Capello: «Il trasferimento di Neymar al PSG fu il big bang dei costi del calcio» - Calcio News 24
Connettiti con noi

Hanno Detto

Capello: «Il trasferimento di Neymar al PSG fu il big bang dei costi del calcio»

Pubblicato

su

Capello

Fabio Capello ha parlato del trasferimento di Neymar al PSG nel 2017, giorno che segnò la fine dei costi sostenibili nel calcio

Fabio Capello, storico allenatore italiano e volto di Sky, in una intervista al Corriere della Sera ha parlato dell’acquisto di Neymar da parte del PSG nel 2017, dopo che ieri sono state rese note le cifre del contratto del brasiliano.

BIG BANG – «Non c’è alcun dubbio sul fatto che il trasferimento di Neymar nel 2017 sia stato il big bang che ha fatto deflagrare i costi in sede di calciomercato. Da quel momento i prezzi si sono impennati: giocatori medi sono stati pagati come se fossero dei top. I club hanno fatto sempre più fatica a mantenere i conti in ordine e società, che fino ad allora erano abituate a fare la voce grossa nel mercato grazie al carisma della storia, alla fine si sono impantanate. Mi riferisco al Barcellona e al Real Madrid». 

IMPATTO COVID – «Certo, se prima i costi erano già insostenibili, con la pandemia è arrivata l’ultima botta. In questo panorama si salvano pochissime società: il Chelsea di un ricco proprietario russo, il Psg che ha lo stato del Qatar alle spalle e il Manchester City a sua volta finanziato da un emirato». 

GIOCATORI IN SCADENZA – «Vengono avvicinati da altri club già un anno, un anno e mezzo prima che l’accordo scada con le lusinghe di uno stipendio più alto. In queste condizioni come puoi competere con Psg, City o Chelsea? Poi il problema è che le risorse derivanti dai trasferimenti non restano nel sistema ma finiscono nelle tasche di giocatori e procuratori. Secondo il Rapporto Fifa negli ultimi dieci anni sono stati spesi 3,5 miliardi in commissioni agli agenti». 

ADDIO DONNARUMMA, LUKAKU, RONALDO – «No, però bisogna dar merito agli allenatori che li hanno formati o valorizzati. Il campionato italiano sarà an- che ridimensionato ma di fatto è come se fosse un enorme centro tecnico per la preparazione dei giocatori. Il successo azzurro agli Europei lo conferma».