Bologna Inter, 10 cose da ricordare
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Bologna Inter, 10 cose da ricordare

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Bisseck

10 cose da ricordare di Bologna-Inter, dopo l’ennesima vittoria dei nerazzurri che si impongono anche al Dall’Ara

Bologna Inter riassunta in 10 cose da ricordare: episodi, spunti, riflessioni elaborate in corso d’opera.

1) Atletico. L’Inter scende in campo in coincidenza della fine della gara dell’Atletico Madrid in Liga, sconfitto 2-0 a Cadice. Ognuno tragga le sue conclusioni e predizioni per mercoledì prossimo.

2) Dna. Il Bologna sbaglia ben 2 palloni in costruzione nel primo minuto, ma Stramaccioni su DAZN è quasi felice per ciò che vede: «Ma il dna è questo…». Peraltro la parola “Dna” l’ex tecnico dell’Inter nei primi 3 minuti la pronuncia ben 3 volte per situazioni diverse, più dei palloni persi del Bologna… La più grande occasione della prima parte la crea un grave errore di Kristiansen, buon per la squadra di casa che Skorupski stoppa Barella. Infatti, successivamente, lo stesso Stramaccioni con Stefano Borghi fa una riflessione sul fatto che forse le palle perse sono un po’ troppe e che è stato anche un po’ il neo dell’annata, non è una novità della serata.

3) Il primo tiro. Bella circolazione dell’Inter con giocatori che scambiano le posizioni, tacco Carlos Augusto al volo, un’improvvisazione che Sanchez coglie, tiro sul primo palo parato di piede da Skorupski. La sensazione è che l’Inter abbia la fluidità della squadra forte, serena e consapevole.

4) Il Bologna vive in gran parte di passaggi riusciti con l’idea di trovare prima o poi il galleggiante Zirkzee. La gente approva, gli piace vedere una manovra ordinata, che avanza lentamente ma in modo pulito e che poi, semmai, ha nell’olandese il giocatore che inventa, tra cambi di gioco e appoggi nello stretto in bello stile.

5) L’imitazione. Il primo squillo degli emiliani è una botta dalla lunghissima distanza. Sommer risponde, la palla esce dall’area, arriva a Saelamaekers che con una finta delle sue si ritaglia lo spazio per tirare, perde il tempo e quando finalmente decide gli esce fuori un tocco balbettante.

6) Da terzo a terzo. Il riassunto della forza dell’Inter è lo splendido gol del vantaggio. Cross di Bastoni e testa in tuffo di Bisseck. Sono i cosiddetti “braccini” a costruire un’azione implacabile. Pochi minuti dopo Barella mette al centro e Carlos Augusto viene anticipato. Gli attaccanti fanno sponde, movimenti, creano spazi. Trovate una definizione, questo è calcio d’avanguardia, forse dirlo “europeo” è un po’ stantio.

7) Il dubbio. Appunti possibili a fine primo tempo: la “timidezza” del Bologna da cosa è dipesa? Ipotesi: l’Inter è così solida da essere difficilmente attaccabile; è anche così determinata che dopo essere passata in vantaggio continua a macinare gioco ed è oggettivamente difficile rispondere: oppure, guardando in casa propria, Thiago Motta ha costruito una gara molto pensata, poco coraggiosa, emotivamente di basso profilo per non mandare fuori giri la squadra. Alla ripresa le risposte.

8) La prima risposta. Un diagonale di Posch spaventa Sommer e dichiara intenzioni diverse: determinazione, contrasti, agonismo, corsa, velocità nei passaggi, verticalizzazioni, tutto funziona decisamente di più e promette una ripresa intensa, nella quale è legittimo credere a un esito diverso.

9) L’opposizione. A 20 minuti dal termine, in una ripresa dove il Bologna sta stabilmente avanti ma non trova varchi in area di rigore, finalmente Zirkzee vi riesce, esplode il sinistro e trova un muro che gli si oppone, il corpo del compagno Freuler. Un episodio quasi da colmo dei colmi, che successivamente si precisa quando finalmente trova la porta ma è troppo centrale per bucare Sommer. In più esce abbattuto, fisicamente non a posto, proprio adesso che Rambo Koeman l’ha convocato in nazionale.

10) Il diritto. Lo sforzo oggettivamente forte del Bologna nella ripresa gli ha guadagnato il diritto a credere su qualche situazione finale, a sperare sulle palle da fermo, a mugugnare per qualche fischio arbitrale. Dopo la timidezza del primo tempo, è qualcosa, anche se non è bastato.