerare una partita già vinta. La mancanza di qualità generale si sposa malissimo con la presunzione, un difetto del Diavolo odierno. Il Milan si è svegliato solo con le accelerazioni di Deulofeu e con l’impostazione di Romagnoli, altrimenti sarebbe stata una partita da calma piatta. Con Muntari a farla da padrone in mezzo al campo, per dire.

Pescara-Milan: gli errori di Montella

Vincenzo Montella, fin qui l’uomo in più del Milan più difficile degli ultimi sei anni, ha le sue colpe. Innanzitutto motivazionali: deve essere l’allenatore a infondere la carica ai suoi e a farli restare coi piedi per terra, il Milan ha dimostrato che se non ha la giusta concentrazione allora mostra tutti i suoi limiti e forse anche qualche pecca in più. In seconda analisi Montella ha sbagliato non tanto la formazione, quanto i cambi. Ocampos non sembra la persona più adatta a giocare in questo Milan adesso, ma questo offre la rosa (non si tiri fuori che Honda può essere un ripiego utile, perché con questo stile di gioco andrebbe in affanno già dopo “O Generosa“); cambiare Bacca però è sembrato un atto di autolesionismo atroce. Nella partita più di sacrificio mai fatta dal colombiano, protagonista addirittura di un contrasto e di un passaggio da gol per Sosa, Montella ha continuato la sua sfida personale togliendolo senza un motivo logico. Lapadula avrà anche tutta la grinta del mondo, ma oggi aveva le polveri bagnate dalla commozione. Un brutto passo falso dunque per Montella e per il Milan, soprattutto perché contro la peggior difesa europea non si possono buttar via due punti. Un’occasione sprecata che potrebbe essere decisiva nella corsa europea, ma una grande lezione: Montella e i giocatori pensino di più alla squadra che a se stessi o alla forza degli avversari. Allora potremmo rivedere il Milan caparbio del 4-3 al Sassuolo o quello cinico dell’1-0 alla Juventus.