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2014

Calcio e pistole

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La Lazio del ’74

Prima dello scudetto della Lazio stellare di Nesta e compagni, i biancocelesti vinsero già uno scudetto 25 anni prima con una squadra altrettanto gloriosa, nel campionato 1973-74. Noi milanisti, ahimè, abbiamo memoria più nitida dell’annata precedente quando perdemmo il titolo nella famigerata fatal Verona. La Roma degli anni ’70 è una città particolare. È certamente la città eterna, la città più bella del mondo, come lo è d’altronde tuttora, ma è anche la città del potere, la città del Libanese, del Freddo, del Dandy e del resto della Banda della Magliana. Come spesso accade, jet set e lato oscuro si intrecciano in un groviglio di storie che si depositano nella leggenda metropolitana e nella narrativa di strada, prima di diventare materiale giornalistico. Non è quindi un caso che, proprio qui a Roma, in quegli anni faccendieri, politici, musicisti, attori, banditi e magari anche calciatori frequentino gli stessi posti, condividendo magari affari e interessi o anche solo gli hobby e il tempo libero.

Proprio come la città di cui, rivaleggiando coi giallorossi, intende essere la prima rappresentante, anche la Lazio del ’74 è una squadra molto particolare, sui cui si sprecano gli aneddoti e su cui negli anni sono stati versati fiumi di inchiostro. C’è chi ha detto che non sia altro che un manipolo di facinorosi e violenti e che le sue vittorie, un po’ come il Wimbledon della Crazy Gang, di cui abbiamo parlato tempo fa, sono dovute essenzialmente all’atteggiamento rissoso e minatorio nei confronti degli avversari. C’è addirittura chi sostiene che fosse un gruppo di fascisti prestati al pallone, con amicizie nemmeno troppo celate afferenti al mondo della malavita e dell’estrema destra romana.    

La Lazio del 1974 era una squadra divisa in due gruppi, da una parte quella di Chinaglia, dall’altra quello di Wilson. Due vere e proprie gang che si cambiavano in spogliatoi diversi, che mangiavano in tavolate separate durante la pause pranzo a Formello, che non si esimevano dal risolvere a mani i propri dissapori. Quando la guerra interna allo spogliatoio diventò di dominio pubblico, la partitella d’allenamento del venerdì tra i due clan, fatta di gomitate non proprio involontarie ed entrate proibite, si trasformò in un appuntamento fisso per molti tifosi. Per molti la rabbia profusa durante la settimana fu proprio la ragione principale della solidità e della compattezza del gruppo durante le partite ufficiali. Una squadra, insomma, divisa dal lunedì al sabato e straordinariamente unita la domenica.

Memorabile fu la partita contro l’Ipswich Town nella Coppa Uefa del ’73 dove, vittima di un arbitraggio penalizzante che impedì una storica rimonta, decisero di vendicarsi dell’oltraggio subito dandole di santa ragione ad ogni singolo avversario dopo il triplice fischio.

Leader e collante di questo team di scapestrati fu il grande mister Maestrelli, l’unico in grado di gestire il bomber Giorgio Chinaglia, grande in campo quanto piccolo fuori, spesso protagonista di comportamenti infantili e da prima donna, il quale non si faceva grandi problemi a mandare pubblicamente a quel paese i propri allenatori come fece con Ferruccio Valcareggi nel Mondiale del ’74, dopo essere stato sostituito da Anastasi.

Nella Lazio del ’74 militò anche Luciano Re Cecconi, morto nel ’77 in circostanze mai del tutto chiarite per i colpi di pistola inferti da un amico gioielliere che lo scambiò per un rapinatore. L’anno successivo allo scudetto arrivò invece Bruno Giordano, marito di Sabrina Minardi, la quale sarebbe poi diventata la compagna di Luciano De Pedis, il Dandy di Romanzo Criminale, boss della Banda della Magliana e che sembra essere coinvolta persino nel rapimento di Emanuela Orlandi.

La parabola di questa squadra finisce forse nel peggiore dei modi, anche se il suo destino è in linea con una storia fatta tutta di eccessi e stravaganze, come gli incontri a Tor Di Quinto dove i giocatori si incontravano a sparare con pistole e fucili giusto per ingannare il tempo. Molti dei giocatori, infatti, vennero incriminati nello scandalo del calcio scommesse che sconvolse il calcio italiano nel 1980. Alcuni di questi, tra cui Wilson, vennero radiati dal calcio e la squadra, insieme al Milan, fu retrocessa in Serie B.

Una squadra che fece parlare di sé per quello che riuscì a fare in campo e soprattutto fuori, ma che senza dubbio merita un posto nella storia del calcio italiano.

Sabrina Minardi e Bruno Giordano