L'Atalanta nel ricordo del suo "Mondo": la storia di Mondonico
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Atalanta nel ricordo del suo “Mondo”: la figura di Emiliano Mondonico a Bergamo

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Il ricordo dell’ex allenatore dell’Atalanta Emiliano Mondonico scomparso il 29 marzo 2018: tante cavalcate sognando l’Europa

«Mi piaceva moltissimo giocare contro le squadre che erano sicure di essere forti. Alla fine si chiedevano perché vincevamo noi. Semplice: perché l’Atalanta è l’Atalanta». Una frase che rappresenta chi per primo ha trasformato la Cenerentola a piccola realtà nei palcoscenici più importanti: arrivando a scrivere il nome “Bergamo” sulla cartina d’Europa contro tutto e tutti. Gesta tramandate di generazione in generazione da chi tra gli anni 80 e 90 sognava al suon di “In Europa soltanto noi”.

Il 29 marzo si ricorda la scomparsa del baffo di Rivolta d’Adda più conosciuto per chi mangia pane e Atalanta tutti i giorni: Emiliano Mondonico, che nel 2018 scomparve dopo una lotta lunga sette anni contro un tumore. La chiusura di un ciclo che dal 1987 al 1998 aveva portato la Dea in alto, cambiando non solo il DNA della squadra, e non solo.

Con i colori nerazzurri il “Mondo” è stato protagonista indiscusso: la cavalcata in Coppa delle Coppe nel 1988, la rinascita di Stromberg dopo la retrocessione, le due promozioni in Serie A di cui l’ultima con una grande rimonta, una capacità di saper dare fiducia a giovani del calibro Morfeo, Vieri e Filippo Inzaghi, la scommessa vinta Lentini dopo l’incidente ai tempi del Milan, la finale di Coppa Italia 1996 con l’eliminazione della Juve e il rapporto stretto che aveva con la società passando dalla famiglia Bortolotti ad Ivan Ruggeri.

Nella sua carriera all’Atalanta Emiliano Mondonico tendeva sempre a rimarcare il sostegno continuo alla squadra, soprattutto nei momenti di difficoltà: contribuendo a suo modo alla crescita e maturità del tifo nerazzurri in quegli anni, a tal punto da essere portato in trionfo addirittura da avversario nel 1992 quando sedeva sulla panchina del Torino.

Un ricordo sempre vivo tra vecchie polaroid, filmati e le note di “Io Vagabondo” che ancora oggi riecheggia in viale Giulio Cesare, perché passeranno gli anni ma per l’Atalanta Emiliano sarà per sempre il loro “Mondo”.