Dori Ghezzi: «De André, il Genoa e l'amicizia con Gigi Riva»
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Dori Ghezzi: «De André, il Genoa e l’amicizia con Gigi Riva»

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Sul Corriere dello Sport, Dori Ghezzi racconta l’amore di Fabrizio De André per il calcio, il Genoa, Gigi Meroni e l’amicizia con Gigi Riva

Sul Corriere dello Sport, Dori Ghezzi racconta l’amore di Fabrizio De André per il calcio, il Genoa, Gigi Meroni e l’amicizia con Gigi Riva.

IL TRIBUTO A DE ANDRÉ «Era una sera di luglio, Riva non aveva preannunciato la sua presenza. Me lo ritrovai però a fianco mentre Andrea Parodi, con la sua meravigliosa voce, stava intonando Hotel Supramonte, una canzone che per me e Fabrizio significava tanto. Quel giorno sentii vibrazioni speciali. Io e Gigi rimanemmo qualche secondo a guardarci negli occhi, senza dirci nulla. Avevamo entrambi gli occhi lucidi, ci scambiammo un sorriso. É difficile spiegare le sensazioni di quel giorno, di quel momento, ma ancora oggi a ricordarlo mi provoca emozioni fortissime».

DE ANDRÉ GUARDAVA LE PARTITE DI RIVA«Capitava, sì. Lo stimava tanto. Quando venni a sapere che aveva in casa la foto di Fabrizio, rimasi stupita: nemmeno si trattasse di Marilyn Monroe… Mio marito era un appassionato di calcio, anche se sapete tutti che la squadra del cuore era il Genoa. Come giocatore aveva amato tantissimo Gigi Meroni, che oltre ad aver giocato per il Grifone indossò anche la maglia del Torino, altro club per il quale simpatizzava dato che la sua famiglia era di origini piemontesi. Morto Gigi Meroni, Fabrizio rimase colpito dalla figura di Riva, da quel suo essere tutto d’un pezzo, avendo rifiutato le offerte delle grandi squadre per rimanere sull’isola. L’amore di entrambi per la Sardegna è stato sicuramente un ulteriore punto di contatto, anche se paradossalmente non ci siamo mai incontrati o frequentati da quelle parti. É capitato di farlo altrove, come quel giorno a Genova quando Riva andò a trovare De André per conoscerlo meglio».

GENOVA E FABRIZIO«Con questa città ho sempre avuto una certa sintonia anche prima di conoscere Fabrizio, ma fu proprio all’inaugurazione della grande nave Michelangelo che scoprii perché la città veniva definita la Superba, una città che con eleganza e orgoglio ha saputo superare momenti di crisi o decadenza. Era il 1967, periodo in cui cominciavano a nascere le grandi contestazioni giovanili. Due anni dopo al Lido di Genova mi venne consegnato il premio Caravella d’Oro per la canzone Casatschok mentre Fabrizio venne premiato per Tutti morimmo a stento. Erano due canzoni parecchio diverse, mi veniva un po’ da ridere a pensare che entrambi eravamo lì per una premiazione. Quella sera ci fu solo un intenso e continuo gioco di sguardi, cinque anni più tardi iniziò invece la nostra frequentazione. Ma Genova non poteva non essere la nostra Cupido»