Kean, la Juve nuova grande occasione: ora dimostri di non essere un altro Balotelli
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Editoriale

Kean, la Juve nuova grande occasione: ora dimostri di non essere un altro Balotelli

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La Juve ha deciso di scommettere nuovamente su Moise Kean, chiamato a dare un segnale di maturità a tutto il calcio italiano

Moise Kean erede di Cristiano Ronaldo alla Juve. Sì, insomma, apertura ad effetto e nemmeno del tutto aderente alla realtà. Sta di fatto, però, che il club bianconero ha deciso di scommettere ancora una volta sul classe 2000 nato a Vercelli.

Dopo averlo strappato ai cugini granata, cresciuto e custodito nel settore giovanile, Fabio Paratici lo aveva sacrificato sul sacro altare della plusvalenza. Il ritorno allo Stadium di Max Allegri un passaggio cruciale per riaprire le porte anche a uno dei più esplosivi (e ancora incompresi) talenti del nostro movimento.

Negativa anziché no l’esperienza in Premier League con l’Everton, indubbiamente migliore quella in Ligue 1 con il Paris Saint Germain, non però abbastanza per guadagnarsi la conferma nel faraonico sodalizio di Al Khelaifi.

Estate che per Moise Kean avrebbe potuto essere decisamente diversa, ma proprio sul più bello Roberto Mancini lo ha escluso dalla campagna europea. Uno schiaffone dopo le promettenti prime apparizioni con la maglia della Nazionale, con ancora nel mirino quel caratteraccio bizzoso che fatica si continuo a rinchiudersi nell’armadio.

Ed è su questo punto cruciale che si fonda la scommessa della Juventus e del tecnico livornese. Ovvero la convinzione che davvero tutto il talento possa definitivamente maturare e sbocciare. Anche perché le occasioni non potranno essere infinite, per quanto la verdissima età non debba mettere fretta in senso assoluto.

Moise Kean è però arrivato a un nuovo bivio della sua pur giovane carriera e un altro fallimento, a livello tecnico ma soprattutto mentale, può segnare indelebilmente il suo percorso futuro. Il confine tra diventare centravanti dell’Italia per il prossimo decennio o ridurre la propria classe a colpi estemporanei in stile Mario Balotelli non è mai stato così labile.