Ventura, l'Italia e le sostituzioni: squadra che vince non si cambia, forse - Calcio News 24
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Ventura, l’Italia e le sostituzioni: squadra che vince non si cambia, forse

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de rossi italia

Sostituzioni Ventura, per la prima volta dal 1990 l’Italia finisce una partita senza cambi effettuati. La gestione dei convocati da parte del ct della Nazionale, però, lascia un po’ perplessi: gli approfondimenti e le curiosità

Squadra che vince non si cambia, e su questo siamo tutti d’accordo. Giampiero Ventura però forse esagera. Nulla da eccepire sulla bella vittoria dell’Italia contro l’Albania allo Stadio Renzo Barbera, la dimostrazione che il gruppo degli azzurri è un po’ squilibrato e che il match di settembre in Spagna sarà molto più di uno spareggio, quasi una finale. C’è però un problema nella gestione delle sostituzioni da parte del ct italiano, ma questo non deve creare per forza una polemica. Ventura in Italia – Albania ha mantenuto lo stesso undici per tutta la durata della partita, senza cambiare neppure a risultato ormai acquisito. Non è un record ma poco ci manca, dato che una cosa del genere non accadeva dal 22 dicembre 1990, quando l’Italia travolse Cipro quattro a zero. All’epoca erano qualificazioni all’Europeo, l’allenatore era Azeglio Vicini e segnarono Lombardo, Vierchowod e due volte Aldo Serena. Quasi ventisette anni dopo, Ventura ha deciso di concedersi il lusso di finire una partita senza cambi. Sì perché di lusso si tratta: con ventitré convocati per Palermo, ventisei giocatori in totale sottratti alle proprie squadre di club in questo weekend, lasciarne dodici in panchina per novanta minuti – intensi sì, ma non da Azteca ’70 – è parso evitabile. Non deve essere il buonsenso a guidare le scelte del ct della Nazionale, certo, ma qualche minuto a un esordiente poteva pure concederlo.

Sostituzioni Ventura: la gestione dei giocatori dell’Italia

Le convocazioni di Ventura hanno destato clamore nel corso degli ultimi mesi, l’allenatore azzurro ha chiamato moltissimi giocatori forti ma spesso ha lasciato a desiderare nella gestione degli elementi a disposizione nel corso della gara. Volendo lanciare una provocazione (gratuita) si direbbe che in carriera non è mai stato abituato a una panchina con così tanti nomi buoni, ma di sicuro non è questo che influisce. Al di là delle battute, senza scadere nella polemica, c’è un precedente recente che fa storcere il naso. A novembre contro Liechtenstein e Germania, rispettivamente qualificazioni e amichevole, non ha sfruttato appieno il potenziale dei convocati. Molti possibili esordienti sono stati lasciati fuori e, del gruppo nutrito di precettati, sono scesi in campo poco più della metà. Contro il Liechtenstein poi le sostituzioni nella ripresa furono a risultato acquisito e con il chiaro intento di non voler “umiliare” l’avversario, come disse Tavecchio – il quale forse non sa che la differenza reti potrebbe essere decisiva e che la Spagna ci è davanti proprio perché al Liechtenstein ne ha fatti otto. Magari proprio qualche esordiente in più avrebbe avuto quella proverbiale “fame” di cui si parla tanto e avrebbe avuto voglia di segnare ancora, chissà. Finire una partita senza sostituzioni è una statistica interessante, senza dubbio, ma visto che l’Italia è un paese lamentoso per natura, sarebbe stato meglio gestire in maniera più adeguata i cambi. I risultati finora stanno dando ragione all’ex granata e, d’altronde, se l’unica critica è sul numero di cambi effettuati, allora può stare tranquillo. Sono stati esonerati allenatori per molto peggio.