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Buon compleanno a… Lazar Samardzic

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Oggi Lazar Samardžić compie 21 anni. Il ragazzo nato a Berlino e di origini serbe è da tempo uno dei giovani talenti più attesi e osservati nel panorama della Serie A e non solo. No potrebbe essere altrimenti, del resto, dopo che da Udine, dove attualmente risiede e gioca, Pierpaolo Marino gli ha proposto espressamente e personalmente un paragone con il primo Pallone d’Oro italiano nel lontanissimo 1969: Gianni Rivera. Che se siete successivamente e non lo avete visto giocare, può dirvi poco. Se invece c’eravate alla sua epoca, sappiate che in quell’anno il campione del Milan si vinse la Coppa dei Campioni alla sua maniera, ovvero con un’eleganza fuori dal comune. Tutto questo dopo avere fatto il proprio debutto in Serie A anche lui in provincia – Alessandria – addirittura all’età di 15 anni.

Rispetto a un modello così illustre, Samardzic è arrivato al calcio adulto con un po’ di ritardo (e ci mancherebbe altro!). A poco più di 18 anni gioca con la squadra del suo cuore, l’Hertha Berlino, la sua prima gara in Bundesliga. Ne fa altre 7 la stagione successiva con l’RB Lipsia, per poi arrivare in Friuli nell’estate del 2021. Il primo contatto con la nuova realtà lo soddisfa: «L’impatto con la città è stato positivo, mi piace molto la città. A Udine le persone sono molto accoglienti e dimostrano affetto ai giocatori. La città è piccola e mi sento molto a mio agio perché è a dimensione di uomo. Ora mi impegnerò anche per imparare l’italiano». Al canale ufficiale dell’Udinese va ben oltre quelle che sono tradizionalmente questi appuntamenti, un po’ rituali e un po’ ovvi. Lazar dimostra personalità nelle risposte, ha in testa modelli chiari e soprattutto lascia intendere nelle risposte che considera l’Italia un’occasione da sfruttare. Dopo tante belle parole sul suo conto, è arrivato il momento di mettersi alla prova.

Quando arriva uno straniero, scatta automatico il tema del giusto tempo di adattamento da concedere prima di pesare effettivamente il peso del nuovo acquisto. Pensate a Charles De Ketelaere e alle sue difficoltà e avete il modello di format che si applica, la normale pazienza nell’aspettare lo sbocciare del giocatore. Nel caso di Samardzic, che arriva in un quadro di aspettative molto diverse rispetto al belga, è lui a divorare il tempo. Al suo esordio in Spezia-Udinese, terza giornata di campionato, sostituisce nel finale di gara Gerard Deulofeu e si presenta 8 minuti dopo con un gol. Il che non significa che la strada sia spianata o ancor più in discesa. Nella squadra esistono gerarchie e il tedesco riesce a ritagliarsi uno spazio maggiore nel girone di ritorno. Dove segna una rete dalla linearità assolutamente precisa, disegnando un triangolo con Deulofeu e andando a concludere in rete con un diagonale a fil di palo. Con tanto poi di arrampicata sui cartelloni pubblicitari per andare a urlare la sus felicità ai ragazzi della curva. In questa stagione, che ha ancora un bel po’ di appuntamenti per farla virare in un verso o in un altro, ha già realizzato il doppio delle reti dello scorso torneo, con alcuni picchi di rendimento. Su tutti il 4-0 della Roma, coerentemente con il rendimento straordinario della squadra, dove è piaciuta anche la sua sicurezza nella gestione del pallone, oltre che l’incisività. E anche se è possibile che nella prossima gara con lo Spezia venga impiegato sotto punta con l’obiettivo di aiutare Beto a sbloccarsi, è nel lavoro lontano dalla porta che probabilmente si è registrata la sua crescita più significativa. A cicli ricorrenti, anche in tempi recentissimi, il futuro di Samardzic viene ipotizzato in realtà più grandi di Udine.

A 21 anni non deve essere male sapere di avere certe possibilità all’orizzonte. Dove peraltro aveva rischiato già di andare, come ha rivelato qualche tempo fa a La Gazzetta dello Sport: «Parlai con Paolo Maldini quando avevo 17 anni, ma non me la sono sentita di fare un’esperienza in una grande città in quel momento. Il Barcellona venne a casa mia con Kluivert, ma scelsi il Lipsia che era vicino a casa».