Report-Juventus: tutte le rivelazioni sul caso biglietti e la Ndrangheta
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Report: la Juve autorizzò gli striscioni contro Superga e il Toro

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Juventus: le ultime rivelazioni di Report, in onda stasera su Rai 3, relative ai rapporti tra i bianconeri ed i gruppi di tifosi organizzati legati alla Ndrangheta, con alcune testimonianze

La puntata di Report andata in onda questa sera su Rai 3 ha svelato novità importanti riguardo ai rapporti intrattenuti dalla Juventus ed alcuni gruppi di ultras legati alla Ndrangheta. Fra le novità c’è anche quella secondo cui la società bianconera avrebbe continuato a cedere gratuitamente i biglietti delle proprie partite casalinghe ai tifosi (che poi ne facevano bagarinaggio, ovvero li rivendevano in nero) anche successivamente alla prima inchiesta (con tanto di audizione parlamentare del presidente Andrea Agnelli) scoppiata un anno fa circa ed in cui per la prima volta emersero i sospetti legami. «Fino alla fine della scorsa stagione i Drughi facevano bagarinaggio coi biglietti della società», la confessione dell’ultrà Bryan Herdocia a Report.

Sulla stessa linea Salvatore Cava, braccio destro di Dino Mocciola, uno dei capi (già sottoposto più voltre a Daspo) della Curva bianconera, che addirittura mostrebbe le prova della rivendita di biglietti del valore di 35 sterline a circa 350 in occasione di Juventus-Tottenham, ottavo di finale della scorsa Champions League, ai tifosi inglesi. Anche Stefano Merulla, ticket manager bianconero, avrebbe confessato: «Abbiamo fatto cose che non dovevamo, ma le fanno tutte», riferendosi alla cessione dei tagliandi alla tifoseria organizzata presumibilmente al solo scopo di tenerla addomesticata. Più chiaro Placido Barresi, esponente della Ndrangheta, che specifica: «In Curva entra tutta la Calabria». Possibile l’apertura di nuovi scenari e nuove inchieste, riporta stamane La Repubblica.

Report ha ricostruito con dovizia di dettagli e prove tutta la vicenda, e attraverso le intercettazioni telefoniche di dirigenti e calciatori della Juventus ha provato a far luce sull’oscura vicenda di Raffaello Bucci, l’ex ultras assunto dai bianconeri nel 2015 come collaboratore e morto dopo un volo di 30 metri da un ponte dell’autostrada il 7 luglio 2016. Le forze dell’ordine tenevano sotto controllo il telefono dell’ultras, ma c’è un buco di 3 ore: proprio quelle nelle quali Bucci avrebbe deciso di uccidersi.

Il sospetto è che Bucci abbia riciclato i proventi del bagarinaggio dei biglietti della Juventus, grazie a una ricevitoria compiacente, tramite Superenalotto e Gratta e Vinci, con un metodo brevettato dalla ‘ndrangheta. Sui telefoni di Bucci ci sono infatti tutti i conteggi dettagliati del bagarinaggio, partita per partita. Migliaia di tagliandi divisi tra i capi ultras che li richiedevano, tra cui Salvatore Cava dei Drughi e la ‘ndrangheta, rappresenta da Rocco Dominello, il figlio del boss.

Un altro importante retroscena rivelato da Report riguarda i due striscione che sconvolsero il mondo del calcio, mostrati dalla curva juventina in occasione di una partita. I due striscione offendevano la memoria del Grande Torino, inneggiando ad un nuovo disastro aereo. Gli stessi striscioni entrarono allo Stadium con l’aiuto della stessa società bianconera impersonificata dal capo sicurezza Alessandro D’Angelo che per evitare uno sciopero collettivo della curva, fece entrare gli striscioni.