Mattia Martini: «La Serie A femminile sarà tra le leghe più competitive»
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Mattia Martini: «La Serie A femminile sarà tra le leghe più competitive» – ESCLUSIVA

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Mattia Martini, manager ed esperto di calciomercato femminile con un passato all’Atletico Madrid, parla così del calcio italiano

Dalla Fiorentina, al Verona, al Brescia fino all’Atletico Madrid: la carriera di Mattia Martini come manager e consulente di calcio femminile è arrivata fino in Spagna, dove ha lavorato fino al 2019, vincendo anche uno scudetto. Il giovane manager, a Calcionews24, ha parlato così del calcio italiano.

Dopo varie esperienze in Italia, sei passato all’Atletico Madrid, dove lo scorso anno hai vinto lo scudetto. Quali sono le principali differenze tra l’ambiente italiano e quello spagnolo?

«La storia è importante perché è frutto di un percorso, di una maturazione, di positività come di sbagli. Ciò è la differenza più sostanziale. Il resto è dovuto a tale manchevolezza. Sostanzialmente, di quanto dico sono sicuro, arriveremo però in pochi anni ad essere uno dei tre campionati più competitivi al mondo: grazie alla numerosa presenza di molti top club maschili ed ad un nostro modo di vivere ed intendere il calcio estremamente professionale».

Quanto pensi che manchi al calcio femminile italiano per raggiungere un livello come quello che possiamo vedere in Spagna?

«Il tempo necessario, potrebbe essere molto come poco».

Da quali cambiamenti dovrebbe partire il calcio femminile in Italia per affermarsi a livello europeo?

«Sicuramente serve il professionismo. Ma per arrivare al suddetto status serve strutturare, creare delle basi, un sistema che da solo si possa autofinanziare e sorreggere con le proprie forze».

La fine anticipata della Serie A femminile ha fatto molto discutere. Sei d’accordo con la decisione del Consiglio Federale?

«Obiettivamente non critico il partire o il non ripartire, opino sulle tempistiche e le modalità con le quali è stata presa la decisione. Non è possibile che una federazione come quella italiana porti avanti così un iter decisionale che vanta un valore sociale, politico, economico e calcistico non indifferente».

Pensi che questa situazione possa incentivare quei cambiamenti che le calciatrici richiedono a gran voce?

«A mio avviso, deducendo quanto penso dalle parole di Gravina e Mantovani, la decisione presa zavorrerà il percorso di crescita e strutturazione del calcio femminile italiano».