Nadia Nadim: «La mia vita dall'Afghanistan al Milan Women»
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Nadia Nadim: «La mia vita dall’Afghanistan al Milan Women»

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Le parole di Nadia Nadim, calciatrice del Milan femmile, sulla sua storia e la fuga dall’Afghanistan. Tutti i dettagli

Scappata dall’Afghanistan, si rifugia bambina in Danimarca. Lì scopre il calcio, che la porta in mezzo mondo e oggi al Milan. Nadia Nadim si racconta a Sport Week, il magazine de La Gazzetta dello Sport.

LA SUA STORIA«La mia vita è stata bella e semplice, fino al giorno in cui i talebani hanno ucciso mio papà, un generale dell’esercito afghano. Da quel momento è stato il caos, e questa è la sola cosa che ricordo. Eravamo io, mia mamma e quattro sorelle ma per non non c’era futuro, allora siamo scappate. Siamo andate di nascosto in Pakistan e con passaporti falsi abbiamo preso un aereo per Milano, dove siamo rimaste per due giorni chiuse in una stanza. Da lì ci hanno portato in Danimarca su un camion».
IBRAHIMOVIC DECISIVO PER VENIRE AL MILAN«No, anche se Zlatan è uno dei miei idoli e ha una storia simile alla mia. Mi piaceva perché sul campo era al 100% se stesso. Autentico».
IBRA DIRIGENTE PERSONA GIUSTA«Sì, certo, è una leggenda. Io ho fiducia in lui, è Zlatan, andiamo…».
FUTURO DA CHIRURGA«Volevo diventare una dottoressa giocando a calcio e ci sono riuscita, laureandomi nel 2022. Dimostra che noi esseri umani ci diamo limiti che non esistono».
CAPIRE LA SOFFERENZA ALTRUI OBIETTIVO DELLA VITA«Sì, certo. In un mondo in cui accadono così tante cose, penso che il compito dell’umanità sia essere gentile, sorridere alle persone che si incontrano sulla strada. Un gesto, come è accaduto a me, può cambiare la vita delle persone».

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