60.795.612 commissari tecnici. Meno uno - Calcio News 24
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60.795.612 commissari tecnici. Meno uno

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Rubrica “Italia Anno Zero”: la nazionale di Conte verso Euro 2016

L’ultimo dato Istat a disposizione ci racconta – al 1’ gennaio del 2015 – di una popolazione residente in Italia pari a 60.795.612 unità. L’istituto nazionale di statistica sorvola però sulle rispettive professioni. In tal senso vi aggiorniamo noi: commissari tecnici della nazionale italiana di calcio. Qualifica lavorativa che professa il meglio, puntualmente, in occasione delle convocazioni per le rassegne internazionali.

ERRORE A PRESCINDERENo quello non andava chiamato, ma come ha fatto a convocare quell’altro, ma l’ha visto tizio o meno, e caio… il solito raccomandato. Nel giro giusto. I bar di tutta Italia si popolano delle frasi appena suggerite, tra un caffè e l’altro, così come le chat degli smartphone, abbondano le considerazioni di chi si eleva ad opinion leader ma che poi ha timore anche a scegliere una marca di latte invece dell’altra. Un selezionatore di una nazionale di calcio deve individuare 23 calciatori su una base ben più ampia: come fa, sbaglia. Fortuna ha voluto che la scelta spetti ad un solo individuo e non al collettivo di tutti i bar italiani: non fosse altro per un problema organizzativo, complesso impostare una conference call e dare voce ad ognuno. E’ il gioco delle parti: ed è bello così. Italiano per definizione, nel bene e nel male.

LE SCELTE – Abbiamo detto 23 ma in realtà siamo ancora a 30: tra una settimana l’unico commissario tecnico in carica (sì, Antonio Conte) depennerà dalla lista ulteriori sette unità, per giungere al massimo numero consentito. Superfluo dibattere sulle scelte logiche: saprete già tutto. Spostiamoci al confine: i borderline risultano essere uno tra Astori ed Ogbonna in difesa, uno tra Zappacosta e De Sciglio come esterno difensivo, uno tra Bernardeschi, Insigne ed El Shaarawy da esterno offensivo, due centrocampisti centrali (Motta e Montolivo se non risolveranno i problemi fisici, altrimenti Benassi, Sturaro e Jorginho gli indiziati), da intendere il profilo di Bonaventura ed infine – in base alle scelte sugli attaccanti mobili – potrebbe rischiare una punta di peso tra Pellè, Zaza, Eder ed Immobile, con quest’ultimo principale indiziato.

QUESTIONE TATTICA – Argomentazione dettagliata in precedenza in più di un’occasione: le assenze cruciali nel fulcro della squadra – il centrocampo – consiglieranno ad Antonio Conte di partire con un accorto 3-5-2 base, senza rinunciare però al solito aspetto propositivo e magari cambiando in corso d’opera, dimostrandosi camaleontici e capaci di schierarsi a tre attaccanti in base alle contingenze delle partite. Ma di base si partirà con due: emerge dunque la questione dell’adattabilità. Ad esempio per Insigne ed El Shaarawy: i deputati al talento in una nazionale che in tal senso difetta come poche altre nella sua storia, che però rischiano di non avere un’identificata collocazione nello scacchiere tattico del ct. Se non in corso d’opera, quando (eventualmente) si passerà a tre attaccanti.

SCENARIO – Giudicare alla fine. Questo, a Conte, lo si deve. Lo merita il suo curriculum: tre volte campione d’Italia con una Juventus devastata dal post-Calciopoli, record di punti e così via. Ponendo le basi della squadra che è oggi tornata a dominare il palcoscenico italiano. Regge poco peraltro la vicenda Chelsea: il nostro commissario tecnico lo conosciamo meglio di quanto sembri, è (legittimamente) professionista che bada innanzitutto al suo tornaconto e che dunque coglie ogni opportunità che gli si palesa. Così come, se gli stimoli vengono meno, non si preoccupa di lasciare la barca a ritiro iniziato dopo aver invece ufficializzato la permanenza. Ogni riferimento all’addio alla Juventus non è puramente casuale. Ma la sua tigna, l’ardore, la massima dedizione alla causa è oggettivamente fuori discussione: sarà il solito Conte avvelenato. Se ad Euro 2016 andrà male non sarà per via della testa altrove, di pensieri d’Inghilterra: ma perché non saremo stati all’altezza. Ed allora i giudizi saranno leciti: ma attendere quel giorno – senza gufare che avvenga – appare quantomeno consigliabile.