Cagliari e gli uruguaiani, pensavo fosse amore invece era un calesse
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Cagliari e gli uruguaiani, pensavo fosse amore invece era un calesse

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Diego Godin

La situazione drammatica in casa Cagliari pone sul banco degli imputati soprattutto gli uruguaiani, storicamente molto affini alla maglia rossoblù

In relazione alle potenzialità tecniche ed economiche, il Cagliari è senza dubbio la peggior squadra della Serie A e l’epurazione degli uruguaiani sarà forse solo l’inizio di un profondo rinnovamento.

La “storica” conferenza stampa di Capozucca post umiliazione contro l’Udinese, d’altronde, era stata chiarissima ed inequivocabile nei toni e nelle parole. E così quelle di Godin e Caceres sono state le prime teste ghigliottinate, ma probabilmente non le uniche.

Stride e non poco il fatto che siano proprio gli uruguaiani i principali imputati a processo. Correva infatti l’anno 1982 quando Waldemar Victorino sbarcò in Sardegna, diventando il primo di una lunga serie che ha ormai sfondato le venti unità (più una manciata di allenatori capeggiata dal Maestro Tabarez). Il boom arriva però negli anni Novanta, subito dopo i Mondiali italiani ecco il mitico agente Paco Casal trasportare il trio Francescoli-Fonseca-Herrera. I primi a far sbocciare un’affinità che negli anni successivi diventerà vero amore.

Dal “Jefe” Diego Lopez (negli anni più recenti poi anche tecnico) al Guerriero Abeijon, dal geniale talento di O’Neill alle scorribande di Dario Silva. Giocatori di livello assoluto che al sole del Poetto hanno trovato la propria dimensione. Certo non solo campioni, ci mancherebbe, perché da Cagliari sono transitati anche uruguaiani dimenticabili: come non sorridere di fronte ai nomi di Ceppelini, Tejera o Carini?

Una tradizione rinverdita nell’ultimo decennio dal breve ma significativo passaggio di Vecino e dall’abbagliante arrivo di Nandez. Amato come pochi perché esempio vivente di “garra charrua”, ma da qualche mese congelato nel cuore dei suoi tifosi per i pubblici desideri di voler lasciare il rossoblù.

Insomma, se consideriamo le nefandezze e la palese inutilità di Pereiro e Oliva, il Casteddu rischia in poche settimane di veder azzerata la colonia uruguaiana. Forse la parola fine su un rapporto che pensavamo tutti fosse (infinito) amore è che invece nel 2022 si risveglierà calesse.