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Napoli, la costruzione di uno scudetto: i Fab Four di Giuntoli

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Cristiano Giuntoli

Date a Giuntoli tutti i suoi meriti. Che non sono solo quelli di vere costruito nel tempo un Napoli competitivo per la vittoria del campionato

Date a Giuntoli tutti i suoi meriti. Che non sono solo quelli di vere costruito nel tempo un Napoli competitivo, che in lotta per la vittoria del campionato c’è da diverso tempo. La vera differenza l’ha fatta quest’anno. Traducendo in uno slogan: la squadra oltre Osimhen, acquisto più oneroso arrivato già nella scorsa stagione. Mentre la maggior parte della critica era estasiata da una Roma apparecchiata con i Fab Four in avanti (Zaniolo, Pellegrini, Abraham e Dybala), i veri Beatles sono arrivati a suonare davanti al Vesuvio. Sono gli acquisti dell’ultima estate ad avere funzionato in maniera straordinaria, chi più chi meno, spendendo complessivamente meno di quanto – per fare un esempio – la Juventus ha sborsato per il solo Vlahovic nel gennaio del 2022. In ordine di costo: Kim-min Jae, Olivera, Kvaratskheila, Raspadori. Giova ricordare che per il centrale coreano arrivato a sostituire Koulibaly, il ds del Napoli ha erogato “solo” poco più di 18 milioni, meno di Bremer o Demiral, per fare un esempio nello stesso ruolo.
Prendendo a prestito le pagelle sulla stagione del Napoli stilate oggi dal Corriere dello Sport e dal Corriere della Sera, ecco cosa hanno garantito, tra le tante cose, i magnifici 4 di una sessione di mercato che non sarà facile ripetere.
KIM – «Dalla Corea con furore, s’impadronisce dell’area di rigore, si trasforma in un muro umano (persino da solo), cancella i pregiudizi sulla propria scuola e spazza via l’ombra di Koulibaly. Il totem adesso è lui».
OLIVERA – «L’infortunio in Nazionale lo introduce in ritardo ma poi, alla distanza, con quella falcata così ampia, devastante, afferra spazi che gli apparterranno sempre di più».
KVARATSKHEILA – «Il georgiano è stato il crack del mercato: acquistato per 10 milioni, oggi è quotato a 85. Movenze da calciatore anni ’70 col dribbling ubriacante che mette a sedere le difese avversarie. Il georgiano amante del basket che in campo diventa un imprendibile funambolo».
RASPADORI – «Il gol di Torino sarà il poster per la vita, meglio in Champions che in campionato, per «colpa» di Osi e di un infortunio perfido. Ma domani sarà un altro giorno e quelli alle spalle sono ricchi di sorrisi».