Lippi, missione mondiale: «Difficile ma resta la speranza»
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Lippi, missione mondiale: «Difficile ma resta la speranza»

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Marcello Lippi e l’impresa titanica di portare la Cina al Mondiale di Russia 2018, con uno sguadro all’Italia e agli altri allenatori italiani in Cina

Marcello Lippi è davanti ad una sfida titanica, portare la Nazionale cinese al Mondiale di Russia 2018. Non c’è da scherzare come afferma lui stesso, ma da lavorare con intelligenza e costanza.

LAVORO E ENTUSIAMO – Lavoro che inizia fin dalle sei della mattina, ma non si protrae alla sera, come afferma lui stesso al Corriere dello Sport: «Sveglia alle 6 e subito a preparare esercitazioni e sedute su sedute di allenamento. Ecco, è così che ho vissuto in queste due settimane qui a Kunming. E rispetto a quegli anni adesso ho in più l’aiuto del computer, di internet, dove navigo sempre più facilmente. Qui la cosa è seria. Sono stati dieci giorni di buono lavoro, intenso, in questo bel centro sportivo, a 1.900 metri di altezza. C’è entusiasmo, partecipazione, si percepisce la considerazione che c’è nei miei confronti. La sensazione intanto è che saremo in grado di giocare un calcio discreto. Vero che la qualificazione è parecchio compromessa, ma non impossibile. Serve una bella vittoria per tenere la candela accesa. Ho un gruppo di buoni giocatori che quando arrivano in Nazionale perdono il 40% del loro rendimento. Sto parlando di ragazzi abituati anche a vincere, non solo in patria, con il proprio club. Qui, su 25 giocatori, ho un terzo di uomini del Guanghzou, che ha vinto tutto, con me e dopo di me. Eppure non basta. La prima missione è creare autostima. Ma ho già qualche eccezione, come Zhang Yuning, che gioca nel Vitesse. Un ragazzo di 19 anni, molto interessante. Un centravanti potente, forte fisicamente, con buone qualità, capace di giocare senza palla, come quasi nessuno in Cina sa fare».
ITALIANI IN CINAFerrara e Cannavaro sono rimasti ad allenare nella terra dagli occhi a mandorla:«Li ho naturalmente sentiti entrambi. Ciro l’ho pure visto. E’ venuto qui martedì scorso, abbiamo giocato un’amichevole col suo Wuhan Zall, serie B cinese. Mi ha fatto piacere trovarlo qui, lanciato come Fabio, che ha appena vinto quel campionato. Futuro roseo? Glielo auguro perché lo meritano. E avranno di certo nuove prospettive, perché il campionato, come dicevo, è molto migliorato. Lo Jiangsu ha lottato a lungo per il titolo. E’ migliorato l’Hebei, ci sono le due squadre di Shanghai sempre più ambiziose. Il Sipg ha appena sostituito Eriksson con Villas Boas, il Greenland sta cercando Mancini, per quello che dicono qui. Tutti vogliono rompere l’egemonia del Guangzhou di Scolari».
SE NON SARA’ MONDIALE SI LAVORA PER LA COPPA D’ASIA – Continua Lippi guardando al futuro: «Si tratta di lavorare in vista della coppa d’Asia del gennaio 2019, che si terrà negli Emirati Arabi, dove siamo già qualificati. Lì vogliamo arrivare con legittime ambizioni. Per quanto riguarda la Federazione cinese, ha già una buona organizzazione. Io piuttosto mi occuperò anche dell’Accademy del Guangzhou, la più importante scuola calcio del Paese, con 86 campi di calcio, 3.000 allievi».
COLLABORAZIONE MANCATA CON VENTURA – Non si guarda indietro Marcello Lippi, ora il suo futuro è totalmente in Cina, anche se la collaborazione mancata con l’amico Ventura sarebbe stata una bella occasione: «Siamo stati insieme quasi due mesi, la scorsa primavera, ci siamo visti tanto, abbiamo parlato tanto, prospettando una collaborazione senza sconfinamenti. Ci conosciamo dai tempi in comune della Primavera della Samp. Lui sapeva che avrebbe potuto contare su di me, che gli avrei messo a disposizione la mia esperienza, senza interferenze. Stava crescendo una bella collaborazione tra due amici che si trovavano a vivere una stessa sfida. Poi è andata come è andata. La sensazione è che si stia costruendo qualcosa di importante. La storia degli stage mirati è positiva, questa ventata di giovani in azzurro anche di più. Gian Piero ha un vantaggio rispetto al passato, in questo senso: era tempo che non c’era una generazione di calciatori così interessanti. E che oltretutto stanno giocando. Giusto raccogliere questo segnale. Ho visto dei riflessi filmati, i gol, non posso giudicare troppo approfonditamente. Ma un paio di considerazioni posso farle: mi pare che Romagnoli sia cresciuto tantissimo e che Belotti sia davvero molto forte. Direi che la Nazionale ha trovato il suo centravanti per il presente e il futuro».