Vezzali: «Il professionismo femminile non sia solo uno slogan»
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Vezzali: «Il professionismo femminile non sia solo uno slogan»

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Le parole di Valentina Vezzali sul professionismo femminile e non solo: «Sono contenta che le calciatrici siano diventate professioniste»

Valentina Vezzali, in un’intervista a La Repubblica, ha parlato di calcio femminile e non solo. Di seguito le sue parole.

CALCIO FEMMINILE – «Vorrei che il professionismo nello sport femminile non fosse solo uno slogan. Le donne hanno dimostrato spesso, nello sport e anche nel calcio, di poter vincere come e più degli uomini. Sono contenta che le calciatrici siano diventate professioniste e credo che entro fine anno un’altra federazione seguirà l’esempio della Federcalcio».

RIFORMA DEL LAVORO SPORTIVO – «La presenza femminile è ancora molto limitata nei ruoli dirigenziali. Alle riunioni con le federazioni molto spesso sono l’unica donna. Nella pratica dobbiamo coinvolgere più persone. Siamo al quintultimo posto in Europa per praticanti sportivi. Serve buttare giù gli italiani dal divano. Un cambiamento epocale che finalmente riconosce a chi lavora nello sport dignità dal punto di vista previdenziale e assicurativo. Sarà in vigore dal 1 gennaio 2023 ma prima dovrà passare per le Commissioni parlamentari e le Regioni. È una riforma che coinvolgerà circa 750 mila lavoratori e 60 mila datori di lavoro».

CALCIO – «Come altri settori ha sofferto tanto. Siamo intervenuti con molti provvedimenti, dalla sospensione dei termini dei versamenti fiscali e previdenziali alla riforma della legge Melandri per i diritti tv all’estero. Al calcio chiedo un piano industriale: voglio individuare misure mirate, ma niente ristori a pioggia: il sistema era compromesso prima del 2020, stare fuori dai Mondiali non è una novità».

STADI – «Ne ho parlato col presidente della Lega Serie A Casini. Istituirò a breve una cabina di regia anche con le leghe del calcio per intervenire sul tema stadi: a bloccare la costruzione di nuovi impianti non sono i soldi, ma la burocrazia. Poi, se l’Italia dovesse ospitare gli Europei del 2032 potrebbe essere un’opportunità per rilanciarne la realizzazione».