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Fanta-Consigli: le 10 regole auree del fantacalcio (prima parte)

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Fanta-consigli: le 10 regole auree del fantacalcio. Cosa fare e cosa non fare durante l’asta, qualche trucco del mestiere

Se siete arrivati fino qua significa solo una cosa che probabilmente siete in maniera irreversibile caduti nel tunnel del fantacalcio. Amici, non preoccupatevi, sicuramente la vostra passione è da me assolutamente condivisa: il fantacalcio per alcuni versi non è nemmeno un gioco, è un’arte quasi divinitoria. Chi si trova nel tunnel da molti anni sa benissimo che ci vuole preparazione, studio, attenzione e soprattutto una buona dose di fortuna quando ci si approccia all’asta. Ci sono tante variabili in gioco, ma anche delle regole auree da seguire per non sbagliare. Per questo motivo, per dare modo anche ai neofiti di approcciarsi a questo gioco nella maniera più corretta, ecco le dieci regole da seguire.

REGOLA N.1: MAI COMPRARE GIOCATORI DELLA SQUADRA PER CUI TIFI, TI INCAZZI IL DOPPIO.
La prima regola non è una regola di fantacalcio, ma una regola di vita come ad esempio “mai attraversare fuori dalle strisce pedonali”. Un buon allenatore di fantacalcio sa che, a meno che la sua squadra non sia la Juventus, comprare i giocatori per cui si fa il tifo potrebbe produrre un effetto a catena assolutamente devastante. Mettiamola così: sei un povero tifoso blucerchiato, già la tua squadra non naviga spesso in acque calme e limpide, perchè affidare le sorti della tua squadra di fantacalcio a qualcuno di quegli 11 giocatori che ti fanno soffrire e chiamare in causa il Signore ogni sacrosanto weekend? Aggiungiamo un dettaglio: già la tua squadra, che sia Genoa, Samp o Udinese, la tifi in maniera smodata di tuo, qualora dovessi aggrappare le tue speranze di salvezza proprio nei beniamini con la casacca del tuo cuore e questi dovessero incassare l’ennesima sconfitta, sarebbe un motivo per una doppia incazzatura. Meglio evitare. Come ogni regola però c’è la debita eccezione: se chiaramente tifi squadre di top Serie A (Napoli, Juve, Roma) hai sicuramente un margine migliore per poter rischiare l’acquisto tra le fila dei tuoi.

REGOLA N.2: MAI ACQUISTARE ATTACCANTI DELLA SQUADRA CONTRO CUI DEVI GIOCARE IL DERBY.
A Genova, città in cui vivo, ma anche in molte altre da nord a sud, il derby non è solo una partita, non dura solo novanta minuti, è proprio l’unica cosa che conta. Non
importa la posizione in classifica a fine stagione l’importante è che sia di un gradino più in alto di quella dei “cugini”. Una sconfitta nel derby vale almeno metà campionato di imprecazioni verso l’alto dei cieli, una vittoria nel derby significa ricordarlo agli avversari fino al derby successivo. Questa regola di fatto è un corollario della prima, se non bisogna mai fare affidamento sui campioni che militano nella squadra del cuore, peste vi colga se vi viene in mente di comprare quelli della squadra contro cui dovrete giocare il derby. Nel mio caso, da blucerchiata, mai nella vita potrei comprare uno solo che sia uno dei genoani, a maggior ragione dell’attacco rossoblù. Il motivo è semplice: non si può minimamente pensare di esultare fantacalcisticamente al gol contro nel derby solo perchè si è schierato titolare il loro attaccante. E non si può pensare di gioire ogni domenica vedendo segnare e magari portare alla vittoria la squadra che vuoi vedere sotto di te, magari in lotta per la retrocessione. È inumano. È quasi come esercitare il cannibalismo. Insomma non sono cose che si fanno tra persone civili.

