Andrea Consigli: «Vi spiego il segreto per parare i rigori»
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Andrea Consigli: «Vi spiego il segreto per parare i rigori»

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Consigli record presenze Serie A

Le parole di Andrea Consigli, portiere del Sassuolo, che domani contro la Juve giocherà la partita numero 600 in carriera

Andrea Consigli è un veterano della Serie A. Domani in JuventusSassuolo farà la sua presenza numero 600 in carriera, un traguardo eccezionale in vista di un altro obiettivo che raggiungerà a breve: la presenza 500 in Serie A. Il portiere si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.

IL VALORE DEI NUMERI – «Il valore della continuità. Non sono un appassionato di statistiche, ma questi sono numeri bellissimi che a 36 anni hanno un sapore diverso. Non sono mai stato in una grande squadra, ma un segno l’ho lasciato».

SECONDO PARARIGORI DOPO HANDANOVIC – «Sarebbe un bel traguardo. Studio tanto, considero anche il comportamento degli specialisti in base al minuto e al punteggio. Io amo la boxe e le arti marziali, quello è un duello. Siamo io e il rigorista. Anzi, sono solo io. É un mio momento. Non mi piace fare cinema prima del tiro, non parlo, non faccio smorfie. Non spero che il mio avversario tiri male, voglio essere bravo io. E mi dispiace tanto se intuisco il tiro, magari tocco il pallone e non lo paro».

CON LA FIORENTINA HA SUPERATO LA LINEA – «In realtà no, perché per non correre rischi parto un po’ indietro. Ma contro la Fiorentina ho rischiato che venisse decisa la ripetizione. Con Bonaventura siamo cresciuti insieme all’Atalanta, ma non ha mai battuto i rigori, quindi ho solo seguito l’istinto».

SI ASPETTAVA LE DIFFICOLTA’ DEL SASSUOLO – «Sì, la filosofia del club è quella di far crescere i giovani, ma non sempre puoi trovare il talento già pronto. Siamo rimasti in pochi dello zoccolo duro, qualche problema era inevitabile. Ma ne usciremo bene. Dal punto di vista personale sto giocando ad alto livello ed è un motivo d’orgoglio rispondere alla fiducia di chi si aspetta il massimo da me. Con l’arrivo di Cragno, che da sempre considero forte, è aumentata la competizione interna e questo mi ha fatto bene».