Questione di carattere: Alvaro Morata - Calcio News 24
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2015

Questione di carattere: Alvaro Morata

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Lo spagnolo della Juventus ha convinto tutti: è lui il top player

Alvaro Morata non è esattamente arrivato in sordina alla Juventus, ma è pur vero che il suo sbarco a Torino è stato sicuramente permeato da incertezza. Lo spagnolo è arrivato in bianconero dopo una stagione non esaltante al Real Madrid: 8 reti in 23 presenze con la maglia dei blancos non fanno certo gridare al ‘Top Player’ i tuoi nuovi tifosi. Ma Morata è questo, un ragazzo con ottime qualità, ma soprattutto con tanta voglia di fare. Nella Juventus Morata ha dovuto lottare contro Llorente, un giocatore che aveva segnato il doppio dei suoi gol durante la stagione precedente: eppure adesso Llorente scalda la panchina, mentre Morata segna e porta punti alla squadra di Allegri. L’ostinazione di Morata ha radici profonde. Il ragazzo nasce a Madrid il 23 ottobre del 1992, e inizia a tifare subito per le merengues. Il giocatore preferito, manco a dirlo, è Raul Gonzalez Blanco. E’ il nonno, però, tifosissimo dell’Atletico, l’altra squadra di Madrid, a convincerlo a frequentare un provino collettivo indetto proprio dai Colchoneros: a questo punto della storia Morata ha 12 anni.

FATTORE GOL – Morata viene preso. Passa dunque all’Atletico Madrid in una fase delicata della sua vita, ovvero l’adolescenza. Il fisico dello spagnolo non è ancora quello che vediamo oggi, ossia un corpo dalla struttura molto solida su cui Morata fonda le sue fortune. Il ragazzo gioca per due anni nelle giovanili dell’Atletico Madrid, ma il club non è ancora quello odierno, ed il vivaio non è molto tenuto in considerazione. In ogni caso, Morata segna. E sono i gol inseriti nel suo curriculum a portarlo al Getafe, nel 2007. Morata matura, la struttura fisica si va configurando, e l’anno successivo è quello decisivo: contratto col Real Madrid, che vuole Morata nelle proprie giovanili. Lo spagnolo ci va di corsa, a Madrid, e al Castilla –il Real Madrid B- fa faville. I numeri dicono sin dalla prima stagione che Morata la punta la sa fare, e anche bene: 15 gol in 28 presenze al primo anno, 18 in 37 partite al secondo, e 12 in 18 presenze al terzo. Nel mezzo, però, ci sono anche le presenze con la prima squadra. L’esordio col Real Madrid in campionato arriva il 12 dicembre 2010: poco più di due minuti al posto di Di Maria contro il Real Zaragoza. Già però tutti gli addetti ai lavori hanno capito che tipo di giocatore è Morata: una punta classica, capace di far salire bene la squadra ma anche di colpire letalmente da dentro l’area di rigore. Morata giostra alla perfezione il suo fisico, utilizzandolo insieme alla buona tecnica che possiede per aiutare sé ed i compagni. A volte lo spagnolo riesce a mostrare una rapidità che non ti aspetti, ma non è certo questo il suo punto forte. Il fiuto del gol, la capacità di segnare, la finalizzazione: ditelo come volete, ma Morata sa far gol. Alla prima stagione con la camiseta blanca arriva anche l’esordio in Copa del Rey, ma le presenze sono solo due. Durante il suo terzo anno a Madrid, Morata fa la sua prima apparizione in Champions League, nella gara contro l’Ajax del dicembre 2012, ed anche il primo gol con la maglia del Real: segna il 2-1 al Levante, rete che sarà anche il gol che deciderà la partita. Mourinho però aspetta, e non lo ritiene pronto: lo Special One crede che Morata debba ancora maturare con il Castilla. C’è bisogno dell’arrivo in panchina di Ancelotti per vedere lo spagnolo più spesso in campo. Nell’anno della Decima Champions, Morata segna 8 reti in 23 partite di campionato, più una in Champions League, numeri che gli valgono l’interesse della Juventus.

OTTIMO RAPPORTO QUALITA’/PREZZO – I bianconeri si assicurano Morata per 20 milioni di euro. E forse è il prezzo che fa un po’ storcere il naso ai tifosi, forse è il fatto che dello spagnolo si parla poco, fatto sta che il tifoso juventino medio si sarebbe aspettato un colpo di livello più alto. Intanto il Real Madrid, furbescamente, ha piazzato nel contratto di Morata una clausola con diritto di recompra: quindi i blancos possono riprendersi Morata o alla fine di questa stagione, o al termine della prossima, per una cifra massima di 30 milioni di euro. In ogni caso, pronti, via e Morata si infortuna. E’ ancora luglio quando lo spagnolo rimedia una distorsione di secondo grado al ginocchio, ed è costretto a stare fermo per 50 giorni. In ogni caso, Morata è pronto per l’inizio della stagione. L’esordio in bianconero arriva il 13 settembre contro l’Udinese, mentre il primo gol arriva il 27 sempre dello stesso mese, nel match vinto 3-0 contro l’Atalanta. Tornando al presente, Morata ha stupito tutti: 7 gol in campionato, 2 in Coppa Italia e 2 in Champions League, per un totale di 11 reti, ricordando che Morata non è mai andato in doppia cifra prima d’ora con i professionisti. Inizialmente in panchina, l’ex Real ha convinto Allegri, che di giovani ne capisce, ed ha scalzato il connazionale Llorente dal ruolo di titolare accanto a Tevez. L’Apache e il Matador –come chiamano Morata a Torino- sono una coppia devastante. Tevez ha affermato di non essere mai stato più forte di adesso, ma lo spagnolo vuole ancora ripagare la fiducia della società. Come affermato da lui stesso: «Per me è stato difficile. Sono arrivato a Torino e mi sono infortunato, ho dovuto ricominciare. Allegri mi ha dato tanta fiducia, così come i dirigenti. Alla Juventus non potrei essere più felice. In me hanno riposto totale fiducia nonostante non abbia segnato 25 gol durante la scorsa stagione. Io sto rispondendo alla loro fiducia». Questo è Morata: un giovane molto ambizioso ma poco spaccone, capace di convincere con fatti, e non solo con parole.