Renato Villa: «Bologna, Motta come Maifredi, unione speciale»
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Renato Villa: «Bologna, Thiago Motta come Maifredi, c’è un’unione speciale»

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Thiago Motta

Renato Villa, il Mitico amato dalla tifoseria rossoblù, rivede nella squadra di oggi quell’entusiasmo che portò il suo Bologna in Coppa Uefa

Renato Villa, il Mitico amato dalla tifoseria del Bologna, rivede nella squadra di oggi quell’entusiasmo che portò il suo Bologna in Coppa Uefa. Una storia di un altro secolo, raccontata a La Gazzetta dello Sport.

COME IL SUO BOLOGNA – «Noi eravamo un gruppo di amici. E sto notando che anche in questa squadra c’è una unione che mi pare speciale. Lo so e lo vedo. Esempio: chi entra non ha mai il muso e dà tutto, chi è in panchina esulta come fosse in campo, i giocatori si aiutano. In questo Motta ha saputo creare un corpo unico come lo eravamo noi con Maifredi. Giocavamo un gran bel calcio ed eravamo uniti, forti nel voler dimostrare. C’era spirito, coesione, amicizia. E lo spirito giusto ti porta 4-5 punti in più».

CONCETTI DIVERSI«Noi giocavamo a zona, Gigi (Maifredi, ndr) era uno dei primi: andavamo in pressing sulle punte avversarie. Il Bologna ha concetti diversi ma è molto bello».

PUNTI IN COMUNE«Tenga conto che i campionati in cui giocavamo noi avevano i Maradona, Gullit, Van Basten, anche il povero Brehme, giocatori unici, campioni. Per questo tutto ciò che facemmo quell’anno, nel ’90, fu straordinario. Avevamo una caratteristica che vedo spesso nel Bologna di oggi: ce la giocavamo con tutti. Veramente tutti. Convinzione e testa alta. Sapevamo cosa fare noi, sanno cosa fare oggi».

IL PIU’ DIVERTENTE«Sto ancora col nostro. E del perché ne abbiamo parlato prima: noi facemmo quell’annata arrivando in Europa lottando contro campioni e squadre forti, piene di prime firme. Vorrei ricordare che Arrigo (Sacchi, ndr) mandava gli osservatori più o meno di nascosto a guardare la zona di Maifredi. Eravamo noi e il Milan a praticare la zona vera».

I GIOCATORI«Avevamo anche Pecci, quell’anno Cabrini e Giordano. Ma mi dica: allora chi li conosceva i De Marchi, Luppi, Stringara, me o altri?».