Buon compleanno a… Yannick Carrasco
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Buon compleanno a… Yannick Carrasco

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Yannick Carrasco

Buon compleanno a Yannick Ferreira Carrasco, 30enne esterno offensivo dell’Atletico in procinto di unirsi all’Al-Shabab

Oggi Yannick Carrasco compie 30 anni. Si sta trasferendo all’Al-Shabab, dovrebbe essere una questione di ore il perfezionamento dell’operazione. In questo periodo specifico del calcio contemporaneo, si fa un gran parlare dell’Arabia Saudita come della nuova Cina, tra gli apocalittici (il calcio europeo verrà fagocitato dai petrodollari), i possibilisti (è un mondo nuovo interessante, vediamo gli sviluppi), gli scettici (si sgonfieranno presto com’è successo per l’appunto in Estremo Oriente, dopo qualche colpo di mercato la bolla esploderà e ci dimenticheremo presto di quest’estate di saccheggio). Il calciatore belga di origini portoghesi (la Federazione lusitana ha cercato invano di portarselo dalla sua parte) è l’esempio perfetto di chi riesce a conciliare mondi diversi: è andato in Cina quando aveva solo 24 anni, aprendo all’idea che la Via della Seta non fosse la strada per il cimitero degli elefanti – per così dire – e oggi, in forza all’Atletico Madrid e dopo avere fatto anche un più che discreto precampionato con Diego Simeone è in procinto di andare in Arabia.

E questo è successo nonostante nell’ultima stagione – 10 reti in 44 partite contando tutte le competizioni – Ferreira Carrasco (il suo cognome per esteso) fosse nel mirino dei campioni di Spagna, a dimostrazione di un talento e anche ormai di un’esperienza che può risultare importante per una squadra del livello del Barcellona.

Il percorso di Yannick è quello di un giocatore che non ha avuto molti club, esattamente tre, dai quali a un certo momento è andato via non necessariamente nel momento peggiore. Ha preso le mosse dal Monaco, è finito all’Atletico Madrid, ha cambiato continente e vita al Dalian Yifang e ha fatto ritorno dai colchoneros, con i quali si è conquistato la Liga nel 2020-21.

Non ha mai segnato tanto, anche in nazionale non ha ancora toccato la doppia cifra a fronte di 66 presenze, ma è sempre stato un giocatore che ha attirato l’attenzione per una certa qual verve dimostrata, magari non continua, ma sicuramente interessante da spendersi nel corso di una partita. A riprova c’è il suo gol nella finale di Champions League tra le due squadre di Madrid, quando intuisce la traiettoria del cross al volo effettuato da Juanfran e costringe la sfida a prolungarsi ai supplementari e poi ai rigori, dove “naturalmente” finisce per avere la meglio la squadra abbonata ad alzare la coppa dalle grandi orecchie.
Altro indizio significativo del suo valore è la quantità di club italiani che hanno pensato di andare a acquisirlo: ne fa fede la dichiarazione del suo agente Christophe Henrotay ai microfoni di Radio Marte quando il nostro calcio godeva di un surplus d’attrazione: «Un giorno Carrasco giocherà in Serie A, un campionato destinato a crescere con l’arrivo di Cristiano Ronaldo».
In ordine cronologico, i corteggiamenti sono stati iniziati dalla Roma, che nel 2014 fanno una proposta al Monaco quantificabile in 5 milioni di euro. Segue la Juventus, che il giocatore lo incontra da avversario e ha modo di osservarne il valore direttamente. Nel 2018, si scrive che Giuntoli inserisca il nome di Carrasco in un ventaglio di scelte dove ci sono anche Deulofeu, El Ghazi e Klaasen, ma l’allora mister del Napoli non è entusiasta di nessuna carta del mazzo. Tocca poi al Milan e successivamente all’Inter, lo stesso Beppe Marotta ammette l’esistenza di qualcosa nel tradizionale linguaggio allusivo che si usa in questi casi: «É normale che ci siano tanti contatti: Ausilio sta facendo un grande lavoro, ma parlerei di sondaggi. In questo momento non possiamo parlare di nulla di fatto». Alla fine non si concretizza nulla. E forse è stato un peccato; magari è anche un piccolo indizio di un appeal e di uno stato economico non esaltante del nostro calcio; oppure, ed è lecito pensarlo, non è il caso di rimpiangerlo più di tanto, ci siamo entusiasmati e anche illusi per altri giocatori e va benissimo che la storia sia andata proprio così.