La Juve ha 3 problemi e non sono Allegri
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La Juve ha 3 problemi e non sono Allegri

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Ecco dove stanno i problemi in casa Juve: dalla squadra al calciomercato fino ad arrivare alle responsabilità del tecnico Allegri

Juventus-Udinese ha avuto l’effetto di scoperchiare il vaso di Pandora. É come se tutto a un tratto fossero venuti a galla i limiti e i problemi della squadra, abilmente mascherati nel corso dei mesi precedenti. Più del passo falso con l’Empoli, dove la gara era stata condizionata dal rosso di Milik. E molto più dello scontro diretto con l’Inter, dov’era apparsa chiara la differenza di valori.

Vero: anche in 10 contro 11 si può vincere, giocando in casa e dopo essere passati in vantaggio; e anche a San Siro si può fare di più, per spirito e intenzioni, del poco visto, soprattutto nel primo tempo. Ma è lunedì sera che è apparsa in tutta la sua pienezza l’insufficienza tecnica della squadra e l’incapacità o impossibilità di Allegri – a seconda dei punti di vista – di correggere in corsa una gara nata male e sviluppata peggio, nonostante i continui cambi di modulo nella ripresa e l’utilizzo di risorse persino inedite come il ventenne Leonardo Cerri, aggregato dalla Next Gen.

Vedendo il dibattito corrente oggi sui media, sono tre le direttrici sulle quali si orienta, in attesa di capire sabato se a Verona arriverà una riscossa per quanto meno proteggere il secondo posto.

1) La responsabilità dei senatori. Il Corriere dello Sport oggi ricorda le responsabilità dei big: «Ecco: lunedì, contro l’Udinese, Dusan non c’era e Milik – un vice senatore – non ha mica brillato in oratoria; men che meno Chiesa, Locatelli e per carità Alex Sandro, sostituto dello squalificato Danilo, finito con tutte le scarpe dentro il gol di Giannetti (Lautaro)». Aggiungiamo, però, una considerazione per provare a salvare qualcosa del gruppo storico. Con l’Empoli, Vlahovic in gol c’è andato. Con l’Inter, Szcsesny è stato superlativo. Con l’Udinese, Cambiaso è stato il più continuo e anche se non fa parte dei veterani, sembra trovarsi alla meglio in questa squadra.

2) La panchina latita. Il titolo può far pensare alle responsabilità di Allegri, invece è un calcolo fatto sul contributo decisivo di chi subentra per curare il mal di gol. Sono solo 5 le reti maturate in campionato da chi è partito come riserva. Uno in più del disgraziato anno passato, la metà del Milan, la squadra con la quale in questo momento è più giusto parametrarsi dato il solo punto di differenza.

3) I partenti. É normale per tutte le squadre già farsi un’idea del futuro in ottica calciomercato, ma per la Juve in questa fase può pesare un po’ di più sapere che ci sono un po’ di giocatori pressoché sicuri di partire. La Gazzetta dello Sport oggi ha stilato la lista: «Alex Sandro lascerà la Juve a fine contratto, ma non sarà l’unico. Chiesa e Kostic sono in bilico, per Moise Kean andrà trovata una soluzione possibilmente a titolo definitivo, mentre su Paul Pogba molto dipenderà dall’entità della squalifica per doping. Samuel Iling-Junior, infine, dopo un’annata deludente potrebbe finire nella lista dei cedibili».