STATS – Porto-Arsenal: è battaglia solo sui calci d'angolo. Meno male che c'è Galeno
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STATS – Porto-Arsenal: è battaglia solo sui calci d’angolo. Meno male che c’è Galeno

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Tutti i numeri e le statistiche sull’andata degli ottavi di finale di Champions League tra Porto e Arsenal

«Dobbiamo gestire molto meglio la sfera. Non possiamo vincere con il modo con cui abbiamo gestito la palla in avanti. Se vuoi arrivare ai quarti di finale devi battere il tuo avversario e questo è ciò che dovremo fare adesso a Londra»: l’analisi offerta da Mikel Arteta al termine di Porto-Arsenal ha puntato il dito sui limiti dei suoi nella fase offensiva ed è assolutamente corretto che sia così. Nessuno poteva immaginare che una formazione come quella inglese, che in Premier League viaggia a una media do oltre due reti a partita, alla stessa stregua del Manchester City e sotto solo il Liverpool, creasse così poco nell’andata degli ottavi di Champions. E poco, forse, è anche troppo: i Gunners hanno chiuso la partita senza centrare mai la porta, peraltro in una gara dove le conclusioni sono state invero pochissime (6-7). Troppo tatticismo, soprattutto nella prima fase, dove è sembrato che i due tecnici giocassero a chi rallentava maggiormente il gioco per effettuare la mossa decisiva: Conçeicao puntando su qualche accelerazione improvvisa dei suoi brevilinei, avendone un bel po’, a partire da suo figlio; Arteta cercando di muovere palla dalla sua difesa, per poi cercare cambi di gioco a lunga gittata non semplici da controllare. Risultato finale di questo atteggiamento: una gara votata allo 0-0, per non dire condannata, se non ci fosse stato l’unico attaccante in grado di dare la sveglia, il brasiliano Galeno. Il ventiseienne, al quinto gol nella manifestazione che lo va a posizionare al livello dei migliori, tutti fermi al palo in questo primo turno a eliminazione diretta, è stato il protagonista degli unici due acuti dell’incontro. Nel primo tempo ha colpito il palo in girata, con Raya totalmente sorpreso, per poi effettuare un tap-in al volo che non ha trovato la porta. Al minuto 94, quando ormai sembrava tutto rinviato al match dell’Emirates con un nulla di fatto, ha trovato una deliziosa traiettoria da 25 metri. Meritandosi, ovviamente, il premio di migliore in campo da parte dell’Uefa, con una motivazione che è andata oltre l’exploit decisivo: «Ha realizzato un meraviglioso gol, dopo essersi applicato in un duro lavoro difensivo. Ha deciso la partita con una magia».

Per il resto, quasi nulla da segnalare. Se non il tormentone dei 10 corner battuti dall’Arsenal, ognuno dei quali ha visto il seguente scenario, abbastanza divertente: spinte continue, litigi, l’arbitro Gozubuyuk a catechizzare i colpevoli, presenza di tantissimi giocatori in area piccola, battuta forte sul secondo palo, nessuna conseguenza effettiva, se non la visione di un bel po’ di uomini rimasti a terra. L’unica vera battaglia c’è stata in queste situazioni…