Roma: Mourinho è un leader che ne sta cercando altri
Connettiti con noi

Focus

Roma: Mourinho è un leader che ne sta cercando altri

Pubblicato

su

Josè Mourinho

L’analisi sulle richieste di José Mourinho per il futuro della Roma dopo la sconfitta in finale di Europa League

Quando parla uno come José Mourinho non c’è mai spazio per la banalità, se con questo termine intendiamo quelle formule di convenienza, quelle frasi fatte che spesso e anche legittimamente fanno parte della comunicazione di un allenatore. Perché, intendiamoci, non tutti hanno la convinzione e pure la cultura del portoghese, che è convinto da sempre – e come tale si comporta – che attraverso le sue parole possa muovere il mondo, generare effetti, portare dalla sua parte l’opinione pubblica. E, cosa che un po’ tutti gli hanno sempre riconosciuto moltiplicando a loro volta il suo gioco, far discutere di lui per evitare che ci si concentri sui difetti delle prestazioni della squadra.
É proprio questo che piace molto ai suoi giocatori. Quando Mou spara sui limiti della rosa, è chiaro che una riserva possa anche sentirsi diminuita. Ma nessuno dei componenti della Roma potrà dire che l’allenatore non gli ha dato delle opportunità per mettersi in mostra. In un certo qual modo, per chi sta dietro nelle gerarchie interne a un gruppo, può persino essere rassicurante sapere che la catena delle responsabilità interne è definita. Anche perché, al contempo, l’occhio del mister verso i giovani è affettuoso, protettivo, da padre di famiglia che stimola attraverso una pratica educativa che – forse è questa la sua vera grandezza – non è mai uguale a se stessa.

Dopo Budapest, adesso, si è aperta una nuova fase. Fatta di giorni nei quali società e tecnico dovranno dirsi tutte le loro reciproche verità perché Mourinho ha espresso pubblicamente la stanchezza per essere non solo un allenatore. Se qualcuno dentro la Roma si era fatto l’idea che quel ruolo di comunicatore eccessivo gli piacesse, gli spettasse di diritto o di dovere, o che semplicemente fosse connaturato alla sua natura, ebbene, ha commesso un errore. Perché lui, lo Special One, ne ha svelato la fatica e ha lasciato intendere in ogni modo che non ci sta più a far rimbalzare le proprie parole nel vuoto della società. Farlo dopo il discorso appassionante fatto ai suoi ragazzi al termine dei rigori assume un messaggio preciso: io sono un leader vero, credibile e autorevole e la Roma era esattamente ciò di cui aveva bisogno. C’è qualcuno in grado di sedersi con me e discutere del futuro con la stessa investitura, con uguale capacità persuasiva?