REGOLA N.3: MAI PIU’ DI SEI GIOCATORI (E SON GIA’ TANTI) DELLA STESSA SQUADRA. NEMMENO DELLA JUVE. LA PARTITA STORTA CAPITA.
La regola numero tre va interpretata in eccesso: obiettivamente sei giocatori della stessa squadra al fantacalcio non si dovrebbero mai avere, se l’annata gira storta, vi condizionerà tutto il campionato e non si può nemmeno confidare nel mercato di riparazione. Il numero massimo, per me accettabile, dovrebbe essere quattro per squadra, possibilmente nemmeno in blocco tutti di un ruolo (ad es. tutto il centrocampo della Roma). Bisogna evitare il blocchi perchè non è detto che anche le squadre più affidabili non abbiano un crollo e una partita storta accade anche alle più insospettabili. Un blocco significa che in una partita che gira male potrete collezionare un bel mazzo di insufficienze e arrivare a quota un gol potrebbe diventare complicato. Stessa cosa vale per l’attacco: il ragionamento da farsi è il medesimo anche se molti si lasciano tentare dall’idea “compro tutto l’attacco del Napoli, se non segnerà Higuain la metterà dentro Callejon. Al massimo se mi entra Insigne in qualche modo la risolvo”. Ecco, a parte che probabilmente Higuain non sarà manco più un giocatore del Napoli, questo ragionamento può indurvi in tentazione ma ricordatevi che in una partita storta le insufficienze partono proprio dall’attacco. Il massimo di sei giocatori entra in gioco qualora si voglia buttare un credito su un giocatore che non è dato come partente da titolare. In quel caso una riserva può sempre venire utile, un rincalzo che subentra sempre nel secondo tempo è un valido elemento da tenere in panchina per i tempi difficili.

REGOLA N.4: UNO CHE BATTA LE PUNIZIONI, UNO PRIMO RIGORISTA AFFIDABILE, UN ASSIST MAN. QUESTI I MUST HAVE IN ROSA.
Siamo franchi, i gol spesso non arrivano solo dal reparto avanzato, spesso le partite si sbloccano con gol brutti, in mischia o su calcio piazzato. Per questo motivo vanno comprati i giocatori giusti. Bisogna comprare un “Pirlo”, ecco il primo profilo, l’uomo della mattonella su calcio di punizione. Quello che dopo il fallo tattico conquistato sul campo va a battere il piazzato e la mette poco sotto la traversa. Insomma il giocatore che fa la differenza anche da fermo. Stesso discorso deve essere fatto per gli assist man, i giocatori al servizio della squadra, quelli che galoppano tutta la fascia e mettono in mezzo preziosi cross per la testa degli attaccanti, oppure quei giocatori come Antonio Cassano che giocano al servizio delle punte per depositargli deliziosi palloni sui piedi. Un assist non vale un gol, ma vale un rotondo +1 che a volte fa la differenza. Ultimo profilo non trascurabile quello del rigorista. Molte partite vengono decise dall’uomo con il fischietto in bocca: fallo, in area, si avvicina il direttore di gara e indica il dischetto. È rigore. A questo punto si avvicina il primo rigorista designato della squadra a meno di litigi su chi debba batterlo è sempre lo stesso giocatori a incaricarsi della battuta. Al Sassuolo era Berardi, ad esempio. Il rigorista è il giocatore che ti fa guadagnare un +3 facile al fantacalcio. Ecco, se poi lo calcia come Pellè non è mica colpa vostra. Ultimo giocatore da cercare avidamente sulle liste è il difensore di altezza notevole che si butta nella mischia sui calci d’angolo: parliamoci chiaro i corner corti sono la morte del gioco del calcio. Vogliamo mettere il gesto poetico del più sgraziato tra i difensori che su calcio piazzato infila la palla colpendola in maniera scoordinata di malleolo? Se non ci credete andatevi a rivedere il gol di Chiellini contro la Spagna negli ultimi europei.

REGOLA N.5: #MALUSMANWALKING, L’ABBONATO AL CARTELLINO. UN SOLO DELINQUENTE, SCEGLIETELO BENE.
Arriviamo alla fine di questa prima tornata di regola con la questione delinquenti. Quei giocatori che insomma tutto cercano tranne la palla quando decidono di fare un intervento. I MalusMan Walking sono quei cartellini gialli in movimento. Quei giocatori che appena si muovono fanno danno. Non importa in che punto del campo si trovino. Loro entrano e portano via tutto: zolle, tibie, alla fine se toccano il pallone è un puro miracolo. Questi giocatori non sono proprio il massimo della vita quando si tratta di votazioni: di solito rasentano la sufficienza e facendosi ammonire producono come risultato quello di prendere un fulgido -1 nel computo totale. L’abbonato al cartellino è un delinquente consumato, non importa che abbia già conquistato con onore la diffida, lui si farà ammonire e sconterà la squalifica. Il re incontrastato di quest’anno in Serie A è di Fernando, che purtroppo ci ha lasciato per Mosca, segue il meraviglioso Mauricio della Lazio che con i suoi 13 cartellini conduce la classifica di quelli che sono rimasti. Il delinquente da scegliere deve essere preso con cura: Chiellini ad esempio è un acquisto intellingente, meno intelligente quello di Glik di quest’anno. Per le altre cinque regole, ci diamo appuntamento a venerdì.