Messaggero: De Santis, il telefonino e la prostituta - Calcio News 24
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2015

Messaggero: De Santis, il telefonino e la prostituta

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Un amico di De Santis avrebbe dato un cellulare ad una prostituta, come dichiara lei stessa

La morte di Ciro Esposito continua a far discutere. Non sono ancora chiari alcuni fatti avvenuti durante il 3 maggio scorso a Roma, come la sparizione del telefonino che De Santis, assassino di Ciro, aveva in tasca il giorno dell’omicidio. Come scrive Il Messaggero, un amico fece sparire il Galaxy S5 di Esposito, consegnandolo ad una delle due prostitute romene con cui i due avevano passato la notte. Lo stesso telefono è stato spedito da Ruxanda, la prostituta, in Romania, dopo una decina di giorni di utilizzo. 

I VERBALI – Il quotidiano riporta anche le parole di Ruxanda messe a verbale: «Il telefonino piccolino era in casa e io non l’ho toccato, gli occhiali li ho lasciati su un mobile, mentre con il Galaxy ho effettuato alcune telefonate a casa mia in Romania, poi, dopo essermi confrontata con la mia amica, ho deciso di tenerlo in quanto Daniele mi aveva dato 400 euro e doveva ancora darmene 600 per le prestazioni, così come avevamo pattuito precedentemente. Dopo ho buttato la scheda che era nel telefonino e inserito la mia».

MINACCE – Ruxanda non ha ricevuto nessuna minaccia, come afferma lei stessa: «Sono stata solamente invitata per telefono da Vincenzo (l’amico di De Santis, ndr) a riportargli il Galaxy di Daniele. Allora, per paura e per non essere rintracciata da Vincenzo ho cambiato numero di telefono, anche perché il Galaxy lo avevo spedito in Romania».

I FATTI – Successivamente la romena ha rivelato: «Quando l’amico di Daniele mi ha consegnato il telefonino e gli occhiali ho notato che aveva anche la borsa con la quale Daniele era uscito di casa. Dopo dieci minuti è tornato verso di me e Natasha e ci ha detto di andare via da lì in quanto era “successo un macello”. Poi ci ha detto di allontanarci subito ma visto che c’era un elicottero della polizia che controllava l’area ha scartato l’ipotesi di uscire dal retro per non destare sospetti e allora siamo usciti tutti e tre su viale Tor di Quinto dove c’era la polizia e l’ambulanza».