Francesco Coco, una carriera travagliata dentro e fuori dal campo: i retroscena
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Le verità di Francesco Coco: «Mai toccato la cocaina e mai voluto fare l’attore»

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Francesco Coco in un’intervista ai microfoni di Gianluca Di Marzio si è raccontato, toccando i principali temi che hanno caratterizzato la sua carriera

Voci di mercato, scandali, infortuni sono state queste le costanti di una carriera che non ha soddisfatto le aspettative e non l’ha portato dove molti si aspettavano. Francesco Coco nasce a Paternò nel 1977 ma vive e cresce a Legnano, provincia di Milano dove inizia la sua carriera calcistica. Difensore di fascia mancina, spesso anche adattato come laterale di centrocampo. Cresce nelle giovanili del Milan, squadra con cui fa il suo esordio in Serie A con Fabio Capello in panchina in un Padova-Milan del 1995. In rossonero si sente a casa, vuole imporsi, giocare titolare e magari diventare anche una bandiera, ma vari scandali e vari contrasti soprattutto con Fatih Terim non glielo permettono.

«Ero l’ultimo prodotto delle giovanili dopo Albertini a giocare regolarmente in prima squadra. Credevo che sarei rimasto a vita, mi vedevo già capitano. Le foto in barca? Stavo prendendo il sole nudo coi miei migliori amici. Questo c’era nelle foto: sorrisi e qualche costume in meno. Niente di sessuale. Per me potevano anche uscire, non c’era nulla di compromettente. Accettai la decisione del Milan di non consentirne la diffusione. Con Terim ci scontrammo subito, era un’antipatia a pelle. Voleva riportare Maldini a sinistra. Avrei fatto solo panchina nell’anno che portava al Mondiale, andai da Galliani e chiesi la cessione al Barcellona».

L’avventura in Blaugrana però, nonostante le 23 presenze in campionato e 10 in Champions League, si conclude dopo solo un anno di prestito ed il conseguente ritorno a Milano, questa volta sponda Inter«Prima l’Inter. Da gennaio iniziai ad avere contatti per andare là. Poi però, alla fine di aprile, arrivò la telefonata di Ancelotti. Per lui sarei andato a piedi a Milanello ma dissi che volevo che Galliani mi chiedesse in ginocchio di tornare, lui non mi voleva».

Anche in nerazzurro, tra alti e bassi, la sua carriera non svolta e anche a causa di qualche infortunio di troppo non gioca con continuità. Uno di questi infortuni addirittura gli mette a rischio un’intera carriera a causa di un’operazione sbagliata alla gamba dove lui stesso dichiara di aver avuto paura di non poter più camminare«Tutto cominciò nel novembre del 2003. Un dolore fortissimo alla gamba sinistra e in tutta la zona lombare dopo Inter-Ancona. L’inizio della mia fine. Lo staff medico suggerì una piccola operazione per disostruire il nervo. Stimarono i tempi di recupero intorno ai 40 giorni. Rimasi fuori un anno e tre mesi. Qualcosa era andato storto. Ebbi paura di non riuscire più a camminare».

E infine i problemi extra campo, pesanti anche quelli, derivanti da una vita un po’ sregolata che hanno portato addirittura ad accuse di tossicodipendenza«Non ho mai toccato la cocaina. Non mi è mai interessata. Dicevano che mi drogavo anche quando giocavo. Avrò fatto 1500 prove antidoping, altri prelievi del capello a sorpresa: mai niente. Bastava una serata fuori, una bella ragazza accanto e automaticamente ero un tossico. Hanno detto persino che ero andato a Hollywood per fare l’attore. Mi viene da ridere, ho sempre rifiutato anche le parti piccole nelle fiction».