Canovi, l'Inter e lavoro Ausilio-Marotta: le sue dichiarazioni
Connettiti con noi

Inter News

Canovi elogia l’Inter: «C’è la mano di Inzaghi ma anche Ausilio e Marotta»

Pubblicato

su

Ausilio

Dario Canovi, da tantissimi anni procuratore e agente sportivo, ha parlato a Tuttosport dell’Inter e del suo modo di fare calcio

Dario Canovi, da tantissimi anni procuratore e agente sportivo, ha parlato a Tuttosport dellInter e del suo modo di fare calcio. Le sue dichiarazioni: 

INTER –  «Fare calcio sembra una cosa molto semplice. Molti presidenti arrivano e dopo due giorni pensano di saper tutto. Da qui nascono alcuni clamorosi errori. La verità è che per fare calcio ci vogliono anni di esperienza e doti particolari. È un gioco, ma anche e soprattutto un business. Quando mi chiedono consigli su come intraprendere la carriera di procuratore, consiglio di studiare per diventare dirigenti. Nel calcio ci sono pochi dirigenti che fanno la differenza». 

INZAGHI «C’è la sua mano, ma sicuramente anche l’intuito di Ausilio e Marotta, visto che molti calciatori sono stati presi a parametro zero o a costi molto bassi. Credo che i nerazzurri, insieme al Bologna, esprimano il miglior calcio della Serie A. Poi un conto è farlo con i giocatori dell’Inter, un altro con quelli rossoblù, che hanno un’ottima rosa, ma che non può essere paragonata a quella di Inzaghi. È una persona molto seria e un allenatore concreto. Una sua grande qualità è che è migliorato e continua a migliorare, questo significa intelligenza. Una volta Cerezo mi disse: “Vorrei finire di giocare il giorno in cui finirò di imparare”. Credo che Inzaghi ragioni in questa maniera. Si impara sempre, da chiunque, anche da chi è meno bravo di te. Simone ha imparato dai suoi errori, ne ha tratto i giusti insegnamenti». 

SCUDETTO «Qualcuno a inizio stagione disse che i nerazzurri avrebbero vinto il campionato con 20 punti di vantaggio. Ero e sono d’accordo. La rosa dell’Inter è molto, ma molto, molto più forte della rosa di ogni altra squadra. Con Inzaghi che è bravo a tenere buoni quei giocatori che giocano meno».