Defrel e il razzismo: «Bisogna fermarsi. Insulti? Non sanno da dove vengo»
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Defrel e il razzismo: «Bisogna fermarsi. Insulti? Non sanno nemmeno da dove vengo»

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Defrel, in un’intervista esclusiva al Corriere dello Sport, parla del problema razzismo, dopo l’ennesimo episodio di questa stagione

Gregoire Defrel si concede ai microfoni del Corriere dello Sport per un’intervista esclusiva. Il tema caldo è quello del razzismo, dopo l’ennesimo caso di questa stagione che ha visto tra le vittime soprattutto Moise Kean. Defrel invita a prendersi delle responsabilità: «La campagna antirazzismo che l’Inter dopo la vicenda Koulibaly, per esempio, è una cosa giusta e intelligente: è importante che la gente in vista prenda la parola e lanci messaggi di un certo tipo. Serve per educare i tifosi e la società in generale».

La soluzione di fermare le partite trova d’accordo l’attaccante della Sampdoria«È una delle soluzioni che è ragionevole prendere in considerazione, ma non bisogna neppure esagerare, altrimenti pochi cretini potrebbero approfittarne».

Defrel poi non si sbilancia sul caso Kean e sulle parole di Bonucci«Non voglio commentare cose che non mi riguardano le sue parole hanno sorpreso me come tanti altri colleghi, ma poi ha messo a posto tutto e ha chiarito».

Il razzismo è sintomo d’ignoranza e Defrel lo ha provato sulla sua pelle: «Qualche insulto ogni ogni tanto, tipo ‘marocchino di m****’ . Non ci ho fatto caso: questi neppure sapevano che il mio papà è della Martinica: chi dice certe cose è uno stupido e basta».