Bruno Fernandes ha cambiato il Manchester United
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Bruno Fernandes ha cambiato il Manchester United

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L’impatto in Premier League di Bruno Fernandes è stato semplicemente devastante: ecco come il portoghese ha cambiato il Manchester United

L’adattamento in Premier League non è semplice ma non per Bruno Fernandes. Molti giocatori, soprattutto quelli dotati di qualità fisiche non eccezionali, patiscono l’approccio in un campionato così intenso, in cui la scarsa resistenza nei duelli corpo a corpo si rivela spesso un grosso handicap. Giusto per fare un esempio: Ceballos al The Guardian ha ammesso di essere rimasto esterrefatto dall’intensità di Anfield, in cui il Liverpool «Non lasciava il tempo neanche per respirare».

Proprio per questo, l’impatto di Bruno Fernandes al Manchester United è stato sorprendente, visto che l’ex Sporting fin dal principio si è rivelato determinante per i Red Devils. Schierato subito titolare, ha propiziato 5 gol (2 reti e 3 assist) nelle 5 partite di Premier in cui ha giocato: nessun altro, nello stesso arco di tempo, ha fatto meglio di lui. Ha dato più efficacia a una squadra che peccava di grande discontinuità, tanto da essere nominato miglior giocatore della Premier, per quanto riguarda il mese di febbraio. Prima dell’interruzione del campionato, il Manchester United era senza dubbio tra le squadre più in forma della Premier, con il quarto posto lontano appena 3 punti.

Dove lo schiera Solskjaer

Quella di Solskjaer è una squadra piuttosto rinunciataria che si distingue per un baricentro basso. I Red Devils hanno enormi problemi nella gestione del possesso, preferendo infatti attaccare – anche per le caratteristiche dei propri giocatori – in spazi larghi tramite ripartenze lunghe, lasciando all’avversario il pallone per larghe fasi del match. C’è quindi una ragione tattica se fin qui il Manchester ha ottenuto risultati eccezionali contro le big di Inghilterra (pari con il Liverpool, 4 vittorie contro City e Chelsea, successo contro il Leicester), incappando però in continui e sanguinosi passi falsi contro le piccole. Il crollo interno contro il Burnley del 22 gennaio è stato forse uno dei punti più bassi delle ultime stagioni del Manchester United.

manchester united solskjaer

Il 541 super passivo che bloccò il Liverpool nel girone d’andata. I Reds crearono molto poco in quella partita.

Solskjaer ha utilizzato tantissimi moduli, privilegiando comunque la scelta di un trequartista alle spalle delle punte (che fossero due o una sola). Abbiamo visto i Red Devils con il 4231, il 4312 e il 3412. Prima di Bruno Fernandes, lo United alternava Lingard e Pereira, giocatori che hanno dato un contributo offensivo praticamente nullo: appena 3 assist e un solo gol complessivamente tra i due.

Insomma, a maggior ragione vista l’assenza di Pogba, è facile intuire come mai Bruno Fernandes non abbia faticato a conquistarsi una maglia da titolare. Già solo valutando i numeri, si riesce ad individuare il grande apporto offensivo del portoghese: oltre ai 5 gol/assist in sole 5 partite, effettua 2.2 passaggi chiave ogni 90′, 2.2 dribbling riusciti, 3.8 tiri e ben 54 passaggi (dato tutt’altro che basso in una squadra che non tiene molto palla: questa statistica fotografa bene la sua centralità nel gioco del Manchester). Inoltre, ha aumentato notevolmente la pericolosità su calcio piazzato, fattore che i Red Devils sfruttavano poco. Nei 3 assist compiuti fin qui, 2 sono arrivati da corner e punizione.

 

Per esempio, il gol di Martial nell’ultimo derby di Manchester è nato da una bella intuizione di Bruno Fernandes: l’ex Samp ha visto l’inserimento del compagno con un tocco molto preciso alle spalle della barriera, che ha sorpreso la retroguardia avversaria.

Bruno Fernandes esalta Fred e Martial

Prima di tutto, il portoghese ha migliorato la soluzione offensiva preferita dai Red Devils: la ripartenza. Rispetto ai molti velocisti ultra verticali della rosa (per esempio Martial), Bruno Fernandes possiede caratteristiche diverse. Prima di tutto una visione periferica di ottimo livello, alza bene la testa per valutare la scelta migliore da compiere (anche se a volte prova con troppa insistenza il tiro).

Ma, soprattutto, Bruno Fernandes sa anche temporeggiare. I suoi compagni sono profili diretti, visto che puntano la porta quasi a testa bassa quando hanno spazio da aggredire. Al contrario, il portoghese è meno frenetico. Quando conduce palla al piede, non perde mai la  lucidità nel fare la giocata successiva e – per quanto non sia forse particolarmente elegante o delicato – possiede qualità nell’ultimo passaggio che sono pressoché uniche all’interno della rosa. Insomma, è un eccellente “regista” delle ripartenze del Manchester United: fornisce ordine all’azione offensiva, con i compagni che si affidano a lui nel condurre la transizione. Il portoghese, tra l’altro, è molto bravo nel dare una soluzione di passaggio ai compagni non appena si recupera palla, e in tal modo i Red Devils possono ribaltare velocemente l’azione.

