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Buon compleanno a… Josh Doig

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Oggi Josh Doig compie 21 anni. Andiamo alla scoperta dell’esterno scozzese del Verona, nell’ultimo assente per infortunio

Oggi Josh Doig compie 21 anni. Lo scozzese gioca in un Verona che nell’ultimo periodo si è conquistato il diritto a sperare nella salvezza, ma è fermo per una lesione muscolare alla gamba sinistra che potrebbe fargli saltare le ultime partite di campionato.

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Quando la squadra era in gravi difficoltà, era lui, con le sue scorribande da sinistra, a tenerla su di giri. Tanto che all’ultima giornata d’andata, i voti nelle Instagram Stories del club che eleggevano il migliore in campo non avevano avuto dubbi. E non era la prima volta che i tifosi dell’Hellas si dichiarassero convinti, come testimoniava l’articolo pubblicato dal sito della società: «L’esterno scozzese ha conquistato il suo quarto successo in stagione nella classifica del Cuore Gialloblù, dopo quelli in occasione delle gare contro Sampdoria, Udinese e Salernitana. Titolare e in campo per tutto il match, il giocatore classe 2002 ha messo a referto l’assist per il vantaggio di Depaoli, oltre ad aver recuperato dieci palloni e ad aver vinto nove duelli. Inoltre, Doig è diventato il difensore più giovane – tra coloro che militano nei cinque maggiori campionati europei – ad aver preso parte a cinque gol, grazie a due reti e tre assist messi a referto in questa Serie A».

Nei primi mesi trascorsi in Serie A, il ragazzo proveniente da Edimburgo dove aveva giocato con una certa continuità nell’Hibernian, ha quasi triplicato il suo valore di mercato, arrivando a una quotazione aggirantesi sui 10 milioni, quando ne erano serviti poco più di 3 milioni e mezzo per portarlo in Italia e strapparlo a una concorrenza, anche nostrana, piuttosto nutrita. E che, di conseguenza, nella sessione invernale aveva più volte sondato il club scaligero. Erano state due le società più attive in tal senso. La Lazio, che poi avrebbe finito per andare su Luca Pellegrini per colmare un’esigenza sulla sinistra.

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Il Bologna, che aveva la stessa priorità da soddisfare. Il prescelto era proprio Doig, ma a Verona non intendevano cedere alla tentazione di fare cassa, dando un messaggio di resa rispetto alle prospettive di una stagione che pareva seriamente compromessa. In ogni caso, la cifra era quella e acquirenti in grado di scriverla nero su bianco alla fine non ce ne sono stati.
Che cosa aveva colpito maggiormente del giocatore? Partiamo dalle origini, ovvero dal perché la società avesse scelto proprio lui. Lo aveva raccontato Gabriele Cioffi a inizio stagione esponendo un principio guida del suo lavoro e le caratteristiche di Doig dopo un primo studio fatto su come stava in campo. Prima cosa, la carta d’identità non contava per stabilire le gerarchie della squadra: «Non guardo l’età, guardo l’atteggiamento e come il giocatore lavora in settimana. Gioca chi vedo meglio». Quanto allo scozzese, il pensiero sul suo utilizzo era chiaro: «Josh è arrivato anche per la sua possibile duttilità nel ruolo di braccetto di sinistra. Credo però che oggi sia prematuro utilizzarlo lì, per questione anche di meccanismi d’intesa, e che siano da valorizzare le sue qualità e la sua corsa sulla fascia».

Delle statistiche di altissimo profilo, a maggior ragione per un esordiente, e di come la piazza fosse rimasta conquistata dalla sua verve abbiamo già accennato. Anche la critica non era priva di complimenti. Nello scorso novembre La Gazzetta dello Sport esaltava le sue caratteristiche: «fisico, progressione, mancino laterale, possente, uomo da saltare come obiettivo preponderante». Aggiungiamo anche il senso del gol: in entrambe le circostanze in cui aveva colpito, contro la Sampdoria e l’Udinese, si era fatto trovare pronto alla battuta approfittando di una respinta. Neanche fosse un attaccante aggiunto, in una squadra dove non esistono quei bomber che ti spingono a suon di reti anche se vivono in provincia (uno Nzola nello Spezia, per intenderci).

Rispetto all’andata, il rendimento di Doig è calato e ha anche saltato qualche partita.

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Marco Zaffaroni, il mister subentrato in stagione per riuscire a raddrizzare la situazione, ha dato una motivazione molto semplice: «Sono normali le rotazioni, soprattutto per lui che ha tirato la carretta». Verissimo. E averlo fatto alla velocità che sa esprimere Josh, oggettivamente, non può non risultare stancante.