Neri Marcorè: «Zamora, un film dove il calcio è amicizia»
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Neri Marcorè: «Zamora, un film dove il calcio è amicizia»

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Neri Marcorè, regista del film Zamora, ha parlato al Corriere della Sera riguardo alla pellicola sulla leggenda del calcio spagnolo

Un film con un personaggio che prende il titolo da una leggenda del calcio spagnolo, il portiere Zamora. É la prima opera da regista di Neri Marcorè, tratto dall’omonimo romanzo del giornalista sportivo Roberto Perrone. Ecco estratti dell’intervista al Corriere della Sera.

ZAMORA«Questa è la storia di Zamora, soprannome di Walter, impacciato impiegato di provincia vessato da colleghi e obbligato dal suo capo a giocare nella squadretta aziendale, che grazie al calcio e all’amicizia troverà una strada nella sua vita».

COME É NATA L’IDEA«Nelle mie aspirazioni pensavo di scrivere una sceneggiatura mia, magari anche semplice, adatta per un debutto. In attesa dell’ispirazione che tardava ad arrivare, da circa 20 anni pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto che Zamora diventasse un film. Un giorno ne parlo con il produttore Agostino Saccà. Lui accetta, ma mi dice: «Ottima idea, ma la regia la fai tu». Insomma, lo definirei un progetto su “autocommissione”»

IL RUOLO DELL’EX PORTIERE«Mi piaceva l’idea di un uomo che diventa maestro di vita suo malgrado, diciamo pure per bisogno di denaro, e che piano piano trova la forza per migliorarsi. Si riscoprirà più maturo, comprendendo che la sua anima non è così negativa».

AMBIENTATO NEL PASSATO«Non volevo che fosse malinconico e credo di esserci riuscito. Il più bel complimento è stato che non sembrava un film sul 1965, ma girato in quell’anno».

COME HA RICREATO IL 1965«Come si fa progettando un film in cui credi: con l’ausilio di professionisti bravi e appassionati come Duccio Cimatti alla fotografia, Cristina Audisio ai costumi e Francesca Bocca alla scenografia; ma cito anche i reparti di trucco e parrucco e tutti coloro che hanno partecipato alla bella avventura».