Sarri, è da questi particolari che si giudica un allenatore
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Sarri, è da questi particolari che si giudica un allenatore

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Lazio

La Lazio di Maurizio Sarri fatica a decollare. Tanti alti e bassi e i big stentano: perché non cambiare modulo?

«Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia» e non lo giudichi certo per un errore dal dischetto. Ma da cosa vedi un allenatore? Prendendo in prestito la canzone di Francesco De Gregori, la Leva calcistica del ’68, potremmo dire: «è da questi particolari che si giudica un allenatore». Un allenatore si giudica sicuramente dal coraggio ma anche da come migliora i suoi giocatori e da come gestisce la squadra, da come sfrutta a dovere il materiale umano a sua disposizione. La bravura di un allenatore sta proprio lì: fare il massimo con i giocatori che si hanno. Maurizio Sarri è uno che non ha mai amato i compromessi. Però è dovuto scendere a compromessi e facendolo ha vinto uno Scudetto ma forse ha rinnegato se stesso. Partendo da questo presupposto, si può pensare che Sarri, accettando l’offerta della Lazio abbia deciso di essere nuovamente se stesso al 100% (e va apprezzato per questo) e di non scendere nuovamente a compromessi.

L’adattamento e l’adattarsi

Si dice spesso, come già scritto, che un tecnico si giudica dal gioco della squadra, dalle idee, ma anche da come fa esprimere la squadra, i giocatori a sua disposizione, mettendoli al centro del progetto, perché poi sono loro ad andare in campo, provando a farli rendere al meglio. Diciamoci la verità, la Lazio non è pronta per il 4-3-3. O meglio, questi giocatori non sono pronti. La Lazio ha ancora le stimmate del 3-5-2 di Inzaghi. E’ vero, sono arrivati gli esterni d’attacco. La batteria d’esterni offensivi è stata aggiunta, con gli arrivi dei vari Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni, oltre al giovane Moro. Ma l’errore è stato fatto negli altri ruoli. Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Lazzari più lo stesso Acerbi sono tra i giocatori più forti della Lazio e il 4-3-3 sarriano non sembra particolarmente adatto alle loro caratteristiche. E allora, perché non rinunciare a un proprio dogma (la difesa a 4) per il bene collettivo? Almeno per questa stagione, poi il calciomercato può aggiustare le cose. Questa Lazio ha dimostrato di non essere ancora pronta per Sarri, vanno fatti nuovi innesti in difesa e a centrocampo. E dunque, un allenatore intelligente, dovrebbe adattarsi alle caratteristiche dei calciatori a disposizione e non viceversa. Sarri lo ha fatto alla Juve. Ma non lo sta facendo (e non lo farà) alla Lazio. Ma è giusto? E’ da questi particolari che si giudica un allenatore…