Bruno Fernandes riceve palla intorno al cerchio di centrocampo: conduce la ripartenza fino alla zona di rifinitura e serve Martial al momento giusto, mettendolo davanti al portiere. Nessun giocatore del Manchester ha caratteristiche di questo tipo.

Il giocatore che più ha beneficiato del suo acquisto è stato probabilmente Fred, con cui ha dimostrato fin da subito una grande intesa. Prima dell’arrivo di Fernandes, il mediano brasiliano era costretto spesso ad avanzare la propria posizione in fase offensiva, per provare a dare più peso e creatività una manovra scarsa di idee. Al contrario, con Fernandes davanti a lui, ora Fred ha la possibilità di rimanere bloccato in zone più consone alle sue caratteristiche, in cui può fare la differenza. Inoltre, ha finalmente un riferimento davanti a sé, sul breve, quando recupera palla: può servire con rapidità Bruno Fernandes tra le linee senza dover forzare la giocata per generare un vantaggio alla squadra. I Red Devils ne guadagnano così in fluidità.

Il Manchester United pressa bene in avanti, costringendo il City al lancio lungo. I Red Devils riescono poi a recuperare il possesso, con Fred che ha quindi modo di servire istantaneamente Bruno Fernandes che oscilla tra le linee. Il portoghese riceve palla e mette Martial da solo davanti ad Ederson.

Bruno Fernandes sta anche valorizzando Martial. Il francese ora dispone di un rifinitore di categoria superiore rispetto ai mesi precedenti, in grado di lanciarlo con efficacia in profondità e di dialogare con lui sul corto. Essendo l’ex Monaco un calciatore che si limita quasi unicamente a puntare la porta, beneficia molto dei movimenti di Bruno Fernandes. Il portoghese viene a lui incontro, formando triangolazioni (il cosiddetto “dai e vai”) che consentono di esaltare la sua rapidità. Insomma, un compagno con cui associarsi tramite “uno-due” per superare meglio le linee avversarie senza sbatterci contro.

Grande lettura senza palla di Bruno Fernandes. Si defila (portando fuori posizione il difensore avversario) per associarsi con Martial: riceve palla dal francese e di prima lo lancia in profondità. All’ex Monaco mancava qualcuno in grado di assecondare le sue caratteristiche.

Anche Rashford, quando tornerà (verosimilmente nella prossima stagione), dovrebbe trarre vantaggio dalle caratteristiche di Bruno Fernandes. L’inglese stava infatti patendo l’aridità offensiva del Manchester United, che lo responsabilizzava eccessivamente in zona di rifinitura.

I miglioramenti nel palleggio

In generale, per quanto non abbia la qualità nel palleggio degli altri top club, anche la manovra del Manchester United sembra migliorata dopo l’arrivo di Bruno Fernandes. Pur restando una squadra che si rende pericolosa soprattutto in transizione, muove palla con più efficacia nelle fasi di attacco posizionale, ed i meriti del portoghese sono evidenti.

Bruno Fernandes, infatti, non rimane statico tra le linee, ma svaria su tutto il fronte offensivo ricoprendo porzioni piuttosto ampie di campo. Solskjaer gli lascia grande libertà tattica, capita quindi di vedere l’ex Sporting un po’ ovunque. A volte è uno dei riferimenti più avanzati della squadra, altre volte viene molto incontro al portatore per aiutare la risalita dello United. Di sicuro, avere più riferimenti tra le linee aiuta il Manchester a palleggiare meglio palla a terra, con il portoghese che è molto bravo a fungere da “terzo uomo”.

manchester united bruno fernandes

Il Manchester United, schierato con il rombo, imposta da dietro. Lindelof non ha la soluzione di passaggio verso Matic: ecco allora Bruno Fernandes che viene incontro. Il difensore verticalizza di lui, con il portoghese che di prima serve un Matic ormai libero. Grazie al movimento di Fernandes, il Manchester supera la pressione avversaria.

Inoltre, osservando le Heat Map delle partite, si nota facilmente come Fernandes si muova molto in orizzontale: si defila su entrambe le corsie per associarsi con gli esterni. Dialoga con loro per poterli servire in corsa, consentendo così al compagno di aggredire la profondità. Ciò è importante perché il Manchester United ha esterni (come per esempio Wan-Bissaka) che hanno poca esplosività sul breve, per esaltarsi hanno bisogno di essere serviti in situazioni dinamiche.

Bruno Fernandes si defila in supporto di Williams, scambia con lui e lo serve bene in profondità alle spalle del terzino avversario.

Insomma, Bruno Fernandes ha letteralmente trasformato lo United, mentre i tifosi sognano già la sua coesistenza con Pogba, nel caso il francese dovesse rimanere. Solskjaer ha detto questo sul nuovo acquisto: «Bruno Fernandes sa fare giocate difficili, ha grande personalità  perché accetta di poter commettere errori». Parole che fotografano la leadership tecnica del portoghese, in grado di dare quell’imprevedibilità che mancava ai Red Devils.