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Serie C

Buon compleanno a… Alessandro Plizzari

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Oggi Alessandro Plizzari compie 23 anni. Alle ore 14,30 scenderà in campo in Gelbison-Pescara a difendere la porta della squadra che da pochissimo è tornata sotto la direzione tecnica di Zdenek Zeman. Ieri Gigio Donnarumma ha giocato a Brest, con il suo Psg, dopo la delusione per l’eliminazione agli ottavi di Champions League. Il primo, invece, spera di arrivare in Serie B, sarebbe un grande risultato, tenendo conto di quando qualche settimana fa è andato a Rete8 dopo la gara di Crotone e non ha usato mezzi termini: «Abbiamo fatto una buona partita, giochiamo bene, poi ci manca lo spunto vincente e fare la scelta giusta. Dobbiamo renderci conto che siamo nella merda, aiutarci tra compagni e prenderci le responsabilità, io in primis che faccio parte del gruppo. Per uscire da questa situazione la strada è questa. Ho una rabbia dentro grande, andare in giro a perdere e pareggiare è una cosa che odio. Non possiamo accontentarci di giocare 75 minuti, ci sono dei momenti dove bisogna avere cattiveria e essere ignoranti». Uno sfogo per la tensione accumulata, con conseguente pentimento qualche giorno dopo: «Chiedo scusa alla società e ai compagni per le parole, mi sono fatto prendere dal momento. Sono molto emotivo, ci tengo tanto, quando c’è una delusione faccio fatica a toglierla subito».

Perché abbiamo accostato il suo nome a quello del portiere della Nazionale italiana?
Semplice: Alessandro e Gigio si sono allenati a Milanello insieme, ci sono foto dove li si vede ragazzini uno accanto all’altro e poiché in rossonero si è avuto il coraggio di mandare in prima fila un minorenne a difendere la porta di una delle squadre più note al mondo si pensa che possa avvenire anche in seguito. É quanto sostiene Filippo Galli, che guarda alla Primavera del Milan come una sua creatura da curare con attenzione: «Plizzari è un talento del nostro settore giovanile che speriamo possa seguire le orme di chi lo ha preceduto, anche se Donnarumma forse è irripetibile». Dal canto suo, è lo stesso Alessandro ad allontanare i paragoni, chi lo ha preceduto gli sembra inarrivabile: «Lui è troppo forte. Ha un fisico straordinario, Madre Natura lo ha baciato. Abbiamo un anno di differenza ma un anno fa era più forte di quanto sono io oggi».

Come spesso succede, ed è più che normale che sia proprio così, il grande club decide di studiare più a fondo le potenzialità di un ragazzo mandandolo in prestito. Le esperienze nel calcio degli adulti sono formative, almeno in linea teorica, laddove la Primavera è troppo spesso un’oasi che finisce un po’ per somigliare un ghetto: per quanto sei bravo a metterti in mostra, c’è sempre il sospetto che tu stia abitando un territorio troppo marginale. É così che Plizzari va altrove a fare un po’ d’esperienza in Serie B. Dove ogni errore viene sottolineato il doppio, ancor più perché vi arrivi con la fama del predestinato. La prima tappa è Livorno, piazza calda per definizione. Alessandro vi arriva lanciato dal Mondiale Under 20, dove è stato molto bravo a mettersi in evidenza, convinto che la manifestazione è «una vetrina», peraltro conquistata «dopo tanti sacrifici».

Anche se le grandi avventure possono coincidere con delusioni forti, il Mondiale sfuma quando sembrava possibile vincerlo (e del resto Donnarumma con la Nazionale maggiore non ci riesce neanche a partecipare…).

Dopo Livorno c’è un’altra città, un altro club ambizioso come la Reggina: «Confrontandoci con il Milan abbiamo capito che Reggio poteva essere la destinazione più giusta. Era una società importante. Poi a volermi c’era un portiere dal passato importante come Taibi. Appena mi ha chiamato la Reggina, sono andato a cercare su internet la città e i video dei tifosi. Mi sono venuti i brividi, tante volte quanto ho visto ti dà quella spinta più. Il pubblico manca in tutti gli stadi, ma i nostri tifosi sono da dieci e lode».

Infine, una piccola apparizione a Lecce e poi Pescara. Il presente senza più legami col passato che non siano di tipo ideale, il Milan ha rinunciato definitivamente all’idea che un altro suo portiere del vivaio potesse fare mettere le radici. Chissà se quest’anno Alessandro ci ha pensato, vedendo Tatarusanu sostituire Maignan per un bel po’ di mesi.