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Il mercato divide la Juve e Allegri: i segnali del tecnico fanno riflettere la società

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La gestione dei nuovi arrivati evidenziano le distanze fra la Juve e Allegri, che dopo la Fiorentina ha affermato: «Quest’anno non siamo più forti, siamo solo diversi». Il mercato divide società e allenatore

Il successo contro la Fiorentina mantiene la Juve al comando. E’ vero: il primato non è solitario, ma condiviso con il Napoli, ma cinque vittorie nelle prime cinque partite sono importanti per il morale di un gruppo che dopo la sconfitta in Supercoppa Italiana contro la Lazio poteva smarrire le proprie sicurezze. Quindici punti nelle prime cinque giornate, nella gestione Allegri, sono tanta roba. Per ritrovare un percorso netto di così alto livello bisogna tornare indietro alla stagione 2014-2015, la prima con il tecnico livornese in panchina. E in quella stagione lo Scudetto arrivò in maniera naturale, quasi senza sforzi. Difficile che la Juve possa avere vita così facile quest’anno, ma il cammino per il tricolore è senza dubbio iniziato con il piede giusto. La sconfitta di Barcellona, in una gara con tantissime defezioni, quasi non fa testo rispetto alle prove offerte in campionato.

Solo prudenza? C’è una frase che lascia il segno…

Ma Allegri, ai microfoni di Premium Sport, di fronte ai numeri delle ultime stagioni dopo cinque turni, ha puntualizzato un concetto molto chiaro: «La Juve di quest’anno non è più forte delle ultime tre stagioni, è solo una Juve diversa». In queste dichiarazioni si leggono, tra le righe, tante motivazioni che riguardano le scelte tecniche delle ultime partite. Dei nuovi arrivati, per varie ragioni, soltanto Matuidi ha trovato continuità, con Allegri che anche pubblicamente ha apprezzato l’abnegazione del francese, forse l’unico giocatore che da già da un po’ di anni avrebbe voluto alla Juve.

Ma Douglas Costa e Bernardeschi non si sono praticamente mai visti, così come l’oggetto misterioso Howedes, mentre De Sciglio si è fatto male troppo presto. Il promettente Bentancur ha invece trovato spazio essenzialmente per necessità, ma l’uruguaiano sta comunque piacendo molto al tecnico livornese.

La gestione dei volti nuovi, dopo sette partite fra campionato, Champions League e Supercoppa Italiana, lascia qualche perplessità. Soprattutto per quanto riguarda Douglas Costa e Bernardeschi, non ancora considerati pronti da Allegri. E le domande sorgono spontanee: la Juve ha davvero fatto bene a spendere novanta milioni di euro? La società ha consultato l’allenatore per le scelte di mercato? Forse no. La mancanza di comunicazione fra le due parti può portare Allegri a puntare ancora sul blocco della passata stagione, insistendo su un 4-2-3-1 più complicato da portare avanti con una certa continuità, visto che l’arrivo di Matuidi rende la rosa bianconera più adatta al 4-3-3.

Se si tratta di pura prudenza nei confronti dei nuovi acquisti lo si scoprirà con il tempo (il caso Dybala nel 2015 docet), ma la distanza fra le idee di Allegri e quelle della dirigenza c’è. E ribadire pubblicamente che la Juve di oggi (che in estate ha investito circa 150 milioni di euro sul mercato) non è più forte delle ultime stagioni ne è la conferma.